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notizia del 25/02/2006 messa in rete alle 05:45:45
Sciovinismo alla nissena
Nei giorni scorsi, il quotidiano “La Sicilia” di Catania, nell’edizione della provincia di Caltanissetta, ha pubblicato la lettera di un geometra nisseno, Antonio Bonifacio, il quale, cogliendo l’occasione dell’istituzione, a Gela, del Servizio Turistico, ha voluto dare una tangibile dimostrazione dello sciovinismo, che, purtroppo, è tuttora presente in taluni ambienti nisseni, che immaginano di potersi scrollare di dosso le loro frustrazioni, impugnando la bandiera del becero campanilismo, per alimentare stupide, stucchevoli ed anacronistiche contrapposizioni tra il comune capoluogo e la nostra città.
Il Bonifacio, che non nasconde le proprie simpatie per Alleanza Nazionale, arriva a muovere censure anche nei confronti dell’avv. Angela Galioto, consigliere comunale di An a Gela, la quale, ovviamente e giustamente, ha ritenuto di esprimere un giudizio fortemente positivo sul provvedimento in questione.
Il nostro “amico” lamenta che Caltanissetta, in poco tempo, ha per-so la Standa, il Distretto Militare, l’Enel e, volendo, verosimilmente, riaffermare il convincimento di una supposta – e, perciò, inesistente – superiorità dei nisseni rispetto ai gelesi che ancora alberga nella testa bacata di qualche quisquae de populo, che non si è verosimilmente reso conto dei radicali cambiamenti avvenuti nel corso dell’ultimo trentennio nelle due realtà (Caltanissetta vive di servizi, di terziario e di scampoli di agricoltura, mentre Gela, con la sua immensa pianura, con il suo mare, con i suoi giacimenti petroliferi, con le sue industrie, con la sua agricoltura avanzata ha creato e dato ricchezza, non solo a se stessa ed alle popolazioni del suo hinterland, ma alla Sicilia ed al Paese). Senza dimenticare l’altissimo tributo di vite umane che ha pagato e continua a pagare, in conseguenza dell’inquinamento atmosferico provocato dagli scarichi del vicino stabilimento petrolchimico. Dove – è bene rammentarlo a quanti hanno la memoria corta – non hanno trovato occupazione solo gelesi, ma decine, centinaia, migliaia di operai provenienti da ogni parte della Sicilia, compresi numerosissimi nisseni e/o nati e cresciuti nei comuni del cosiddetto Vallone. E tutto ciò, senza che forze politiche, amministratori, sindacalisti e semplici cittadini gelesi gridassero allo scandalo!
Bonifacio, in ossequio al suo prestigioso (?) cognome (chi conosce la storia d’Italia sa che alla vigilia del Natale del 1294, nel Conclave riunitosi a Napoli, il Cardinale Benedetto Caetani di Anagni venne eletto Papa, assumendo il nome di Bonifacio VIII, divenendo subito particolarmente noto per la “sua politica anacronistica ed accentratrice”, al punto che Jacopone da Todi lo definì “novello anticristo”) considerando verosimilmente noi gelesi “dannata stirpe”, afferma che i nisseni non “ hanno bisogno di maestri gelesi ”, ricordando – urbi et orbi – che “Caltanissetta è ancora il capoluogo di questa provincia”, ma dimenticando o facendo finta di dimenticare che Gela, non solo sul piano demografico, ma anche sul piano economico, turistico ed archeologico la sovrasta abbondantemente.
L’unico rilievo che il geometra avrebbe potuto muovere, avendone verosimilmente titolo per la professione che esercita, risiede nello scempio paesaggistico consumato nella nostra città negli Anni Settanta ed Ottanta, quando ben noti speculatori di aree edificabili, approfittando del boom economico di quegli anni e del sempre crescente bisogno di case della nostra popolazione, trasformarono – con colposa ed, a volte anche dolosa, responsabilità degli amministratori comunali dell’epoca, che per incapacità e/o per scelta non seppero o non vollero dotare la città di adeguati strumenti urbanistici, capaci di regolarizzarne e pilotarne la crescita edilizia – poterono realizzare lucrosi profitti, frazionando abusivamente i terreni, di cui si erano affrettati a divenire proprietari, rivendendoli a prezzi che, in quegli anni, superarono addirittura le 120 mila lire a metro quadro, così alimentando la nascita di immensi quartieri abusivi, privi di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e di servizi essenziali per un vivere civile (strade, rete idrica e fognaria, scuole, piazze, zone verdi, ecc.).
Ma su questo il “nostro” tace, in quanto, verosimilmente, ha provato uno stupido godimento personale (d’altra parte, gioire delle disgrazie altrui è tipico di piccoli – non fisicamente – uomini e di coloro che della cattiveria fanno una ragione di cita). Bonifacio, infine, adombra il sospetto che qualcuno possa compiacersi della “spoliazione” di cui sarebbe vittima il comune capoluogo. Certamente non è il caso di noi gelesi, che non abbiamo mai goduto delle disgrazie altrui! Anzi, in moltissime circostanze, abbiamo concretamente dimostrato la nostra comprensione e, soprattutto, la nostra solidarietà nei confronti di coloro che stavano peggio di noi!
Autore : Elio Cultraro
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