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notizia del 19/07/2006 messa in rete alle 09:41:00
Sfiducia al sindaco, Federico prende tempo
Chi si aspettava risultati eclatanti dalla seduta consiliare di giovedì 13 luglio scorso si è sbagliato di grosso. Si vociferava che sarebbe stato dato in aula consiliare l’annuncio che nella mattinata di venerdì sarebbe stato depositato e protocollato in segreteria il documento contenente la mozione di sfiducia al sindaco corredato di dodici firme. Quelle necessarie per innescare la procedura che prevede la convocazione del consiglio comunale con quell’unico punto all’ordine del giorno. Solo che questo annuncio non c’è stato perché le firme raccolte sono state solo 11 (Pingo, Catalano, Muncivì, D’Aleo per Forza Italia; Cirignotta e Giudice per Udc; Robilatte e Celona per l’Mpa; Liardo e Galioto per An). Non ha firmato il gruppo di Nuova Sicilia (Federico, nella foto con il sindaco Crocetta; Ferracane, Bricconcello e Napolitano). Sembra che Napolitano abbia dapprima firmato e che poi abbia fatto marcia indietro cancellando la sua sottoscrizione. Che dire della seduta a questo punto? Solite schermaglie. Il forzista Catalano a ribadire le stesse cose, le stesse accuse, le stesse domande, le stesse riflessioni. “Mi aspettavo che il sindaco ci informasse – ha detto il consigliere di Forza Italia – attraverso quali presupposti è rientrata la crisi politico-amministrativa. Quando pensa di organizzare l’assessorato allo sviluppo economico e ai Lavori pubblici? Qual è la rimodulazione del programma con cui il sindaco si è messo d’accordo con il centro sinistra? I componenti di questa coalizione vanno avanti insieme ma separatamente.
Basta pensare all’assessorato all’agricoltura che per sei mesi c’è e per altri sei scompare.
Non posso accettare quando D’Arma af-ferma che si debba chiudere stasera la di-scussione sulla crisi politica, considerata marginale, per affrontare il bilancio.
Prima di tutto occorre chiarezza e poi si va avanti. Infine mi si dovrà dire come saranno spesi i soldi che andranno agli assessorati”. Poi un’accusa ai Ds di dietrofrontismo per ordini ricevuti da Roma e Palermo perché Crocetta non si tocca. Ma anche accuse forti alla Margherita per il suo silenzio. Infine così conclude: “Ci aspettiamo che questa crisi si risolva veramente e che venga al più presto assegnata una guida politica a quegli assessorati vacanti. Poi potremo parlare di bilancio”.
La seduta era iniziata con un intervento del capogruppo consiliare Ds Salvatore D’Arma. Un intervento molto criticato dal consigliere Catalano che in alcuni tratti lo ha ritenuto fragile dove si poteva leggere tutto l’imbarazzo del diessino D’Arma che in fase di replica ha respinto al mittente quelle considerazioni e interpretazioni. “C’è stata una presa di posizione di tutto il centro sinistra – ha detto D’Arma in riferimento a limiti evidenziati da parte dell’amministrazione e in modo particolare del sindaco. Lo stesso sindaco aveva preventivato che ci sarebbe stata maretta. C’è stato un duro documento ufficializzato verso il sindaco con cui si sono poste le condizioni per la necessaria verifica. Rispetto a questa presa di posizione successivamente c’è stata da parte del sindaco un’autocritica in riferimento ai temi della collegialità, dello slancio politico amministrativo a favore della città. Sostanzialmente un ruolo di pari dignità tra tutte le presenze assessoriali e istituzionali. Questa è stata la fase con cui abbiamo voluto costruire un rapporto nuovo che deve continuare. E’ una specie di verifica costante per rilanciare l’azione politico-amministrativa per presentarci alle prossime scadenze elettorali con un risultato positivo di questa azione. La crisi da punto di vista istituzionale per noi Ds è superata, ma siamo attivati ad una verifica costante per il mantenimento degli impegni assunti che sono quelli di una maggiore partecipazione alla collegialità, interventi più incisivi nel tessuto sociale e nei quartieri. C’è quindi una riflessione nel centro sinistra che non può essere diviso e coordinato all’esterno, ma frutto di una condivisione progettuale che parte dal Consiglio comunale, dalle forze politiche di Gela”. Se i Ds con D’Arma cercano di trovare spiegazioni intelligibili che possano giustificare la loro marcia indietro nei riguardi del sindaco, cosa ben diversa è la condotta dei comunisti italiani Bonura e Ignazio Di Dio.
