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notizia del 05/09/2009 messa in rete alle 14:38:35
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Davide Internullo, volare in punta di piedi
Raramente mi è capitato di vedere negli occhi di qualcuno così tanta passione per l’attività che svolge. E’ un mondo fatto di restrizioni e di sacrifici. Una disciplina per pochi, nella quale oltre alla preparazione serve una predisposizione fisica precisa. Postura del busto eretta e allungata, spalle basse e aperte, linee armoniose, sono evoluzioni della danza che tutte insieme la rendono una disciplina molto complessa. La grinta e l’impegno nel suo caso hanno dato i frutti sperati. Non ha ancora 23 anni il giovane gelese Davide Internullo (nella foto), ed è già un talento della danza classica. Ha frequentato l’istituto alberghiero, per poi lasciare la città e confrontarsi con il mondo esterno. Un ragazzo solare e un po’ introverso. Ama stare i compagnia degli amici, che al suo ritorno lo accolgono sempre a braccia aperte.
In passato ha praticato nuoto, ma la danza è l’amore di sempre. Rimasto fortemente colpito da questo affascinante mondo e dalla bellezza dei suoi aspetti coreografici, ha capito che la danza sarebbe stata la sua strada. Un percorso iniziato a 12 anni, tarda età rispetto ad altri ballerini, ma ciò non ha rappresentato un limite. E’ ritornato a danzare intorno ai 15 anni, età in cui la muscolatura è in parte definita. In valigia sogni, speranze e voglia di farcela. L’arrivo nella Capitale per il giovane Davide Internullo non è stato facile. Fare i conti con la realtà non è sempre semplice, ma lui non si è perso d’animo. Provini, selezioni, ore ed ore di prove gli sono valsi l’entrata in una Compagnia. La scena sembra quella di un film, ma il destino a volte prende strade inaspettate. E’ entrato negli ambienti della danza come sostituto, passando due mesi in tournee. Gli sforzi fisici e psicologici che la danza classica richiede non sono indifferenti. Lui parla di questo affascinante mondo con la grinta e la passione di chi ama ciò che fa. Niente più di una calzamaglia e di un paio di scarpette, potrebbero renderlo felice.
– Che studi hai intrapreso?
“Le prime nozioni di danza le ho acquisite a Gela, frequentando una scuola privata. La domenica mi recavo spesso a Catania per seguire delle lezioni tenute da importanti ballerini. Quando ho deciso di trasferirmi a Roma, le cose sono radicalmente cambiate. Mi sono trovato ad affrontare selezioni e a confrontarmi con giovani provenienti da tutta Italia. La borsa di studio che ho vinto mi ha consentito di continuare la preparazione presso l’American Repertory ballet. Ho studiato li per 3 mesi”.
– Quando hai scoperto questa passione per la danza classica?
“Beh, intorno ai 16 anni avevo già capito che la danza avrebbe fatto parte della mia vita. Non pensavo però, che la danza classica in particolar modo sarebbe diventata la mia disciplina. A Roma ho avuto insegnanti provenienti da tutto il mondo che mi hanno fatto amare il genere classico. Ero più proiettato verso il moderno, non pensavo di diventare un ballerino di danza classica”.
– Su quali prestigiosi palchi ha avuto la possibilità di esibirti?
“A 19 anni ho iniziato ad esibirmi. Tutto è avvenuto in modo casuale. Da semplice sostituto, sono diventato uno dei componenti di una Compagnia di Roma. Pian piano è arrivata la nomina da ballerino solista e adesso quella da primo ballerino. In America ho fatto parte di uno dei balletti che rappresenta per tradizione una tappa obbligata, “Lo schiaccianoci”. Una importante esibizione è stata quella con Roberto Bolle in occasione di un galà di beneficenza per una raccolta fondi dell’Unicef. Siamo stati scelti in 4 per farne parte. E’ una persona molto gentile. Mi ha dato consigli utili, piccole perle della sua esperienza. Altrettanto importanti i consigli di Carla Fracci, un’istituzione nel mondo della danza classica. Ha circa 76 anni e una forma fisica invidiabile”.
– Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
“ Tutto quello che ho fatto finora è già un traguardo sorprendente. Il mio sogno è quello di entrare a far pare dell’opera di Roma. E’ un contesto diverso, se non hai studiato nella scuola che fa parte del teatro è difficile accedervi. Premesso ciò che ho realizzato finora, mai dire mai nella vita”.
– Come è stata accolta in famiglia la decisione di voler diventare un ballerino?
“In qualche modo erano già abituati all’idea. Credevano che il mio fosse solo un periodo transitorio. Alla fine hanno accettato le mie decisioni. E’ un genere di danza che si contraddistingue dalle altre. Un danzatore classico lo si distingue anche dal modo di camminare, dall’impostazione della schiena di conseguenza un occhio esterno ti osserva con sguardo stranito. Cosa che magari può avvenire in un contesto come Gela”.
– Chi è il tuo idolo del balletto classico?
“Posso dire senza dubbio che il mio idolo è Roberto Bolle, dopo il grande ballerino russo Rudolf Nureyev”.
Autore : Martina La Gristina
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