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notizia del 04/07/2006 messa in rete alle 00:25:52
Devolution tra propaganda e disinformazione
E’ bastato davvero poco al centro-sinistra per mettere paura sulla “devolution”, mentre stenderei un velo pietoso sul centro-destra fautore della riforma. La fortissima impressione è che gli Italiani abbiano votato no al referendum identificandolo con la devolution senza, probabilmente, conoscerne minimamente il significato e la portata: la propaganda leghista s’è rivoltata contro lo stesso partito del carroccio.
La trasposizione di espressioni britanniche in contesti ed ambiti del tutto diversi ed inappropriati è diventata una stupida abitudine. Incredibile vedere gli inglesi pescare nel latino e noi, popolo neo-latino, ridurci a copiare da loro. Il termine Devolution (vocabolo assente nel dizionario arcaico anglosassone) è la traduzione inglese di devoluzione che deriva dal latino “devolutio” e concerne l'atto del devolvere, riconoscere ad altri, implicando un movimento che procede dall’alto al basso: ciò, successivamente, nel diritto si specifica in un trasferimento di poteri. La logica della sussidiarietà, invece, implica l’esatto contrario: uno svolgimento di competenze che procede dal basso verso l'alto. Nel progetto di riforma si accennava alla devolution rimanendo, invece, in una piena prospettiva di sussidiarietà (così come “consiglia” l’Unione Europea).
In una realtà come il Regno Unito, dove il governo locale ("self-government") affonda le sue radici sin dal medioevo, nel novembre del 1998 il parlamento a maggioranza laburista ha prodotto una triade di Acts (Scotland Act, Government of Wales Act e Northern Ireland Act) rappresentativi del trasferimento di funzioni costituzionali nei tre comprensori territoriali nazionali: Scozia, Galles ed Irlanda del Nord (che possono ora contare su assemblee monocamerali e governi o comitati esecutivi in materie normative ed impositive, in alcuni casi esclusive, in molti altri secondarie rispetto al parlamento di Westminster). In particolare, nella Nord-Irlanda protestante (dove dal "Good Friday Agreement di Belfast" s'è verificata una preoccupante battuta d'arresto dovuta alle note contingenze politico-religiose), la devolution è un principio di pacificazione prima ancora che politico-istituzionale (considerazione da estendere a Catalani e Baschi in Spagna). Soprattutto, la devolution è stata inglobata in una visione riformatrice più ampia e comprendente il ripristino della capitale londinese a vera e propria città-regione (la "Greater London", che ritorna ad avere un Sindaco elettivo ed un Consiglio con prerogative in settori strategici della metropoli, come trasporti ed urbanistica) e l’autentica regionalizzazione dell’intera Inghilterra (in alcune costituenti regioni inglesi sono già attivi organi consiliari).
Riconoscendo ed istituzionalizzando le identità nazionali, la devolution è (semmai) un argine contro tendenze ed aspirazioni "secessionistiche" e, paradossalmente, con il no referendario si lascia (a rigor di logica) la porta aperta ad ipotesi secessionistiche quali alternative soluzioni al centralismo statale: in tutto questo, la disinformazione giornalistica (con la complicità d’illustri opinionisti, politologi accademici compresi) ha raggiunto picchi davvero disarmanti.
Autore : Filippo Guzzardi
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I Vostri commenti
Bravo Filippo!!! Mi ha piaciato molto il suo articolo. Grazie e aguri.
Susana Molica Nardo Kearney
Autore: Susana Molica Nardo Kearney
data: 19/07/2006
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