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notizia del 23/05/2009 messa in rete alle 12:10:09
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Giornate di studio sul teatro di Eschilo
Per tre giorni, dal 21 al 23 maggio Gela ospita il terzo dei cinque convegni del progetto internazionale di ricerca sulla tradizione manoscritta delle tragedie di Eschilo, diventando così capitale internazionale degli studi sul grande tragediografo.
L' iniziativa è organizzata dal Liceo classico "Eschilo", in collaborazione con il Comune di Gela, la Provincia di Caltanissetta e la Fondazione Media Terraneo di Sestri Levante.
Nella sede del Liceo venticinque filologi provenienti da varie Università europee, impegnati in rete in un progetto di studio e ricerca sulle tragedie di Eschilo, si confrontano su diverse tematiche. Partecipano, guidati dal prof. Vittorio Citti dell’Università di Trento, dove insegna letteratura greca, nonché direttore della rivista “Lexis: retorica, poetica e comunicazione nella tradizione classica”, Giuseppina Basta Donzelli (Università di Catania), Stefano Amendola (Università di Salerno), Riccardo Di Donato (Università di Pisa), Carleas Miralles (Università di Barcellona), Carles Garriga (Università di Barcellona), Pierre Judet de la Combe (Ehess-Parigi), Paola Volpe (Università di Salerno), Stefano Novelli (Università di Cagliari), Giovanna Pace (Università di Salerno), Anna Caramico (Università di Salerno), Renzo Tosi (Università di Bologna), Piero Totaro (Università di Bari), Maria Pia Pattoni (Università di Brescia), Enrico Medda (Università di Pisa), Liana Lomiento (Università di Urbino), Paolo Cipolla (Università di Catania), Matteo Taufer (Università di Trento), Federico Boschetti (Università di Trento), Antonella Candio (Università di Pisa), Paolo Tavonatti (Università di Trento), Maria Cecilia Angìoni (Università di Barcellona), Marina Caputo (Università di Trento), Gianpaolo Galvani (Università di Trento), Veronique Somers (Elcoa Parigi).
Il progetto di ricerca culminerà, si presume nel 2010, con la pubblicazione di una nuova edizione del Corpus Eschileo. Il primo dei cinque convegni internazionali dedicati ad Eschilo si è svolto a Rovereto nel 2007 ospitato dall' Accademia roveretana degli Agiati, il secondo appuntamento ha avuto luogo ad ottobre 2008 presso l'Università di Barcellona (Spagna), il terzo convegno internazionale del 2009 si svolge a Gela nella città dove Eschilo visse gli ultimi anni della vita e morì nel 456 a.C. e dove si sono dati appuntamento, giovedì 21 maggio, i venticinque docenti universitari.
Il convegno si apre alle 18,30 nell' aula magna del Liceo classico con una relazione della prof.ssa Giuseppina Basta Donzelli sul tema “Perchè Eschilo e perchè Gela?”. Nelle due giornate di studi i docenti si confronteranno relazionando gli esiti delle ricerche condotte durante l’anno sui testi dell'Eschilo. Il Liceo classico ha organizzato l'evento e partecipa con i suoi docenti alle giornate di studio (ma sono attesi anche docenti da altri licei). Inoltre, venerdì 22 e sabato 23 dalle 8,00 alle 9,00 alcuni liceali seguiranno una lezione sui testi tragici tenuta dalla prof. Maria Pia Pattoni. La manifestazione si chiude con “Il Prometeo incatenato” eseguito dagli allievi del laboratorio del Liceo.
Il sindaco Rosario Crocetta si è detto interessato a far sì che questo convegno diventi il volano per far nascere a Gela una Fondazione su Eschilo.
“E un’occasione importante per i docenti e gli alunni del nostro Liceo, ma non solo – ha detto il dirigente dell'Eschilo Corrado Ferro –. Anche Gela può mettersi in evidenza per le tante cose positive che sa produrre".
– Preside Ferro, qual è lo scopo del convegno?
«Il Convegno si pone nel solco della mediazione culturale tra nuova generazione e valori del mondo classico e vuole essere un implicito riconoscimento allo studio paziente e metodico, che ricostruisce e interpreta le perenni testimonianze dello spirito, non per fine puramente storico o filologico, ma per farne sorgente di sicure svolte e acquisizioni di “più umanità”. Non si tratta di assecondare nostalgici rimpianti o improbabili ritorni al passato, che più non ci appartiene: le suggestioni anche inconsapevoli esercitate dai modelli classici sull’attività di artisti e pensatori contemporanei, sulle strutture delle nostre forme di vivere e di pensare, sono acquisto perenne e rivelano le sorgenti delle civiltà del vecchio Continente, che scopre così la sua matrice comune europea, al di sopra delle barriere e delle cortine. Il convegno rappresenta un piccolo gesto per legare istituzioni e cultura accademica nel comune obiettivo di rilanciare il valore storico e attuale delle tragedie di Eschilo non solo presso gli specialisti, ma soprattutto presso gli uomini del nostro tempo e del nostro domani. Spero che il convegno sia una grande occasione di studio, di approfondimento e di rilancio della lingua e letteratura greca nella nostra città, nel nostro Paese, per la promozione delle più alte idealità».
– Perchè secondo lei, è importante la conoscenza dei classici nei giovani?
«Lo studio della classicità deve avere tutte le caratteristiche di una disciplina esatta e rigorosa, altrimenti non potrebbe proporsi come educativa. Chiedere ai giovani tempo e fatica, sforzo intellettuale e costanza per apprendere le radici della nostra civiltà non significa mortificare qualcosa della loro esistenza e della loro libertà, quanto proiettarli verso un grande futuro, da protagonisti».
– Qual è l’importanza dei testi antichi e a chi si deve la diffusione della cultura?
«La cura dei testi antichi e la diffusione della cultura attraverso questi ha illustrissimi antenati. Secondo quanto si attribuisce a Plutarco, pare infatti che Licurgo, celebre statista ateniese, in un suo editto, ordinò di fissare su tavolette di bronzo i testi delle tragedie e anche dei drammi satireschi di Eschilo, Sofocle ed Euripide e di conservarli in un esemplare statale. Da Galeno sappiamo invece che il sovrano dell’Egitto ellenistico Tolomeo III Evergète desiderava possedere una copia dei testi dei tragici. Per questo chiese in prestito le tavolette conservate ad Atene e inviò in pegno quindici talenti per avere ad Alessandria i testi. Nella Biblioteca vennero ricopiati i libri di Eschilo, Sofocle ed Euripide in bellissime carte di papiro, ma alla fine del lavoro Tolomeo mostrò un carattere da vero collezionista moderno: infatti tenne per sé i testi che aveva preso in prestito e mandò agli Ateniesi i testi che egli stesso aveva fatto trascrivere, invitandoli ad accettarli e a tenere i quindici talenti in cambio degli antichi libri che gli avevano dato».
Autore : Cinzia Sciagura
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