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Corriere di Gela | Il Prg è approdato in Consiglio comunale
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notizia del 05/12/2008 messa in rete alle 23:31:19
Il Prg è approdato in Consiglio comunale

Finalmente il Piano regolatore generale approda in Consiglio comunale. Nella seduta del 4 dicembre sono stati affrontati i problemi preliminari, una sorta di illustrazione - come ha puntualizzato il presidente del Consiglio Di Dio – dell’iter che l’organo consiliare dovrà seguire seduta per seduta per giungere, come atto finale alla sua adozione definitiva.
Il nuovo strumento urbanistico per eccellenza, che soppianterà il Prg attuale vecchio di quarant’anni, servirà alla città per consentire uno sviluppo e vivibilità più consoni al vivere civile, a porre un freno al disordine edilizio, conseguenza dell’abusivismo selvaggio, e soprattutto a instaurare legalità e regole certe. Non è un atto che potrà essere esitato nel giro di pochi giorni, ma con la dovuta serenità e con lo spirito collaborativo di tutti i consiglieri nell’arco di qualche mese potrà essere adottato per poi passare alla Regione, per la sua approvazione definitiva.
Tutti gli adempimenti amministrativi sono stati effettuati dall’amministrazione per un verso e per l’altro verso la competente Commissione consiliare ha fatto un buon lavoro. Certamente, come hanno fatto osservare alcuni consiglieri, strada facendo, ove ce ne fosse bisogno, verrà colmata ogni lacuna lavorando braccio a braccio amministrazione e tutti quegli organi che direttamente o indirettamente entrano in gioco nel percorso amministrativo. Alla seduta hanno partecipato oltre che funzionari comunali, il sindaco, e gli assessori La Folaga, Fava, Nuara e Vella.
Ha avuto inizio con circa dieci minuti di ritardo sulla tabella di marcia e con un piccolo giallo che ha mandato su tutte le furie il presidente Di Dio. Il 25 novembre scorso aveva ricevuto per conoscenza un fax dal funzionario della Regione con il quale, tra l’altro si dava tempo al Consiglio comunale di adottare il Prg entro trenta giorni dalla ricezione della nota. Di Dio si era riservato di informare i consiglieri portando ufficialmente in Consiglio quell’atto di “intimidazione” e poco rispettoso dell’organo consiliare, come qualcuno ha affermato. Lo avrebbe fatto non appena sarebbe giunta la lettera raccomandata da protocollare. Solo che ad inizio di seduta ha trovato quella che era una nota informale trasmessa per fax, in una nota sulla quale non si sa da chi è stato apposto il timbro del protocollo comunale senza che Di Dio ne sapesse nulla. Un piccolo intoppo che Di Dio avrebbe risolto all’indomani. Non gli è rimasto altro da fare che preliminarmente porre all’attenzione dei consiglieri il contenuto della nota. Dopodiché, il presidente dell’Assemblea civica ha spiegato le prossime tappe. Si è parlato delle eventuali incompatibilità di consiglieri che dovranno essere denunciate, di una seduta nel corso della quale il prof. Urbani illustrerà il piano all’Aula, altra seduta dove l’amministrazione dirà la sua. Si renderà quindi una calendarizzazione di due-tre sedute nell’arco di un mese.
Qualche parola di troppo è volata da parte di alcuni consiglieri del centro destra che hanno ritenuto la diffida della Regione un affronto ed una mancanza di rispetto verso l’organo consiliare, quasi un atto di intimidazione. Il primo a prendere la parola è stato il capogruppo dell’Udc Enzo Cirignotta che ha subito denunciato vizi di forma che potrebbero rendere nulla la seduta in quanto nello schema di Prg mancano diversi allegati come i Rir (Rischi incidenti rilevanti) e Vas (Valutazione ambientale strategica). Infine ha chiesto al segretario generale dottoressa Liotta il parere di legittimità dell’atto oggetto di discussione, ponendolo come pregiudiziale al proseguimento della seduta. Il presidente Di Dio ha preferito che ciascun consigliere esprimesse il proprio pensiero prima che il segretario generale rispondesse al quesito del collega Cirignotta. E’ Stata quindi la volta del consigliere Trufolo che preliminarmente ha chiesto al presidente la trasmissione della nota della Regione, considerata un vero e proprio atto di intimidazione, alla Procura della Repubblica. Si è detto infine per nulla disposto a formulare un giudizio e quindi un voto perché non sufficientemente documentato a causa degli allegati Vas e Rir, oltre che di tutti gli altri allegati che consentono di conoscere fogli di mappa, particelle e nominativi di proprietari. Elementi di conoscenza necessari per comprendere eventuali incompatibilità che vanno subito dichiarate in Consiglio.
