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Corriere di Gela | Design, una serata con Vanni Pasca
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notizia del 28/05/2013 messa in rete alle 00:12:50

Design, una serata con Vanni Pasca

«Oggi per i produttori la capacità di affrontare il problema della contemporaneità e della crisi consiste nella qualità, non solo di ciò che si produce, ma anche della comunicazione e della distribuzione del prodotto». È così che l’architetto Vanni Pasca, (nella foto) nella conferenza intitolata Artigianato, industria, handmade: quale futuro, che si è tenuta venerdì 17 maggio al Tropicomed, ha definito il rapporto inscindibile tra imprese e designers che siano in grado di costruire una strategia che vada al di là della semplice progettazione.

L’incontro era inserito come penultimo appuntamento della rassegna Cunta.13, organizzata dall’associazione culturale Daterreinmezzoalmare. Pasca, che è presidente dell’associazione italiana degli storici del design, è stato per 10 anni ordinario di Teorie e Storia del design alla facoltà di Architettura di Palermo, e insegnante alla Iulm di Milano, divenendo un riferimento importante, non solo nella didattica, ma anche nella disciplina procedurale, in quanto aziende come Dada, De Padova, Driade, hanno potuto avvalersi della sua consulenza per la progettazione e distribuzione del prodotto.

Pasca, facendo un excursus della storia del design, ha illustrato come la pratica messa in atto da Adriano Olivetti negli ani cinquanta, sia stata una delle esperienze più significative di questa disciplina, in quanto per la prima volta si è avuta un’integrazione tra progetto del prodotto e progetto di comunicazione visiva. Negli anni c’è stata una crescente attenzione nei confronti del design, visto come metodo progettuale in grado di dare vita a innovazioni e efficienza in contesti, come quello siciliano, in cui le piccole e medie imprese sono i protagoniste della crescita economica.

«La competitività – ha detto l’arch. Pasca – si gioca nel rapporto tra comunicazione visiva e materialità del prodotto. È in crescita il ruolo del designer come progettista capace di coordinare un’attività complessa, che va dal marchio al packaging, dai cataloghi alla fotografia, dalla grafica alla pubblicità e alle fiere. Artefatti tridimensionali diventano in stretta relazione con gli artefatti visivi. E la progettazione si interrelaziona con arte, fotografia, video, web».

La chiave del successo della produzione in Sicilia potrebbe essere una migliore comunicazione visiva, sia per la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, sia per i prodotti del settore agro-alimentare. Settore di punta è quello dei vini siciliani, in fortissima espansione. Il design diventa così l’elemento in più, lo strumento che permette ad un’ azienda di competere, non solo sui mercati locali, ma anche a livello internazionale.

«In poco più di dieci anni – ha sottolineato Pasca – il settore dei vini siciliani si è sviluppato moltissimo. Ci sono aziende locali che esportano il vino in tutto il mondo vincendo numerosi premi. Per ottenere questi straordinari risultati le aziende hanno imparato che un vino di qualità richiede anche etichette di qualità. E questo è il compito del designer, in quanto il vino non è più considerato un alimento, com’era per i contadini e per i consumatori di una volta, ma oggi è considerato un bene voluttuario».

Il prodotto deve essere in grado di comunicare il proprio valore, e da Roma in giù si avverte questa necessità di affrontare la contemporaneità, così come si presenta il problema di avere delle scuole di design. Di tale argomento si è occupata l’architetto catanese Lucia Giuliano, direttore della dell’Accademia di belle arti e restauro Abadir di Catania, che ha avviato il triennio di design e comunicazione.

«In Sicilia – ha detto la Giuliano – stiamo cercando di colmare il vuoto nella formazione sul progetto. La scuola deve portare i giovani nella comprensione della modernità. Nella nostra isola c’è un tessuto di piccole e medie imprese che non hanno progettisti. Si tratta di imprenditori-artigiani in possesso di tecnologie importanti, ma non hanno progetti per essere competitivi nel mondo globalizzato. Un’azienda che non riesce a costruirsi un’identità forte non potrà reggere la concorrenza».

I relatori hanno considerato il caso Moak, azienda di Modica che punta sulla qualità e design innovativo, considerata tra le cento aziende italiane, come Kartell e Foscarini, più dotate di talento e creatività. A presentare gli ospiti è stato l’architetto Vincenzo Castellana, presidente dell’Adi Sicilia (associazione italiana per il disegno industriale), che ha come finalità quella di promuovere nel territorio siciliano la qualità del design. Castellana ha sottolineato come i creativi e i designer abbiano creato una comunità virtuale dei cosiddetti makers, un passaggio dal reale-virtuale al virtuale-reale, in cui non è più necessario affidare agli altri la realizzazione delle proprie idee, ma è possibile produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie. Un folto pubblico ha assistito all’incontro, presenti molti architetti e artigiani.


Autore : Filippa Antinoro

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