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Corriere di Gela | Le scorrettezze della Regione Siciliana
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notizia del 25/02/2006 messa in rete alle 05:43:49
Le scorrettezze della Regione Siciliana

E’ tempo di elezioni, tra poco più di un mese andremo a votare, e già iniziamo ad essere “bombardati” dalle dichiarazioni che provengono dai capetti di destra e sinistra, soprattutto dai presunti Presidenti del Consiglio, che per attirare l’attenzione di giornali e televisioni hanno ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi a chi la spara più grossa.
Berlusconi promette di diminuire di due punti il carico fiscale? E’ un dilettante: Prodi sa già come diminuirlo di ben cinque punti.
Le pensioni minime a cinquecento Euro? Roba da miserabili: verranno portate ad un minimo di ottocento euro, con cui i pensionati che vorranno approfittare del cambio favorevole potranno trasferirsi in Thailandia o in Indonesia per vivere da pascià. Mandando i nostri pensionati in Indocina spenderemo meno la salute, l’assistenza alla terza età, le costose medicine, e libereremo risorse impensate.
Il governo di centrodestra ha approvato l’assegno di mille euro per ogni nuovo nato? Roba da bambini: Prodi ci fa sapere che ha già individuato le risorse per dare ad ogni famiglia 2.500 euro a figlio, ogni anno, assicurando il sostegno fino a che il pargolo non avrà compiuto i diciotto anni e sarà quindi in grado di provvedere a sé stesso.
Grandi speranze per tutti, quindi, da queste elezioni politiche, per le quali i cittadini potranno scegliere democraticamente se credere al libro dei sogni del centrodestra o a quello del centrosinistra.
La realtà, purtroppo, è spesso ben diversa: spesso chi governa o amministra cambia le regole del gioco quando la partita è iniziata o, ancora peggio, quando è ormai finita, e i cittadini non hanno la forza di ribellarsi e travolgere gli organizzatori di queste scorrettezze. E faccio un esempio concreto, che si riferisce alla Regione Siciliana.
Il signor Giuseppe è un artigiano, diciamo che possiede un’officina meccanica con la quale riesce a sbarcare il lunario, non senza fatica. La legge regionale 3/86 ha stabilito il contributo a fondo perduto del trenta per cento per gli artigiani che acquistino nuove attrezzature per migliorare la propria attività. Giuseppe fa due conti: gli servirebbe un nuovo macchinario per aumentare la clientela, ma il costo è notevole. Però, se la Regione contribuisce con il 30%, può anche azzardare l’acquisto, magari stringendo la cinghia, ce la può fare. Così acquista il macchinario e presenta l’istanza di contributo.
Siamo nel 1997, e la Regione, si sa, quando deve dare soldi è veloce a promettere e lenta ad eseguire. La burocrazia segue il suo iter e Giuseppe scopre che i suoi conti li aveva fatti male: ha stretto la cinghia più del previsto, ha pagato interamente il macchinario e questo, dopo otto anni, è già sorpassato. Sì, perché siamo arrivati al 2005 e Giuseppe non ha ancora visto il becco di un quattrino. Aveva speso cento milioni di lire, ne attendeva trenta, e nel frattempo è cambiata anche la moneta corrente: oggi attende quindicimila euro.
Ma ecco il colpo di scena. Nella finanziaria della Regione per il 2006 c’è una norma che riguarda proprio lui. In pratica, la Regione dice agli artigiani: “Avete fatto le vostre brave istanze di contributo, state attendendo i soldi da anni, ma soldi ne abbiamo pochi. Quindi vi daremo soltanto il 30% del contributo che aspettavate. Ma non ve lo diamo subito: ve lo dilazioniamo in dieci anni”.
Giuseppe attendeva da otto anni quindicimila euro, né riceverà soltanto 4.500 e nella misura di 450 euro all’anno. Se l’avesse saputo prima, forse non avrebbe acquistato quel macchinario per il quale si è indebitato, ha pagato interessi alle banche, ha stretto la cinghia.
Questa è l’orrenda scorrettezza messa in atto dalla Regione Si-ciliana nei confronti di una categoria, quella degli artigiani, che a parole viene definita una “risorsa” per l’economia isolana: un cambio delle regole, unilaterale, dopo che la partita si è conclusa, e una modifica del risultato “a tavolino”. Non faccio altri commenti: ognuno giudichi in autonomia il comportamento della Regione.


Autore : Giulio Cordaro

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