“Ci siamo accorti già da tempo – afferma l’ex segretario cittadino dei Comunisti italiani Ignazio Di Dio – che il comportamento di questo sindaco non andava nella direzione auspicata in sede di programma. Il sindaco non ha unito, anzi ha operato per dividere i partiti e in particolar modo ha trattato male i cittadini di Gela. Quando i bilanci vengono presentati senza che i consiglieri abbiano avuto la possibilità minimamente di partecipare alla programmazione di questo strumento finanziario.
Quando il sindaco, dopo il documento di sfiducia politica sottoscritto dal centro sinistra fa un mea culpa che non convince nessuno, allora c’è un fallimento totale. E’ da novembre che rimango inascoltato dopo avere chiesto una inversione di tendenza. Lui non ha fatto partecipare i partiti, non ha fatto partecipare i consiglieri comunali. Ha fatto tutto da solo. Gli abbiamo detto che ha sbagliato. Dopo queste nostre critiche vengo a sapere che si sta lavorando all’interno del partito per espellerci. Sarebbe ora che Di Liberto scendesse a Gela per farci capire il senso delle decisioni prese fino ad oggi”. Nel suo intervento Di Dio ha sottolineato che è in atto il tentativo di toglier loro (Bonura e Di Dio) il diritto di critica con le lettere anonime circolate per Gela. Ha annunciato di avere presentato un esposto denuncia alla magistratura. “Noi andiamo avanti – ha detto concludendo il suo intervento – la situazione è grave. Non riusciranno a metterci il bavaglio. Auspico a questa città un futuro migliore”. Parole molto dure quelle pronunciate da Di Dio, che difficilmente potranno portare ad una riconciliazione”. Si sono registrati gli interventi di Robilatte e di La Folaga che ha invitato tutti a chiudere la discussione sulla crisi a chiusura dei lavori perché la città attende l’approvazione del bilancio. Una dura critica verso i Ds e la Margherita è stata lanciata dal Vicepresidente del consiglio Angela Galioto. Per l’esponente di An i democratici di sinistra hanno in ostaggio il sindaco e praticamente lo guardano a vista. Infine li accusa di volere passare subito alla trattazione del bilancio per sottrarsi alla discussione della crisi da loro considerata un fatto marginale. Ce n’è anche per la Margherita accusata di starsene zitta senza spiegare quando si insedieranno i suoi assessori .
Il sindaco Crocetta interviene quasi per ultimo. Critica il centro destra per essersi inserito nella discussione che ha visto critici i consiglieri di centro sinistra nei suoi riguardi cercando di scardinarli, di utilizzarli. Il primo cittadino parla di gioco politicamente poco corretto. Accusa il centro destra di giocare male perché il suo solo scopo è quello di ritardare l’approvazione del bilancio discutendo all’infinito di una crisi che ormai si è risolta da tempo. “Voi volete venire a sostenere stasera – afferma Crocetta puntando il dito accusatore verso i banchi del centro destra – che fino a quando il centro sinistra non ricompone la crisi, noi continueremo all’infinito questa discussione perché no ci interessa di parlare di bilancio. Io credo che questo sia un rapporto politicamente non corretto. Noi non siamo stati eletti per parlare all’infinto di politica.
Siamo stati eletti per risolvere i problemi, per discutere delle grandi questioni. Bisogna dire alla città che il centro destra vuole paralizzare il bilancio per poi dire che il sindaco e la sua giunta non hanno fatto nulla. Invece devo dire che ci sono 45 progetti esecutivi pronti che riguardano la messa in sicurezza di tutte le scuole, il rifacimento di intere strutture scolastiche, l’abbattimento di barriere architettoniche”. E in risposta alle accuse di inefficienza e di inoperosità risponde ancora una volta elencando tutte le grandi opere realizzate e in corso di realizzazione, la stabilizzazione del precariato e tutti gli interventi riguardanti l’emergenza idrica.
Si arriva oltre la mezzanotte e subito dopo l’intervento del sindaco prende la parola il comunista Bonura che inizia con una battuta di sfottò in risposta a quanto ha dichiarato: “Sindaco mi metterò in piazza a raccogliere delle farlo per farlo Santo”. La seduta al momento in cui abbiamo lasciato l’aula è continuata con Bonura.
Autore : Nello Lombardo
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