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notizia del 08/05/2006 messa in rete alle 23:37:06
Cittadini vessati dalle banche e dalla politica
E’incredibile quante e quali vessazioni ci rendono giornalmente la vita difficile. Vale la pena riflettere sui comportamenti delle banche e degli uffici finanziari e di riscossione.
Recenti sentenze, anche della Cassazione, hanno stabilito che è finito, una volta per tutte, il diritto delle banche di gestire i conti correnti con l’"allegria" che le contraddistingue, caricando interessi altissimi a loro favore (e interessi bassissimi a favore dei correntisti), giocando sui giorni di valuta, caricando spese e commissioni vaghe e indefinite (ma che alla fine “gonfiano” gli utili delle banche stesse).
Si potrà obiettare che tutte le banche, più o meno, si comportano alla stessa maniera, quindi non vale la pena cambiare banca per trasferirsi in un altro istituto che applicherà, a sua volta, simili condizioni. E’ vero, ma c’è un altro sistema: quello di mettere alle strette la banca e, sulla base della giurisprudenza ormai consolidata, chiedere di restituire il maltolto. Mi rendo conto che è difficile che una tale azione venga messa in atto da singole aziende o correntisti, ma se l’azione viene fatta in modo capillare, “scientifico”, organizzato, i cittadini saranno sicuramente in grado di vincere ogni battaglia anche in sede giudiziaria, riportando il rapporto tra Banche e cittadini ad una effettiva parità.
Le vessazioni delle Banche si notano anche nelle piccole cose. E’ il caso della Banca Intesa di Gela, dove alcuni cartelli bene in vista vicino alle casse avvisano che per potere cambiare assegni di importo superiore a 750 Euro è necessario produrre il codice fiscale e ben due documenti di identità. Un solo documento, a Banca Intesa, non basta!
Ce ne vogliono due per identificare il cittadino, ad esempio carta di identità e patente. E se qualcuno non possiede, oltre alla carta di identità, la patente, o il passaporto? Che fa, non cambia l’assegno? Non so chi abbia avuto questa felice idea a Banca Intesa, ma se Dante nell’Inferno avesse previsto il girone dei pirla, costui sarebbe seriamente candidato a finirci dentro per l’eternità.
Un’altra vessazione di questi giorni viene dalla Montepaschi Serit, concessionario della gestione esattoriale. Questa beneamata società di riscossione, guarda caso anch’essa proprietà di una banca, aveva qualche migliaio di avvisi da inviare ai contribuenti per intimare pagamenti arretrati, pena l’ipoteca sugli immobili o il fermo amministrativo ad autovetture e moto.
Prudenza e buon senso avrebbero voluto che, di questi avvisi, se ne inviassero due o trecento a settimana. Invece li hanno spediti tutti insieme, col risultato che migliaia di persone si affollano agli sportelli esattoriali per chiedere spiegazioni. Tutti insieme, in una bolgia infernale di cui certamente si poteva fare a meno e che dimostra la poca considerazione verso il cittadino. Ciliegina sulla torta, allo sportello di Gela il direttore ha deciso che non stampa più gli estratti di ruolo, sostenendo che i cittadini hanno ricevuto, a suo tempo, la notifica delle cartelle di pagamento. E se le cartelle sono andate perse? Il cittadino, prima di pagare, non ha forse diritto di sapere cosa deve pagare e perché?
Un altro comportamento vessatorio verso i cittadini contribuenti, che appare al limite dell’illecito e potrebbe causare, come ci risulta, qualche denuncia penale alla Montepaschi Serit.
Per concludere l’elenco, un’altra vessazione verso i cittadini che fanno politica in prima persona, alla luce del “dimissionamento” dell’assessore Guido Cirignotta da parte del sindaco. Cirignotta è “colpevole” di avere cercato voti, nel 2001, presso il Conapro, consorzio che all’epoca non era minimamente sfiorato da alcun sospetto. Ha fatto, in sostanza, quello che fa qualunque candidato in qualunque campagna elettorale: cerca voti, specialmente presso chi glie ne può procurare in quantità. Non ha quindi commesso alcuna violazione di legge o morale, e il problema non sussisterebbe se a Gela non si vivesse da tempo in un clima di “caccia alle streghe” simile solo al maccartismo americano degli anni ’50 (quando il solo sospetto di essere comunista era sufficiente per perdere il lavoro e finire in galera).
Negli anni ’50 e ’60 i comunisti delle nostre contrade protestavano e manifestavano, giustamente, contro le sopraffazioni americane del senatore Mc Carthy. Oggi, a Gela, a distanza di cinquant’anni, una città governata da un sindaco comunista è sprofondata nel sospetto e nel terrore che chiunque ha di potere avere rapporti con qualcuno che, magari dopo anni, viene indagato per mafia. Propongo, per rasserenare gli animi preoccupati di molti gelesi, che il Sindaco realizzi una convenzione con la Prefettura, permettendo ai singoli cittadini di ottenere l’informativa antimafia. Tale documento dovrà essere portato con sé da ognuno, insieme al documento di identità, e presentato agli eventuali interlocutori prima dell’inizio di ogni discussione o chiacchierata, così da rassicurare sulla propria verginità antimafia. Per evitare di stringere la mano ad un presunto mafioso, l’informativa andrà consegnata in visione all’interlocutore prima della stretta di mano.
Per completare, devo fare le mie doverose scuse al Sindaco.
La scorsa settimana, riprendendo le sue dichiarazioni sulla mafia fatta di politici, imprenditori, ingegneri e tributaristi, gli avevo fatto un appunto, esortandolo a non sparare nel mucchio e a fare nomi precisi, se ne aveva. L’articolo lo avevo scritto il giovedì mattina. Poi, la sera dello stesso giorno, è giunta la notizia dell’operazione che ha riguardato il Conapro. E sono arrivati i nomi. Sono rimasto spiazzato: Crocetta ha facoltà divinatorie o conosce le operazioni di polizia con qualche giorno (o qualche mese) di anticipo?
Autore : Giulio Cordaro
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