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notizia del 30/03/2004 messa in rete alle 11:08:50
Trainito ripropone la sua poesia tra memorie, riflessioni e filosofia
L’immaginario di Gaetano Trainito, sotto il profilo poetico, nasce dal sovrapporre alla realtà i desideri e le paure; così, almeno, in una dichiarazione proposta dalla scrittrice Donatella Bisutti per capire noi stessi ed il mondo attraverso le parole.
L’immaginario del poeta gelese, che si ripresenta con “Lontani approdi” fresco di pubblicazione, per i tipi Il Poligrafico in terra veneziana, attinge alla sua connaturata disponibilità nel recepire e nel ridare vitalità alla sua lontana sete “di colori e spazi”.
Ma non bisogna guardare alla sua silloge semplicemente come una ricerca della memoria, bensì come una raccolta protesa alla riflessione, con apporti di velata filosofia: per bilanciare il suo canto con la “terra bagnata” e “sotto un raggio di sole”.
Un viaggio a ritroso – forse – nei Lontani approdi che hanno segnato il suo percorso di medico, pervenuto negli ultimi anni della sua poesia.
Ne fanno fede le sue precedenti raccolte “Filo spinato” del 1996 e “Stelle di gesso” del 2000.
Quest’ultima raccolta è strutturata mediante versi brevi, essenziali; bagliori improvvisi che squarciano le nubi, che sono sufficienti ad illuminare ancora una volta le “nascoste divinità trapassate”, per farsi spazio nella contemporaneità, sotto un cielo apparentemente inadempiente.
La prefazione della raccolta, contenente quarantuno testi distillati mediante un lessico esemplare, è opera di Nunzio Sciandrello che, fra l’altro, sottolinea il “rifiuto dell’eloquenza” da parte dell’autore.
Anche questa rappresenta una prerogativa contenutistica e formale del poeta gelese.
Autore : Federico Hoefer
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