Corriere di Gela | Gli acquerelli di Gino Alabiso

Gli acquerelli di Gino Alabiso

Costituisce, per me, motivo di particolare emozione apprestarmi a scrivere le note che seguono, dedicate alla presentazione dell’ultima, in ordine di tempo, “fatica” di Gino Alabiso (nella foto), il quale, puntualmente, anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, non manca di catturare l’attenzione di parenti, amici e conoscenti e, più in generale del pubblico dei lettori, attraverso la pubblicazione del suo annuale opuscolo, dedicato, in questa occasione, a “Tipi, figure, ritratti”. Finendo, come sempre, con il suscitare l’interesse e l’ammirazione di quanti hanno la fortuna di leggerne la prosa. Che è semplice, come il suo autore, immediata e priva di asprezze e/o di sofisticherie semantiche. Ma, al tempo stesso, ricca di notizie e di particolari, riguardanti la vita e le opere dei personaggi oggetto del suo interesse di infaticabile narratore, di alcuni dei quali, peraltro, non molto facilmente si conosce la stessa esistenza.

Produce, peraltro, non poca emozione leggere, nella presentazione/introduzione, la precisazione che Alabiso si cura di fornire al lettore, relativa alla sua veneranda età, resa nota con il ricorso ad un’espressione di rara semplicità ed incisività (“ho novant’anni suonati”), ma, al tempo stesso, ricca di molteplici significati: meraviglia, autocompiacimento ed anche un pizzico di sottile autoironia, che, specie in talune circostanze, non guasta, tutt’altro.

Quelle offerte al lettore non sembrano, anzi non lo sono affatto, delle biografie; piuttosto, sono spruzzi o schizzi di storia contemporanea, affidati, ad perpetuam rei memoriam, alle pagine di un opuscolo che, pur senza eccessive pretese e con una veste tipografica alquanto povera (rispetto alle sofisticherie offerte dalla più avanzata tecnologia del comparto), è, comunque, reso interessaante e, per certi versi, anche prezioso, dai suoi contenuti. Dei quali non possiamo che essere infinitamente grati all’autore.

Autore : Elio Cultraro

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