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Corriere di Gela | Quel pasticciaccio di piazza Salandra
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notizia del 10/11/2012 messa in rete alle 23:50:31
Quel pasticciaccio di piazza Salandra

La “riqualificazione” di Piazza Sant’Agostino, voluta dalla precedente amministrazione comunale, è stata oggetto di parecchie polemiche. Numerose riunioni col progettista, l’architetto Collovà, consiglieri comunali, comitato di quartiere, associazioni di disabili, non hanno fatto recedere il Comune dal rifacimento della piazza con una pavimentazione da tutti giudicata inadeguata al normale transito pedonale (da tutti tranne che dal progettista). La situazione è stata resa ancor più difficile grazie al posizionamento dei cosiddetti “dissuasori della sosta”, piazzati per impedire la sosta selvaggia da parte delle auto sui nuovi marciapiedi.

I dissuasori sono dei cubi metallici, di colore nero, poco visibili (specialmente di sera e nelle ore notturne, contro cui sono andati a sbattere, e continuano a sbattere, numerosi cittadini. Il bollettino delle cadute, e delle fratture subìte, è lungo. E lunga è anche la lista delle cause intentate dai cittadini contro il Comune, cause che fatalmente il Comune perderà, dovendo risarcire i danni causati.

Avevo già da tempo rilevato, come altri del resto, la pericolosità dei dissuasori installati a Gela, dissuasori che, secondo l’art. 180 del Regolamento di esecuzione del nuovo Codice della Strada, devono essere “visibili” e “non devono creare pericolo ai pedoni e, in particolare, ai bambini”.

Visto che i dissuasori di Piazza Sant’Agostino hanno mandato all’ospedale numerosi pedoni, e in ultimo una ragazzina qualche giorno fa, varrebbe la pena di fare alcune domande all’amministrazione comunale.

I dissuasori installati sono di tipo autorizzato dal Ministero dei lavori pubblici, come prescritto dalla normativa? Chi ha stabilito la collocazione di quello specifico tipo di dissuasori? Quanto sono costati? Quanto sta costando alle casse comunali il risarcimento dei danni ai cittadini? Cosa si aspetta a sostituirli con dissuasori più visibili e meno pericolosi?


Autore : Giulio Cordaro

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