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Corriere di Gela | Il mio ricordo di Padre Cassarà
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notizia del 04/12/2010 messa in rete alle 14:11:44
Il mio ricordo di Padre Cassarà

Spulciando nel mio computer com mia grande sorpresa ho trovato nell’elenco dei figli illustri di Gela anche il nome di Padre Cassarà. Sono convinto che quel posto se lo merita sul serio. Io ho avuto modo di conoscerlo personalmente e per cinque anni convivere con lui nel convento di S. Agostino.

Padre Cassarà era nato a Gela nel 1874 ed ivi è morto nel 1957 ed è sepolto nella cappella della famiglia Campisi con la quale era imparentato.

Quel sacerdote era un predicatore eccezionale, dalla parola affascinante e travolgente e per questo veniva chiamato a predicare in parecchi paesi. In quei tempi erano molto in voga i quaresimali che si facevano nelle grandi città per i quali venivano chiamati predicatori di grido. Anche nella cattedrale di Malta di solito il quaresimale veniva predicato in italiano, o almeno è stato predicato in italiano quando venne chiamato a predicarlo il Padre Cassarà. Non ricordo bene con esattezza ma mi pare di aver sentito dire che padre Cassarà sia stato chiamato a predicare il quaresimale a Malta anche una seconda volta. Mentre il Padre Cassarà predicava regolarmente il suo quaresimale Lord Strickland Governatore Inglese di Malta emanò un decreto col quale si decideva di espellere tutti gli Italiani dall’isola. Il Padre Cassarà in giorno di mercoledì annunziò solennemente che il tema della sua predica della domenica prossima sarebbe stato “ La missione degli Italiani nel mondo”. Il Padre Cassarà in quel giorno fu veramente splendido e difese con grande vigore i meriti e la missione degl Italiani nel mondo.

Le sue parole furono di straordinaria efficacia e contribuirono moltissimo a far montare il malcontento dei maltesi contro l’infelice provvedimento di Lord Strickland il quale fu costretto a ritirarlo quanto prima. Ricordo molto bene che fu lui stesso a raccontarmelo. Finito il quaresimale il Padre Cassarà prese la nave per la Sicilia e sbarcando a Siracusa trovò due carabinieri che immediatamente lo fecero salire sul treno e lo accompagnarono a Roma a Palazzo Venezia per essere ricevuto direttamente da Mussolini. Prima di entrare nel salone dove Mussolini lo aspettava, il segretario gli disse :” Chieda al Duce tutto quello di cui ha bisogno”. Mussolini lo ricevette e gli disse:” Tutta l’Italia è orgogliosa di lei per quello che ha fatto per gli Italiani di Malta e gliene è grato. Mi dica di che cosa ha bisogno”. Il Padre Cassarà disse che non aveva bisogno di niente ma Mussolini volle elergirgli un assegno vitalizio che, se ricordo bene, si aggirava sulle trenta lire all’anno che in quei tempi era una somma molto notevole.

Ricordo che negli ultimi tempi sono stato io stesso a riscuotere quella somma a suo favore. Essendo il Padre Cassarà obbligato dal voto di povertà era obbligato a devolvere quella somma al convento, ma riguardo a questo voto il Padre non era molto osservante ed io ho avuto con lui qualche contrasto. Ricordo che lo stesso Padre Cassarà mi raccontò che un anno predicò gli Esercizi Spirituali nel paese di Naro. Nel giorno che doveva parlare del giudizio universale si era messo d’accordo con un trombettiere che aveva fatto nascondere dietro il bancone. Nel momento in cui il Padre Cassarà disse :” Ed ecco che gli angeli del Signore suonarono la tromba per annunziare l’imminente giudizio”, il trombettiere suonò all’improvviso la sua tromba che provocò lo spavento generale. Mi diceva lui ridendo che qualcuno tentò di scappare dalla chiesa. Del Padre Cassarà ho un ricordo incancellabile e mi sembra giusto additarlo ai cittadini gelesi. Ha dei grossi meriti nei confronti del’Italia.


Autore : Antonio Corsello

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