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Corriere di Gela | Il procuratore Guariniello a Gela per la rassegna Cunta
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notizia del 29/05/2011 messa in rete alle 12:22:24

Il procuratore Guariniello a Gela per la rassegna Cunta

Ultimo incontro della rassegna Cunta, narrazione della contemporaneità 2011, organizzata dall’associazione daterrainmezzoalmare. Per l’appuntamento conclusivo di venerdì 20 maggio al Tropicomed c’è stato il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, conosciuto al grande pubblico per aver combattuto il doping sportivo. “Fuori gioco, lo sport da un altro punto di vista”, il titolo della conferenza del magistrato torinese. Dalla slealtà sportiva alla violazione sistematica delle regole nella società in cui viviamo, è stato il tema della serata. Ad introdurre l’argomento è stata Lucia Lotti, capo della procura del tribunale di Gela, la quale ha sottolineato l’importanza del rispetto delle regole come principio non solo di civile convivenza, ma soprattutto come motivo di sviluppo di una comunità.

L’idea dello sport come metafora di lealtà e rispetto dell’avversario sembra essere un mito che ormai non esiste più: bisogna raggiungere il risultato a tutti i costi, in qualunque modo e con qualsiasi mezzo.

L’uso di sostanze proibite per accrescere le prestazioni agonistiche, purtroppo, non è così raro e rappresenta un pessimo esempio per i tanti giovani che praticano lo sport con piacere, gioia e tanti sogni nell’anima. Purtroppo, le vicende di cui da anni si occupa Raffaele Guariniello hanno fatto emergere l’aspetto patologico dello sport professionistico: una diffusa circolazione di sostanze dopanti che non solo falsano il risultato sportivo, ma creano anche dei gravi danni alla salute degli atleti. Inoltre, alcuni anni fa abbiamo constatato che nel calcio i risultati “venivano stabiliti”, invece che in campo, a tavolino da alcuni noti personaggi dell’ambiente calcistico, molto potenti. Avviene così che il sovvertimento delle regole diventa la prassi, e chi non è “dopato” rischia di non avere alcuna possibilità di “vincere” visto che i giochi sono alterati. Pertanto, la metafora dello sport “drogato” esprime la realtà sociale italiana. Non a caso, Guariniello ha ricordato altri aspetti della “patologia” italica, a cominciare dal mal funzionamento della pubblica amministrazione, con le relative conseguenze: vessazione dei cittadini, rallentamento delle iniziative imprenditoriali, conservazione di meschini privilegi di casta, etc. In questo modo, in un clima di diffusa impunità, il sistema sociale si altera abbandonando il suo naturale equilibrio. Ecco perché l’intervento della magistratura diventa un’azione di supplenza rispetto alle normali funzioni politiche ed amministrative che dovrebbe svolgere il cosiddetto Stato apparato. Alla fine del suo interevento, il procuratore di Torino ha risposto ad alcune domande, poste dal pubblico, centrate sul rapporto tra il diritto e il sistema socio-economico che esso regola.

Nelle sue risposte, Guariniello ha sottolineato come, attualmente, il diritto finisce per sottomettere i valori civili ai vincoli economici che istituzioni ed enti pubblici devono rispettare per ragioni di bilancio. Succede così che, ad esempio, le scuole italiane sono fuori legge, rispetto a quanto stabilito dalle norme sulla sicurezza, semplicemente perché lo Stato non ha soldi per realizzare gli adeguamenti strutturali. In conclusione, l’evoluzione della società non può dipendere dall’emanazione continua di leggi e regolamenti, ma, piuttosto, dalla crescita della coscienza del popolo e dei suoi rappresentanti.

Con la serata di venerdì scorso si è conclusa la rassegna Cunta che, dal 15 marzo, ha proposto incontri culturali di alto livello. Carmelo Scicolone ed Emanuele Tuccio, presidente e direttore scientifico dell’associazione daterrainmezzoalmare, alla fine della serata hanno ringraziato i partner della manifestazione e, soprattutto, il numeroso pubblico presente agli appuntamenti che si sono succeduti. La promessa degli organizzatori, per il futuro, è di continuare a proporre eventi culturali utili alla crescita sociale della città. Personalmente, da ogni incontro dalla rassegna, ho tratto delle riflessioni, legate in qualche modo alla nostra città, che ho cercato di esprimere attraverso questo giornale. Del resto, la metà dei temi proposti ha avuto come argomento principale Gela, la città fondata dai Greci e ricostruita da Federico II su una collina che guarda a sud il mare e a nord un’ampia pianura. Gela, diventata icona del degrado sociale, simbolo dell’estorsione, dell’inquinamento, dell’abusivismo edilizio e di chissà quante altre nefandezze. La città che vorremmo e di cui si parla soltanto in periodo di elezioni politiche, tra confuse promesse mischiate alla propaganda elettorale. Gela, che, per diventare come una delle tante belle città italiane di medie dimensioni, ha bisogno semplicemente di essere amministrata negli interessi di tutti i suoi cittadini.


Autore : Emanuele Antonuzzo

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