Toni più composti e concilianti, quelli del consigliere di DeS Paolo Cafà che ha subito invitato i colleghi alla calma e ad affrontare con spirito di fattibilità il nuovo strumento da adottare. “Non è assolutamente vero che la seduta è illegittima – ha detto rispondendo a Cirignotta – anche se gli allegati Rir e Vas mancano, l’attuale seduta serve proprio a fare chiarezza su questo. Sono del parere che questo consiglio deve adottare il Piano regolatore generale per via delle battaglie che abbiamo fatte in questi anni per l’ambiente e per lo sviluppo eco-compatibile. Riguardo alle incompatibilità, non c’entrano le particelle e l’elenco dei proprietari. Ma occorre verificare se qualcuno per via del nuovo Prg possa riceverne dei vantaggi. Sin da stasera o mi chiamo fuori dicendo di non avere incompatibilità. Subito dopo ha preso la parola il sindaco che rassicurato tutti sostenendo che non è vero che mancano quegli allegati di cui ha parlato Cirignotta. Essi sono stati tutti consegnati, discussi e si trovano addirittura in tutti gli studi professionali di Gela. Ha minimizzato sulla nota di diffida, ritenendo persona seria chi ha stilato quell’atto che tra l’altro era stato preceduto da altre diffide. E se ha intimato che il Prg dovesse essere adottato nel giro di trenta giorni, a suo dire, è implicito che è completo. Ha infine confutato che il Rir limiti la sua azione allo stabilimento perché in effetti la estende alle zone limitrofe. E’ intervenuto quindi il capogruppo dell’Mpa Fortunato Ferracane che si è rammaricato di come stia venendo furoi dalla discussione la presenza del partito del non voto e quello del voto. Interpretando gli interventi di Trufolo e Cirignotta ha detto che questi colleghi non sono contrari ala adozione del piano regolatore. Hanno soltanto esposto delle perplessità e delle preoccupazioni che dovrebbero essere rimosse subito ad evitare che tutto venga compromesso e poi si sarebbe costretti a ripartire da zero. “Qualche lato buio nell’iter credo che ci sia – ha affermato il capogruppo dell’Mpa – queste discussioni preliminari servono per l’appunto a smussare ogni dubbio. Sarebbe necessario conoscere tutte le compravendite di terreni che ci sono state in questi ultimi cinque anni in modo da individuare eventuali speculazioni e incompatibilità da denunciare. Infine concordo anch’io che dobbiamo procedere con assoluta serenità senza contrapposizioni”. Anche Ferrara è stato del parere che bisogna arrivare all’adozione del piano perché è la città che lo esige e che non si può attendere oltre dal momento che è completo di ogni suo atto.
La Commissione – ha aggiunto – ha lavorato intensamente anche per redigere il regolamento edilizio pervenendo a dei risultati. La seduta, al momento in cui andiamo in stampa, è ancora in corso ma sicuramente sarebbe continuata solo per dirimere eventuali altri dubbi come la legittimità della seduta paventata da Crignotta . Riguardo alle due sedute sul question time, altro scioglimento per mancanza di numero legale. Nella seduta di lunedì sono state discusse tredici interrogazioni presentate dal centro destra. Al momento in cui doveva essere la volta dei consiglieri di Des e del Pdci, il consigliere Terenziano Di Stefano ha chiesto la verifica del numero legale dopo che D’Arma ed altri tre consiglieri della maggioranza si erano allontanati dall’aula. Ennesima protesta di Cassarà e Cafà che hanno accusato di inciucio Pd ed Mpa. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha indotto Pdci e Des a consegnare alla stampa un duro documento di condanna, è stata la totale assenza di amministratori e del sindaco al question time della seduta successiva. Non si è trattato di “un semplice incidente di percorso – è scritto nella nota a firma Giovanna Cassarà e Paolo Cafà – e nemmeno di una caduta di stile dell’Amministrazione comunale , bensì la sua deliberata volontà di boicottare i consiglieri comunali liberi e critici che non si omologano al pensiero unico dell’attuale maggioranza politica”.


Autore : Nello Lombardo

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