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notizia del 01/10/2007 messa in rete alle 09:47:20
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Il bilancio, finalmente!
A tre mesi dalla fine dell’anno, quindi in pieno tempo di consuntivi, il Comune si è dotato del bilancio di previsione. E’ stato approvato, sotto la spada di Damocle della diffida commissariale, martedì scorso con 17 voti favorevoli (tutta la maggioranza di centrosinistra, con l’assenza del solo Nuccio Cafà, della Margherita), il voto contrario dei due consiglieri dell’Mpa Federico e Ferracane e di Susino (Tutti per Gela) e l’astensione dei due Udc Gallo e Cirignotta e dei forzisti Trainito e Scuvera, gli unici del gruppo presenti in aula al momento del voto. Un’astensione, quella di Forza Italia, che sa di collaborazionismo, gradito e prezioso per la maggioranza, che – votazione del bilancio a parte – mostra ogni tanto qualche malessere. Com’era accaduto in occasione dell’approvazione del Piano triennale.
Intanto, c’è da dare atto al senso di responsabilità di tutto il Consiglio, che in una sola seduta ha esitato tutti gli emendamenti presentati (molti ritirati dall’opposizione), approvando il bilancio a seguire. Alla fine, il presidente Giuseppe Di Dio ha voluto rallegrarsi, mostrando tutta la sua soddisfazione per “la compattezza della maggioranza e il senso di responsabilità dell’opposizione”.
E il bilancio avrebbe ottenuto il voto favorevole anche dell’opposizione se l’Amministrazione si fosse impegnata a destinare tutte le risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione alla riqualificazione dei quartieri periferici. La proposta è stata del capogruppo dell’Mpa Pino Federico, arrivato in aula a notte fonda, appena in tempo per “stuzzicare” la maggioranza. E siccome la proposta di Federico avrebbe trasformato in carta straccia il maxi-emendamento presentato dal sindaco e dal presidente del Consiglio, il voto favorevole dell’opposizione, pur allettante ancorchè superfluo se non per il significato politico, è stato rifiutato.
D’altro canto, mai la maggioranza avrebbe rinunciato al suo maxi-emendamento, rivelatosi alla fine il vero grimaldello per arrivare all’approvazione del bilancio senza lacerazioni interne.
Poteva mai accadere che il bilancio venisse bocciato? Mai e poi mai, visto che in tal caso avrebbe provveduto a farlo il commissario “ad acta” nominato dalla Regione, con conseguente scioglimento del Consiglio. Avete mai visto uno o più consiglieri disposti a fare karakiri, rinunciando al seggio ed all’indennità ad esso collegata? Altra considerazione. Se Crocetta non si è visto mai bocciare i bilanci per quattro anni senza avere la maggioranza in Consiglio, si può pensare che ciò possa accadere oggi, potendo contare su una schiacciante supremazia numerica in aula? Gli scontenti suoi “amici” dicono che il bilancio non poteva non approvarsi. E giurano che le critiche verranno dopo. Ci riferiamo ai liberali, democristiani e Italia di Mezzo
La seduta inizia in orario. Ci sono venticinque emendamenti presentati, quasi tutti dall’opposizione, un paio della maggioranza (Giordano, Cafà ed altri) più quelli tecnici del sindaco e per ultimo il maxi-emendamento presentato dallo stesso Crocetta con firma congiunta del presidente del Consiglio Giuseppe Di Dio.
Ci sono tutti e dieci gli assessori (la Calò in effetti arriva molto tardi), c’è naturalmente il sindaco e quasi tutti i dirigenti (Morinello, Caiola, Grisanti, Guzzardi, Galanti, Costa, Di Salvo, Zegovin, Guzzardi e Zanone).
