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Corriere di Gela | Cinema-Cosanesai, quattro film alla San Biagio, rassegna del Circolo Stella Maris
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notizia del 22/12/2012 messa in rete alle 01:16:03

Cinema-Cosanesai, quattro film alla San Biagio, rassegna del Circolo Stella Maris

Con Cinema-Cosanesai dal 21 dicembre torna nell’ex chiesetta San Biagio, per quattro venerdì consecutivi, l’appuntamento con il cinema d’autore. La rassegna curata dal Circolo d’arte e cultura cinematografica Stella Maris, presieduta da Elio Cassarino (nella foto), prevede quattro proiezioni di pellicole alternative ai circuiti commerciali, produzioni indipendenti distribuite con difficoltà ma di grande qualità artistica, a cui spesso seguiranno momenti di approfondimento. Apre il ciclo il docufilm di Valerio Jalongo, Di me cosa ne sai (2009), il cui sottotitolo potrebbe essere “c’era una volta il cinema italiano”. Il regista cerca di trovare la risposta al declino del cinema, che fino agli anni ’70 dominava la scena internazionale con importanti produzioni, attraverso le testimonianze dei registi di quegli anni Dino De Laurentis e Mario Monicelli, e diversi registi contemporanei. Ciò che emerge è uno sfiorire della cinematografia, e non solo, che diventa vittima sacrificale di un carnefice chiamato televisione commerciale, e che ha le sue radici nelle scelte politiche.

«Un documento – ha asserito Elio Cassarino – per gli appassionati della storia del cinema italiano, quasi una ricostruzione didattica per riflettere su come le decisioni del passato ci influenzino non solo come pubblico, ma soprattutto come società civile».

Il 28 dicembre sarà la volta del documentario di Giuseppe Scutellà, Al Qaeda! Al Qaeda! Come fabbricare un mostro in tv, (2012). Da Beppino Englaro a Yussef Nada, il film è una raccolta di storie dei tanti diffamati che hanno occupato le cronache degli ultimi tempi, finiti nel tritacarne della disinformazione. Dopo la visione interverrà sull’argomento l’avv. Nicola Nicoletti. Giorno 4 gennaio verrà proiettato il film diretto dal siciliano Salvatore Bonaffini, Pagate Fratelli (2012). Un fatto di cronaca degli anni ’50 che calamitò l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa nazionale. La vicenda di quattro frati dell’ordine francescano del convento di Mazzarino che nel febbraio del 1960 vennero arrestati, su ordinanza della Procura di Caltanissetta, con l’accusa di estorsioni, violenze ed omicidi. «Una storia – ha commentato il presidente di Stalla Maris – allo stesso tempo terribile e inverosimile. Allo spettatore toccherà farsi un’ idea al di fuori di ogni preconcetto e ideologia visto che il film si pone come osservatore impassibile sia dinnanzi alla Chiesa sia davanti ai colpevolisti».

Ospite della serata sarà il giovane regista. Chiuderà la rassegna il documentario di Uga Saitta diretto dal regista Alessandro De Filippo, Con la Sicilia negli occhi (2011). Una Sicilia che non c’è più e che è rivista e riflessa attraverso il suo cinema. Una produzione di Fuorcircuito realizzata in collaborazione della facoltà di lettere e filosofia di Catania. Al termine della proiezione interverrà il regista, Alessandro De Filippo, critico cinematografico e televisivo. «La rassegna è momento di incontro e confronto – ha dichiarato Elio Cassarino – particolarmente atteso e gradito, che diventa un’occasione per il pubblico gelese di aprirsi ad orizzonti di visione di qualità».

Ricevuto nel 2008 il riconoscimento della Fcc (federazione circoli del cinema) e l’anno dopo quello del Ministero dei beni culturali direzione cinema, l’associazione Stella Maris da cinque anni organizza rassegne di cinema d’essai lontano dal grande mercato.

«Abbiamo iniziato – ha detto Elio Cassarino – con Cinema Cult all’interno dell’atrio del convitto Pignatelli. Una rassegna di quattro film d’autore, che ha riscosso un grande successo di pubblico. Nel 2010 abbiamo organizzato il festival di cortometraggi dell’Interfilm festival di Berlino, la più importante manifestazione di corti al mondo, all’interno dell’aula magna dell’istituto Sturzo. Abbiamo mandato in visione venti cortometraggi premiati a Berlino alla presenza del direttore del festival Heinz Hermann. Nel 2011 è stata la volta di Cinema Shock, cinque serate di cinema indipendente apprezzato dalla critica, tra cui alcuni cortometraggi dei due documentaristi più importanti della storia della Sicilia, Vittorio De Seta e Francesco Alliata che rappresentava La Panaria film, pluripremiata per quanto riguarda per quanto riguarda le prime registrazioni sott’acqua a colori negli anni ‘50. Pellicole restaurate dalla filmoteca regionale in collaborazione con la filmoteca di Bologna, che per l’occasione ci sono state date in prestito»

Per scegliere le pellicole l’associazione Stella Maris si confronta con i diversi circoli del cinema nazionale e ha come riferimenti importanti la facoltà di lettere di Catania. Perché vi sono film che abbagliano ma che non lasciano traccia, altri invece restano a lungo nella memoria e sono queste le pellicole alle quali l’associazione dà visibilità.

«La filosofia e la formula dell’associazione – ha riferito Elio Cassarino – rimane sempre la stessa: riunire attorno a sé un pubblico che condivide la passione del cinema indipendente, libero dalle lobby e dalle potenze del grande schermo. Nonostante i vincoli di copyright e le difficoltà dell’utilizzo delle strutture pubbliche siamo riusciti lo stesso a organizzare tale rassegna alla quale il pubblico potrà assistere senza sacrifici economici, ma solo diventando socio Fic, con un versamento di cinque euro che sarà devoluto in beneficenza. La nostra è una associazione che non ha scopo di lucro, ma solo l’obiettivo di diffondere la cultura del cinema».

L’Italia non dà spazio al cinema di qualità e la giustificazione è che i film da festival non vanno distribuiti perché non hanno pubblico. In effetti bisogna chiedersi perché film come Reality di Matteo Garrone, vittorioso al Festival di Cannes, e come Bella addormentata di Marco Bellocchio, non siano riusciti a portare a casa i risultati sperati. Sarà la crisi economica o la è vita di tutti giorni che appare così simile a un film da privare la gente della volontà di andare a soffrire anche al cinema. Queste sono solo ipotesi. Comunque sia lo scopo dei cineclub è quello di abituare il pubblico a visioni di nicchia, nella consapevolezza che il valore del cinema d’essai è quello di saper parlare a tutti.


Autore : Filippa Antinoro

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