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| notizia del 23/03/2005 messa in rete alle 23:07:38 Entrate senza uscite Torniamo a parlare di buche e buchi. Le buche nelle strade di Gela sono state finalmente “rattoppate” in buona parte, con gran sollievo per ammortizzatori e sospensioni. Rimangono, numerosi e prepotenti, i “buchi” nel personale degli uffici pubblici, e i “buchi” nei servizi ai cittadini. Gli uffici pubblici interessati, in questo caso, sono l’Agenzia delle Entrate e il Tribunale civile, mentre il cittadino tartassato è il sottoscritto. Poiché non posso essere smentito, perché si tratta di avvenimenti reali, non ho difficoltà a raccontarlo. Il 20 gennaio, all’Agenzia delle Entrate, registro un atto giudiziario. Mi danno la ricevuta e mi dicono che l’atto sarebbe tornato in Tribunale dopo qualche giorno. Dopo un mese l’atto non era ancora tornato, quindi mi reco all’Agenzia delle Entrate e l’atto è ancora lì, perché “dal Tribunale non sono venuti a prendere la carpetta”. Mi sposto quindi in Via Marconi, sezione civile del Tribunale, dove mi spiegano con gentilezza ma con grande travaglio interiore che manca il personale per trasportare gli atti: è un lavoro che in genere fanno gli autisti, ma di rado perché lo fanno di malavoglia. Mi assicurano che cercheranno al più presto un autista disponibile. L’autista fa il suo lavoro dopo quattro giorni, ma all’Agenzia delle Entrate, dove sostenevano che c’erano da ritirare tutti gli atti di gennaio e metà febbraio, consegnano solo otto atti. Naturalmente tra questi il mio non c’è. Non era ancora stato registrato. Sollecito l’Agenzia, mi accerto che il documento venga registrato e torno al Tribunale per perorare un nuovo invio dell’autista di turno. Finalmente, e dopo un ping pong di due settimane tra i due uffici, il tanto agognato documento torna alla sua naturale sede di Via Marconi. Ma deve essere “scaricato” (immagino in qualche registro), quindi, siccome il personale è poco, occorre qualche altro giorno. Il risultato? Quasi due mesi per un’operazione semplicissima che il sistema burocratico ha reso difficile, lenta, elefantiaca. Non frequento molto il Tribunale, ma qualcuno mi dice che il poco personale esistente è sbilanciato a favore della sezione penale, a danno di quella civile. Sarà probabilmente una scelta, quella di accelerare le pratiche della giustizia penale, ma la giustizia civile è ormai al collasso. In quanto all’Agenzia delle Entrate, è un ufficio che invece, per il mio lavoro, frequento di continuo. L’Agenzia soffre molto la mancanza di personale: sulla carta lavorano quaranta impiegati, ma all’appello giornaliero non sono quasi mai più di venti, a fronte di una pianta organica che ne prevede più di ottanta. I risultati, per i cittadini, sono terribili: occorrono due anni e più per un rimborso, mesi per uno sgravio, ancora anni per altri tipi di pratiche. Il personale in servizio lavora seriamente, ma c’è una Direzione regionale, a Palermo, che di continuo, insieme al Ministero, manda obbiettivi da raggiungere in termini di verifiche e controlli. E allora, rincorrendo gli obbiettivi, il poco personale viene spedito in buona parte alle attività di verifica, abbandonando le “scartoffie” dell’ufficio e lasciando regolarmente a bocca asciutta i cittadini che attendono il completamento delle pratiche. Ecco perché l’hanno chiamata “Agenzia delle Entrate”: perché una pratica, una volta entrata, non esce più. Autore : Giulio Cordaro » Altri articoli di Giulio Cordaro |
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