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Corriere di Gela | L’arte fotografica di Sonia Aloisi negli scatti per cinema e moda
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notizia del 30/06/2013 messa in rete alle 14:32:03

L’arte fotografica di Sonia Aloisi negli scatti per cinema e moda

Il suo nome è Sonia Alosi (nella foto)e il suo mestiere è trasformare gli attimi in ricordi. Una passione la sua che l’ha legata alla macchina fotografica fin dall’infanzia in modo indissolubile.

Nata a Torino, da subito mostra grande sensibilità e amore per l’arte. «Ho una foto – mi dice – in cui sono ritratta da piccola con una piccola macchina fotografica».

Conseguito il diploma presso il liceo psico-pedagogico, consegue la laurea triennale in psicologia. Ma decide di non continuare per dedicarsi al suo grande amore. Le strade la portano a Gela e un click dopo un altro il suo successo dilaga e oggi, a trentasette anni, Sonia vanta un curriculum di tutto successo.

Ben presto le sue foto cominciano a piacere molto e vengono pubblicate. Viene contattata presso grandi riviste tra cui Donna Moderna, I love Sicilia e molte altre di tiratura nazionale. Il suo nome si lega al mondo della moda anche attraverso campagne pubblicitarie per case d’abbigliamento.

«Ho iniziato nel mondo della moda e poi l’orientamento è cambiato. Non ho mai rifiutato un genere di fotografia piuttosto che un altro». Dopo poco, infatti, Sonia è contattata per il set cinematografici tra cui quello del Tredicesimo apostolo e Third Person con il premio oscar Adrien Brody. Così inizia viaggiare spesso verso la capitale.

Ultimo successo la vittoria inattesa a un concorso fotografico nazionale che le apre le porte a undici giornate di perfezionamento a New York. Questa settimana, inoltre, avrebbe dovuto essere tra i fotografi del concerti di Eros Ramazzotti, ma impegni familiari non glielo hanno permesso.

Gentilmente mi ha concesso di parlare un po’ di sé e della propria passione.

– Che tipo è Sonia Aloisi?

«Sono una persona vivace e allegra. Mi piace l’arte e mi innamoro di ogni forma, da l canto al ballo, dalla pittura alla scultura. Sarei capace di osservare uno scenario per ore. Insomma vedo tutto rosa».

– Sonia, quando hai capito che la fotografia era la tua strada? «Non saprei. In realtà è sempre accaduto tutto senza che me ne accorgessi. Io ho soltanto seguito la mia passione. Il tutto è stato molto spontaneo».

– A Gela sei l’unica fotografa professionista donna. Pensi che sia un vantaggio?

«Lo è solo per relazioni lavorative, soprattutto nel campo della moda. Le ragazze si trovano più a loro agio a contatto con una donna».

– Sei stata mai criticata nel tuo lavoro diverso?

«Il modo in cui lavoro non è classico e qualcuno lo può certamente trovare stravagante. A Gela ho ricevuto delle critiche per questo, ma non me ne curo molto. Per me l’importante è che le mie opere rispecchino l’idea che ho di arte».

– Descrivici l’emozione più grande finora.

«Sicuramente vincere quel concorso. Essendo a livello nazionale hanno partecipato in tantissimi e io l’avevo fatto un po’ per gioco. Quando ho letto il mio nome come vincitrice non ricordavo nemmeno di aver partecipato. Il tema del concorso era l’inverso. La mia foto era molto semplice: una molletta solitaria colpita da gocce di piogge. Ma per chi ne ha compreso il significato, capirà la profondità dello scatto».

– Qual è la cosa più bella del tuo mestiere?

«Innanzitutto fare un mestiere che si coniuga con la tua passione è un sogno che purtroppo sono in pochi a poter realizzare. Al di la di questo l’emozione più bella è vedere che ciò che vedi nella tua mente si fissa per sempre in un’immagine. La fotografia, infatti, è un’arte che non si può operare semplicemente con i migliori strumenti. È necessario un lavoro di testa e, soprattutto, di cuore!».

– Hai mai pensato di occuparti di servizi anche più tradizionali, come i matrimoni?

«Fin ora ho colto le occasioni per come si sono presentate. Dal prossimo inverno, con l’apertura del loft fotografico, mi occuperò anche di questi eventi, ma sempre a modo mio».

– Infine, cosa suggeriresti a chi volesse seguire le tue orme?

«Che non ci sono orme e cammini uguali. In nessun campo. L’alternativa è sempre essere se stessi e assecondare ciò che ci riesce meglio, ciò che ci appassiona. Solo così possiamo avere delle chance per essere felici».


Autore : Roberta Gerboni

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