Il primo ad intervenire è Cirignotta (Udc), che chiede di tenere conto delle politiche delle entrate e non solo le spese. Quindi, lotta all’evasione e all’elusione. Paolo Cafà (Sinistra democratica) solleva la questione delle royalties (“Ci sono ma nessuno sa quante sono nè se quello che arriva è quello che ci tocca. Sono poche e bisogna chiederne di più”). Dice anche che bisogna porre più attenzione al sociale, che non si faccia solo assistenzialismo. D’Arma (ds) punta il dito sulle tante associazioni di volontariato “che sorgono come funghi ed assorbono 1/3 del bilancio, senza risultati adeguati alle risorse impegnate”. E per una piena applicazione della questione morale, chiede che venga eliminato il potere di discrezionalità. Trufolo (Pli) dice che voterà il bilancio solo per senso di appartenenza, lamentando il mancato coinvolgimento del suo partito nell’elaborazione dello strumento finanziario. Giovanna Cassarà (pdci) annuncia il suo voto favorevole anche se non pienamente soddisfatta. Chiede più manutenzione e meno feste. Il forzista Scuvera critica il bilancio (“Non rispetta le vere priorità della città”).
Il capogruppo di Forza Italia Gaetano Trainito ci tiene a far sapere che il bilancio dell’amministrazione “non rispetta il patto di stabilità e non dà le giuste risposte ai cittadini”. Dice anche che sarebbe stato opportuno coinvolgere l’opposizione, auspicando in futuro una maggiore attenzione.
Esauritasi la prima sfilza di interventi per dichiarazioni di voto sul bilancio, si passa alla trattazione degli emendamenti. Otto dell’Udc (Cirignotta-Gallo), in parte respinti o ritirati. Stessa sorte per quelli presentati dall’Mpa (Celona, Federico e Ferracane), poi quelli tecnici presentati dal sindaco, ed infine il maxi-emendamento dell’Amministrazione e dalla Presidenza del Consiglio.
Con gli emendamenti si chiude all’1,15. Ancora qualche intervento per dichiarazione di voto.
Cirignotta e Trainito annunciano che si asterranno (considerato il maxi emendamento del sindaco, che in parte accoglie qualche indicazione contenuta negli emendamenti, pur bocciati, presentati dai due partiti). La Folaga (ds) spera che si metta mano presto al bilancio 2008 e chiede più attenzione per Montelungo e per la manutenzione di quelle opere che vanno in malora. Ferrara (dc) dice che voterà il bilancio, che lo ritiene più un consuntivo che una previsione. Dà atto all’opposizione di aver voluto partecipare alla redazione dello strumento finanziario, chiedendone in futuro un maggiore coinvolgimento della minoranza. “Non si vive solo di servizi sociali – ha detto Ferrara – ma anche di sviluppo economico, di lavoro. Quindi, meno assistenzialismo e maggiore sviluppo”. Fava (Margherita) si congratula con il presidente Di Dio per la conduzione dei lavori.
Si arriva alla proposta di Federico, rivolta al sindaco, di destinare i proventi delle opere di urbanizzazione al risanamento dei quartieri periferici. Il sindaco non accoglie la proposta, ricordando che buona parte delle somme sono già previste per interventi di riqualificazione urbana in quelle zone. Si vota e l’esito è scontato: il bilancio passa a maggioranza. La comunista Cassarà ne propone l’immediata esecuzione. Stesso risultato.
Una nota curiosa, ma di per sè indicativa sulla politica di questa amministrazione, che trascura i bisogni della scuola. Nessuno dei consiglieri, opposizione compresa, ha emendato nulla in favore dei servizi scolastici, come se questi non fossero di competenza comunale. E vale per tutti il raffronto delle cifre: nel bilancio del 2006 i fondi previsti per la scuola erano di quasi 4 milioni di euro; per il 2007 ne sono stati previsti appena 2 milioni e mezzo. La riduzione è stata drastica, quasi del 50%. Alla faccia della cultura, attraverso cui, secondo il verbo del sindaco Crocetta, dovrebbe combattersi anche l’illegalità. Ma l’importante è dirlo. Farlo è un’altra cosa. E’ l’equazione che prevale in politica.
Autore : Rocco Cerro
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