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Corriere di Gela | La primavera culturale di Gela
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notizia del 26/03/2011 messa in rete alle 13:18:07

La primavera culturale di Gela

Le manifestazioni culturali che si svolgono nella nostra città sono fortunatamente in continuo aumento. Ogni settimana siamo invitati a presentazione di libri, convegni e rassegne le quali smentiscono l’idea di Gela come città culturalmente rassegnata. A ciò si aggiunga che gli eventi proposti migliorano sempre più per qualità e partecipazione di pubblico.

È capitato così che in pochi giorni mi sono trovato ad assistere a tre manifestazioni, dai contenuti diversi, delle quali abbiamo apprezzato la buona organizzazione, il livello dei relatori e, conseguentemente, il contenuto del dibattito.

Venerdì 18 marzo, al liceo classico “Eschilo”, è stato presentato il libro di Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria “La Zavorra – sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia” (pubblicato da Laterza a novembre 2010). Il saggio, sulla scia del celeberrimo “La Casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, descrive lo storico connubio sprecone tra la classe politica e la burocrazia siciliana. L’opera dei due giornalisti di “Repubblica”, documentata e ricca di riferimenti, descrive la reale consistenza della classe dirigente siciliana: ben pagata, ricca di privilegi, ma allo stesso tempo, lenta e improduttiva. Alla presentazione del libro, a difendere la categoria, sono stati invitati i parlamentari regionali di Gela e l’ ex deputato nazionale Giacomo Ventura. Gli onorevoli Speziale e Donegani, non potendo negare di far parte dell’assemblea regionale, hanno cercato, ognuno a suo modo, di defilarsi con tesi alquanto improbabili: il primo ha sostenuto che i burocrati guadagnano di più, e comunque lo stipendio dei deputati siciliani non è molto più alto di quello dei parlamentari delle altre regioni; il secondo ha detto di non avere ancora colpe in quanto è in carica solo da quasi tre anni. Nonostante Enrico Del Mercato, intervenendo, abbia sottolineato il problema centrale, ovvero perché in Sicilia gli interventi a favore degli interessi pubblici non si fanno, I nostri politici, incuranti della domanda del giornalista, invece di affrontare l’argomento, hanno continuato a vaneggiare nella loro logorrea. Alla fine, i complimenti vanno soltanto ai giornalisti. Quanto ai politici intervenuti, meglio andare oltre e lasciarli al loro personale pragmatismo.

A noi invece, per fortuna, non resta che continuare a frequentare luoghi dove non si viene pagati, ma che in compenso risultano molto appaganti. Così lunedì 21 marzo, in occasione della giornata mondiale della poesia, alla libreria L’Araba Fenice presso la Galleria Rossini ho assistito alla bellissima e originale presentazione del libro di poesie di Giovanni Caviezel e Antonino di Giovanni, “Mal di Bici”. La serata, magistralmente guidata dalla prof.ssa Sissi Sardo – docente alla facoltà di lettere dell’Università di Catania – è stata varia e articolata. I testi poetici del libro, di natura tipicamente amorosa, sono stati proposti attraverso la rappresentazione teatrale. Lia Basile e Luca Testa, accompagnati al pianoforte dal maestro Giovanni Guglielmino, hanno inscenato un dialogo amoroso ma allo stesso tempo esistenziale, svolto nello spazio e nel tempo. La dimostrazione di come un testo scritto venga reinterpretato a seconda dei sentimenti e delle emozioni che esso suscita in ognuno di noi. Dopo la performance dei due giovani attori, la dott.ssa Milena Romano ha criticamente dialogato con Antonino di Giovanni, simulando un processo agli autori del libro. Trovata originale, come originale è il testo presentato che tra disegni, immagini, colori e virtuosismi grafici, alla fine lascia al lettore diverse pagine bianche dove disegnare e prendere appunti a piacimento, per contribuire a scrivere il seguito del libro. Alla fine, spazio anche a due nostri concittadini che si cimentano nella poesia, Rosetta Arezzi e Sandro Cappa, i quali hanno declamato alcune poesie e dichiarato il loro amore per la cultura poetica. In conclusione, inaspettato ed emozionante omaggio alla poetessa Alda Merini, morta il primo novembre del 2009, che nata il 21 marzo del 1931 avrebbe compiuto 80 anni proprio nella giornata mondiale della poesia. Complimenti ai giovani di “Idea Arte” che hanno organizzato la serata, dimostrando come proprio dall’arte possano arrivare i segnali del cambiamento sociale.

E proprio la voglia di riscatto in un territorio degradato ha spinto Andrea Bartoli, notaio che lavora anche a Gela, a creare “Farm Cultural Park”, una realtà culturale nata a Favara con una grande scommessa: fare del centro storico della cittadina agrigentina un luogo di attrazione turistico-culturale.

Martedì scorso, nell’ammirevole location del lido Tropicomed che si trova nella parte ovest del nostro lungomare, questo brillante professionista, insieme ad Antonino Pusateri, notaio ad Agrigento, e ad Antonio Presti, Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, hanno appassionato il folto pubblico presente parlando di arte e bellezza. Lo hanno fatto in modo concreto, raccontando ciò che hanno realizzato. Andrea Bartoli con “Farm Cultural Park” ha recuperato degli spazi caratteristici di Favara, precedentemente ridotti all’abbandono e al degrado, facendone dei luoghi di accoglienza. Sono nati così, tra le altre iniziative, i sette cortili: “luoghi dove non solo potersi confrontare con alcuni dei protagonisti nazionali ed internazionali dell’Arte, dell’Architettura e del Design Contemporaneo ma anche dove poter socializzare, fare shopping, divertirsi. “E questo é solo l’inizio”, dice Andrea Bartoli. Pari alla “follia creativa” manifestata da Bartoli è stata la tranquilla passione espressa da Pusateri. Il notaio di Agrigento da venticinque anni presiede una fondazione che organizza mostre di pittura, contribuendo in modo importante alla promozione di artisti regionali e locali. Tutto ciò senza ricevere contributi pubblici, ci tiene a precisare il professionista agrigentino. La rassegna di questi novelli mecenati è completata da Antonio Presti, un personaggio di cui spesso abbiamo sentito parlare e che tante volte la criminalità ma anche le istituzioni hanno ostacolato. Il presidente della Fiumara d’Arte ha ripercorso con un video la sua storia, ma soprattutto ha parlato delle sue idee future e del lavoro che, testardamente, sta realizzando nel quartiere catanese di Librino. Da due anni Antonio Presti opera in questo “ghetto” periferico della città etnea e oggi può affermare che “il quartiere sta tornando ai suoi abitanti che stanno imparando ad amare la bellezza, compresa la loro”. La serata di martedì scorso mi ha convinto di due cose: la prima è che finalmente a Gela si stia creando un moto culturale che forse in passato è mancato; la seconda è che guardando vicino a noi, ad Agrigento ad esempio, ci accorgiamo che da quelle parti sono molto più avanti di noi. Infatti, hanno l’università, il sito archeologico è molto visitato, ci sono fondazioni d’arte e si recuperano spazi pubblici. Viene da chiedersi se per la nostra città dobbiamo essere ancora fiduciosi. Personalmente non saprei, ma posso dire che almeno questa volta al tropicomed il Sindaco c’era.


Autore : Emanuele Antonuzzo

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