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notizia del 26/06/2006 messa in rete alle 23:42:28
Crisi risolta a tarallucci e vino
A sentire le ultime notizie che giungono dal Palazzo di Città, sembrerebbe che sia stata ricomposta la crisi amministrativa latente in seno all’amministrazione Crocetta. Un’amministrazione “sieropositiva”, nella quale la malattia c’è ma, appunto, è latente, non è ancora del tutto scoppiata, nonostante i proclami di guerra delle ultime due settimane.
Vediamo. La disfatta dei comunisti italiani e dei loro alleati alle regionali, il “caso Morinello”, il successo di Speziale, hanno provocato la cosiddetta “crisi” amministrativa. Gli assessori diessini e della Margherita si sono messi “in aspettativa”, disertando le riunioni di giunta. In consiglio comunale Crocetta non si presenta, ritiene che ci siano pericoli per la sua incolumità. Le parti in causa discutono attraverso documenti e interviste.
Crocetta, nei giorni scorsi, sembrava cadere dalle nuvole: quale crisi? E ricordava che lui era stato eletto dai cittadini, e solo a loro doveva rispondere.
Poi la sterzata, e il freno di Filippo Collura, leader di mezza Margherita, che probabilmente ha voluto “stoppare” una crisi il cui maggiore beneficiario sarebbe stato Speziale.
E rieccoli lì, i capi e capetti del centrosinistra locale, tutti attorno al tavolo, a tarallucci e vino, a ritrovare i perduti accordi, come una bella storia da “Libro Cuore”. Crocetta ha fatto qualche passo indietro, riconoscendo il ruolo dei partiti che lo hanno appoggiato, offrendo disponibilità a dialogare, in modo quasi sommesso. E gli assessori “aventiniani” torneranno in giunta, il Sindaco nominerà l’assessore del suo partito che più gli aggrada, si tornerà a far finta di amministrare.
Ma l’amministrazione Crocetta continuerà ad essere “sieropositiva”, con la malattia allo stato latente, una malattia che si poteva rendere “conclamata” con le effettive dimissioni degli assessori, con l’eventuale mozione di sfiducia, ma nessuno ha voluto compiere gesti inconsulti.
Collura ha proposto un patto di fine legislatura, ma si può serenamente ritenere che da qui ad un anno Crocetta rinuncerà al suo protagonismo e governerà praticando il dialogo democratico? Se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ne vedremo delle belle.
Dunque ha prevalso la cautela. Crocetta è ormai un personaggio, si è abilmente ritagliato il vestito di “sindaco della legalità e dell’antimafia”: come si fa a sfiduciarlo? Come si può spiegare all’opinione pubblica nazionale che fa solo proclami e poco altro? Meglio turarsi il naso, tentare di tenerlo sotto controllo per un altro anno, poi si vedrà.
In tutta la vicenda della crisi rientrata, il centrodestra ha giocato un ruolo marginale. Se tra i gruppi di opposizione vi fosse stata coesione, se qualcuno avesse avuto sufficiente dignità politica, avrebbe potuto presentare la mozione di sfiducia al consiglio comunale, cercando consensi in qualche consigliere del centrosinistra. Ci voleva un po’ di coraggio, ma il coraggio, si sa, o lo si ha o non si può acquistare in negozio.
Rassegniamoci quindi ad un altro anno di “pace armata” nel centrosinistra, col silenzioso beneplacito del centrodestra e con la perduta speranza di una città “decrocettizzata”.
Il centrosinistra gelese, impegnato nella soluzione della crisi, ha dimenticato la campagna elettorale per il referendum sulla riforma costituzionale. Una riforma che presenta alcuni lati positivi, ma è stata “pasticciata” dietro le pressioni di Bossi e della Lega Nord. Purtroppo, a mio avviso, i punti negativi prevalgono su quelli positivi, e poiché ai cittadini non è permesso discriminare, ma soltanto prendere o lasciare l’intera riforma, domenica sarò costretto a votare “no”, da uomo libero e cosciente. Con un po’ di rammarico, ma la scelta è obbligata.
Autore : Giulio Cordaro
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