|
notizia del 04/07/2006 messa in rete alle 00:27:02
Come vorrei una città normale
Gioca la nazionale italiana ai mondiali di calcio in Germania e l’intera nazione si ferma: si spostano gli appuntamenti, si rinviano i rientri pomeridiani negli uffici pubblici, si fa mezza giornata di ferie in quelli privati, in molti bar e negozi spuntano improvvisati televisori. Nulla di strano, direi: la febbre del calcio segue il suo normale decorso, e continuerà anche dopo che i mondiali si saranno conclusi, perché ci saranno settimane e mesi di commenti.
C’è comunque un lato veramente positivo in tutto questo: dalla Val d’Aosta a Capo Passero ci sentiamo tutti fratelli, dietro la bandiera italiana, ed in un Paese spaccato a metà non è poco. Soprattutto se il grido “Forza Italia” non significa dare credito a Berlusconi, ma incitare la squadra azzurra verso le sperate vittorie.
E dopo ogni vittoria della nazionale, in tutta Italia si festeggia, tutti allo stesso modo: con caroselli di auto e moto per le principali strade cittadine, con regolare concentramento nelle piazze principali e tripudio di bandiere tricolori.
Per la verità non capisco troppo bene il perché dei festeggiamenti nel girone eliminatorio o agli ottavi, ma comunque sia, ci sono ben poche occasioni ai giorni nostri di festeggiare qualcosa, quindi che ben venga la festa. In ogni comune italiano, ma non a Gela.
Perché Gela, signori, è una città seria, anzi è diventata seriosa, cupa, tesa. E’ la città della lotta alla mafia, all’usura, al racket, simbolo della riscossa contro il malaffare. Qui a Gela le feste sono solo quelle organizzate dal Comune, magari grazie ai debiti fuori bilancio e ai fornitori che notificano decine di decreti in-giuntivi. Tutto deve essere sotto controllo.
E allora, cosa volevano fare quelle centinaia di giovani su auto e moto che lunedì scorso, dopo la vittoriosa partita con l’Australia, pretendevano di festeggiare in Piazza Umberto? Lo sciame motorizzato e vociante, una volta imboccato Corso Vittorio Emanuele, è giunto all’incrocio con Via Marconi e ha trovato una transenna. Erano le 19,15 e c’era l’isola pedonale. Per un po’ i “sovversivi” hanno deviato per la Via Marconi, a nord e a sud. Poi, alle 19,30, hanno deciso di forzare il blocco e si sono diretti in Piazza Umberto. A guardia della transenna c’erano due povere ausiliarie del traffico, che hanno tentato di usare le armi del convincimento, poi sono state travolte dallo sciame vociante. Hanno tentato di annotare qualche numero di targa, ma più che altro per tentare di spaventare qualcuno, non certo per elevare multe.
Il problema non si ripeterà, perché se, come ci auguriamo, la nazionale italiana continuerà a vincere, i prossimi festeggiamenti avverranno tutti intorno alla mezzanotte, quando l’isola pedonale non è in vigore. Ma quel che mi chiedo è se non si poteva in qualche modo prevedere (e non ci voleva un mago) che ci sarebbero stati i festeggiamenti, dando alle ausiliarie del traffico l’ordine bonario di permettere i caroselli motorizzati, come in tutte le città italiane. Tra l’altro non comprendo bene se sia legittimo il servizio degli ausiliari del traffico all’ingresso delle zone pedonali, dal momento che gli ausiliari non sono abilitati ad elevare multe per la violazione del divieto di accesso, ma possono occuparsi solo di divieti di sosta e di fermata. Ma tant’è: nella città della legalità si impiegano gli ausiliari in servizi illegittimi, e si impedisce alla gente di festeggiare la nazionale. Come vorrei una città normale…
Autore : Giulio Cordaro
» Altri articoli di Giulio Cordaro
I Vostri commenti
Qualche volta sono d'accordo con Giulio Cordare, e questa è una di quelle volte. L'altra Italia, ovvero l'Italia espatriata, quando vince la nostra nazionale azzurra esulta con la stessa intensità di quella manifestata dai nostri connazionali in Patria. E lo stesso processo di macchine pregne di tricolore a scorrere per le vie in una bufera di gioia, confusione e schiamazzi anche per coloro che italiani non sono (tutto comunque dentro i canoni civili). Il più delle volte la concentrazione, qui a Vancouver, Canada, è sulla 'Commercial Drive' che notoriamente è una via italiana (come la 'Little Italy' a New York).
Data la manifestazione globale del campionato mondiale di calcio, le autorità locali sanno che se la nazionale italiana, nell'incontro con una delle squadre avversarie, ne esce vincente la prima cosa che fanno è quella di controllare il flusso di auto della Commercial Drive, ovvero chiudono al traffico della suddetta via solo le auto che non mostrano alcun contrassegno italiano (e si vede!) per lasciare spazio e sfogo al traffico pedonale a quel punto vociferante e festoso 'così tanto italiano' sì da attirare la curiosità di coloro che italiani non sono (con tanto di stampa e televisione locale) che vengono coinvolti e godere del momento che in qualche modo viene fatto anche a loro. Ovvero, è un momento di vittoria per tutti, e le autorità locali — che stanno tanto attenti al multiculturalismo — sono disponibili e lieti perché la vittoria di una squadra che non ha niente a che vedere con i colori canadesi venga percepita appunto come una vittoria di tutti.
Autore: Roberto Fasciana
data: 04/07/2006
Io sono completamente d'accordo, in città come nel mio caso quella di Milano, le zone pedonali vengono tranquillamente aperte al traffico, con ovviamente le forze dell'ordine a presidiare quest'ultime e non con poveri ausiliari che di manifestazioni di qualunque genere non sono abituati.
lasciate festeggiare i ragazzi come me nella nostra bella città, io sono lontano ma se vivevo ancora lì !!!
sicuramente in mezzo al gruppo di supporter festosi c'ero anche io con tanto di bandiera e trombette varie.
per salutarvi un bacio grande alla mia e nostra città che tanto mi ha dato aiutandomi a crescere con la testa sulle spalle.
F O R Z A A Z Z U R R I
Autore: samuele
data: 04/07/2006
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|