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notizia del 22/12/2012 messa in rete alle 00:56:38
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Intervista all’assessore Marina La Boria: «I tagli all’Istruzione limitano i servizi essenziali»
Nominata poco più di un anno fa dal sindaco Angelo Fasulo, assessore all’istruzione, cultura e pari opportunità, su proposta del socialista Pietro Lo Nigro, Marina La Boria (nella foto), neofita della politica, mamma e avvocato stimato ha svolto i tre ruoli con dignità, mostrando grande impegno. Donna sensibile e determinata si è schierata dalla parte dei più deboli, specie quando questi sono stati privati dei loro diritti a causa delle riduzioni in bilancio del budget di spesa destinato ai suoi settori Abbiano deciso di incontrarla affinché ci illustrasse i risultati e gli sviluppi di questo anno di attività, partendo proprio dal tema scottante, di cui in quest’ultimo periodo si è discusso, che è quello della carenza dei fondi che ne limitano gli interventi.
– Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato, dopo il suo insediamento, lei che viene dalla società civile?
«All’inizio ho provato un po’ di difficoltà nel riuscire a capire le mie competenze e soprattutto nell’esame del Peg, cioè del bilancio, anche perché sono stata lasciata da sola a comprenderne il meccanismo. Sono stata nominata a fine novembre, ma già a fine gennaio avevo ben chiara la situazione in cui versava il mio settore. Avevo ereditato un bilancio in cui le somme inserite nei capitoli di bilancio inerenti l’istruzione erano, già da allora, talmente esigue da impedire la piena erogazione dei servizi di trasporto alunni, di accudienza dei bambini disabili e della refezione scolastica. Non vi era un capitolo di bilancio per le pari opportunità e per la cultura vi era la ferma volontà di destinare la maggior parte dei finanziamenti all’evento Le Vespertine, erano rimasti disponibili nel settore culturale solo mille euro che io ho indirizzato ad una scuola per un progetto Comenius».
– Il bilancio approvato in questi giorni non mostra una situazione differente. Come si è posta dinnanzi a tale questione?
«Già dal maggio 2012, comprendendo i capitoli di bilancio, avevo lamentato tale situazione presentando una relazione scritta, in cui chiedevo di inserire somme maggiori nel settore istruzione già molto sofferente, ma è stato un lamento che non ha portato a nulla. Nel momento in cui sono stata nominata, il servizio di trasporto e di accudienza era inesistente, perché il comune non aveva erogato i contributi per il reclutamento del personale. Tali contributi sono stati elargiti a fine dicembre 2011, con ripresa dei due servizi solo nel periodo gennaio-maggio. Anche in quest’anno scolastico si sono manifestati gli stessi disagi. Inoltre le somme che sono state indicate nel bilancio di previsione 2012 con ribaltamento nel 2013, copriranno il servizio di refezione per solo cento giorni, cioè quattro mesi da gennaio a maggio, dopo di che bisognerà comunicare ai presidi l’interruzione di tale servizio per l’anno scolastico 2012-2013. Il servizio di refezione non è considerato essenziale dall’elenco previsto dalla legge, come quello del trasporto alunni e accudienza dei bambini disabili, ma è di fondamentale importanza, perché va incontro alle esigenze delle donne lavoratrici, e io come assessore alle pari opportunità non posso non tener conto di ciò. Inoltre la refezione dà la possibilità ai bambini, nelle ore pomeridiane, di potenziare le proprie abilità e la socializzazione. Bisogna anche considerare che tale servizio dà delle opportunità di lavoro, quindi presenta solo aspetti positivi».
– Quali potrebbero essere le soluzioni per gestire un settore dalle tasche vuote?
«Mi rendo conto che il servizio di refezione impoverisca molto le casse del Comune, perché non vi è mai stato un adeguamento delle rette al costo del servizio, e ciò ha determinato un peso eccessivo per l’amministrazione comunale. Ma i problemi non si risolvono eliminando il servizio, perché sarebbe un fallimento per la città. L’unica soluzione, che magari può risultare impopolare anche in virtù di possibili riconferme politiche, sarebbe quella di allargare la platea dei paganti e aumentare il costo del contributo. Ho sempre insistito per tale alternativa. Tra l’altro ormai è troppo tardi per permettere il prolungamento di tale servizio, in quanto è già scaduto il termine per l’espletamento della gara, e la vecchia gestione avrà una proroga per i quattro mesi».
– Quindi spesso si tratterebbe di scelte politiche piuttosto che di crisi economica?
«Certo non si può negare che vi siano stati dei tagli, ma i servizi essenziali come quello dei trasporti alunni e dell’accudienza dei bambini disabili, non possono dipendere da finanziamenti regionali o statali, principalmente aleatori. I servizi obbligatori dovrebbero dipendere dalle entrate correnti dell’amministrazione».
– Si parla di cultura come fattore di sviluppo economico, oltre che sociale, lo ha asserito anche il nostro presidente della Regione. Qual è la sua opinione a tal proposito?
«Sono pienamente concorde con tale affermazione. La cultura è alla base della società civile, ma l’istruzione è il punto di partenza che è qualcosa di diverso dalla cultura, posizionata ad un gradino superiore. Ma se l’istruzione è alla base del sapere e l’amministrazione non riesce a garantire una giusta cura della scuola, come si può pensare di finanziare eventi culturali, quando nel capitolo di bilancio del settore cultura non ci sono fondi?»
– Si pensa di destinare la Chiesa di San Giovanni ad una fondazione culturale. Quale è la sua idea sulla collaborazione tra pubblico e privato per finanziare la cultura?
«Non vi è dubbio che in un momento così critico la collaborazione tra pubblico e privato diventi importante, ma io mi trovo in una situazione di imbarazzo. Ho chiesto dei finanziamenti ai privati per l’acquisto di materiale didattico per la scuola dell’infanzia, non posso chiedere sponsorizzazioni per eventi culturali. Tra l’altro il bilancio ha sempre previsto una spesa esosa, cioè duecento mila euro, per finanziare l’istituto musicale contro una retta pagata dalle famiglie di appena il 5%, ma il consiglio comunale ha bocciato la delibera di innalzamento della retta, impedendo di finanziare altri eventi con il ricavato in più».
– Lei ci ha pensato un po’ prima di accettare un incarico così impegnativo, dovendosi occupare anche della sua professione di avvocato e del ruolo di mamma. Come riesce a conciliare i tre ruoli?
«Sicuramente svolgo i tre ruoli con dignità, ma il merito principale va ad altre due grandi donne che mi hanno sempre aiutata e sostenuta: mia madre e mia suocera».
– Si parla di donne in politica e di quote rosa sempre con maggior insistenza. Dopo questa esperienza, lei pensa di impegnarsi politicamente in un prossimo futuro, partecipando ad una competizione elettorale?
«Adesso sono talmente arrabbiata, avvilita e disincantata che darei una risposta negativa. Ma nella vita mai dire mai. Ciò che mi tiene ancora su questa poltrona è l’incoraggiamento da parte dei dirigenti scolastici e delle mamme, che ogni giorno mi dicono di non abbandonare, perché io amo la scuola e amo i bambini e nessuno può privarli dei propri diritti.»
Autore : Filippa Antinoro
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