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notizia del 19/12/2005 messa in rete alle 23:11:47
Quegli 'strilli' anti-turismo
Da qualche tempo in qua a Gela (ma non solo, anche su base provinciale) una serie di “autorità” che rivestono cariche istituzionali o nell’ambito delle categorie produttive, continuano a ripetere il ritornello secondo cui “non c’è sviluppo senza legalità”. E’ giusto e lodevole quanto costoro fanno e dicono in continuazione, non perché abbiano scoperto chissà quale nuova formula (la frase è alquanto lapalissiana), ma perché cercano di instillare nelle coscienze di tutti, a partire dalle giovani generazioni, l’esigenza di percorrere strade lastricate di legalità.
Appurato che a Gela si è fatto e si sta facendo molto sulla strada della legalità, della quale il Sindaco è ormai indiscusso paladino, se tanto mi dà tanto a Gela lo sviluppo dovrebbe essere in misura maggiore che in altri centri, dovremmo attraversare una stagione felice di incremento delle iniziative imprenditoriali e di aumento dei posti di lavoro, grazie anche alle varie “cabine di regia” che si sono istituite (speriamo di vedere presto i “film” che produrranno).
Invece, le notizie che giungono dal mondo economico locale sono di tipo diverso. La ricettività alberghiera a Gela è sensibilmente aumentata nell’ultimo anno, ma mancano i turisti. Grazie, ma lo avevamo scritto più di un anno fa che i nuovi alberghi colmavano una carenza della città ma rischiavano di rimanere vuoti in assenza di serie politiche che programmassero il rilancio turistico di Gela. Avevamo anche avvisato che i troppi “strilli” su mafia, antimafia e contromafia non avrebbero certo attirato frotte di amanti dell’archeologia o giapponesi con macchina fotografica incorporata.
A Gela non solo non si riesce a programmare interventi per rilanciare il turismo ma, probabilmente per le carenze amministrative in materia di bilancio, non si riesce neanche a programmare uno straccio di stagione teatrale, cosa che invece è riuscita a Caltanissetta e a Comiso (che non si trovano in California, ma a un tiro di schioppo).
Col cinema Mastrosimone chiuso, il Royal in agonia e il Tea-tro Comunale ancora in ristrutturazione, a Gela non solo non si fa teatro (che potrebbe attirare visitatori di altri centri) ma neanche cinema. Gli unici spettacoli che ci possiamo aspettare, per Natale, sono i trampolieri e i mangiafuoco per il diletto dei bambini.
Il commercio langue, e non saranno le luci natalizie e i tappeti rossi sui marciapiedi a convincere i consumatori ad acquistare di più e soprattutto a Gela: del resto, se i commercianti affermano che i gelesi vanno a fare acquisti a Caltagirone e Catania, qualche motivo ci dovrà pur essere.
L’altra notizia di questi giorni è che i residenti, a Gela, sono diminuiti di cinquemila unità negli ultimi due anni. La fonte, autorevole, è il Presidente del Consiglio Comunale Federico. Dunque i gelesi, non trovando lavoro nella loro città, emigrano e non solo momentaneamente, ma in maniera definitiva, visto che trasferiscono anche la residenza.
Gela è dunque in piena fase involutiva, e all’orizzonte non sembrano esserci miglioramenti in vista: l’amministrazione comunale è impantanata in ritardi biblici, lo spreco di risorse pubbliche è ai massimi livelli grazie ai decreti ingiuntivi che fanno lievitare interessi e spese, gli stessi partiti che sostengono il Sindaco chiedono l’azzeramento della Giunta e una maggiore attenzione all’economia del territorio.
Perché se è vero che non c’è sviluppo senza legalità, non dobbiamo dimenticare che non ci può essere legalità senza sviluppo.
Autore : Giulio Cordaro
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