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notizia del 13/11/2006 messa in rete alle 22:51:21
No del Consiglio al decreto De Gennaro
“II Consiglio Comunale di Gela, prende atto che, per ragioni legate alla razionalizzazione dell'impiego delle risorse umane, in data 27.10.2006 è stato emanato un decreto con il quale viene disposta la soppressione dei Presidi di Polizia Ferroviaria e di Frontiera Marittima;
Ritenuto che detta soppressione mal si concilia con le necessità di sicurezza del territorio;
Ritenuto, altresì, che detta scelta potrebbe paradossalmente sopire definitivamente la richiesta legittima, avanzata da anni dalla comunità gelese, di un potenziamento del personale e dei mezzi di polizia assegnati se non, addirittura, innescare processi di ridefinizione dell'organico col rischio di trasferimenti ed impoverimento delle forze in carico;
Per quanto sopra, senza volere entrare nel merito delle motivazioni che hanno originato il provvedimento di che trattasi, si chiede il potenziamento, in termini di uomini e mezzi operanti nel territorio gelese e, a tal fine, si dà mandato al Presidente del Consiglio Comunale di promuovere, in tempi celeri, un tavolo di confronto alla presenza di rappresentanti della Giunta Comunale, del Prefetto, del Questore di Caltanissetta e della Deputazione Regionale e Nazionale della provincia nissena.
Gela, 07.11.2006.
Ignazio Di Dio
Questo il documento approvato con 17 voti favorevoli ed uno contrario (Orlando) in Consiglio comunale dopo una serrato dibattito nel corso del quale si sono confrontate ma anche scontrate posizioni. Punte di polemica e di attacchi verso il sindaco Crocetta si sono registrate soprattutto da parte del neogruppo di Sicilia democratica per bocca di Ignazio Di Dio (nella foto).
“Il sindaco si prende la briga di bacchettare le categorie sindacali, i partiti politici che si sono occupati del problema e lo stesso consiglio comunale venendoci a dire ciò che si può fare e ciò che non si può. Pensi a fare il sindaco”. Il sindaco quando aveva preso la parola aveva ammonito il consiglio di non deliberare nulla se non prima di avere letto con attenzione il decreto. E lui il decreto lo ha sviscerato commentando punto per punto e quindi demolendo tutta l’impalcatura che sia Forza Italia (per bocca di Massimo Catalano) da una parte, che Sicilia democratica (Bonura e Ignazio Di Dio) dall’altra, avevano costruito. Per il sindaco, che non se n’è stato con le mani in mano, essendosi sentito col Ministro, è solo necessario intervenire sull’ampliamento della pianta organica del Commissariato. Essendo soltanto una questione tecnica non si può scomodare la politica. Lui si dice fiducioso della soluzione del problema anche perché è alta l’attenzione che il governo presta alla nostra città. Tra l’altro a dicembre il Ministro degli Interni arriverà a Gela. Si arriva all’approvazione pressoché unanime del documento grazie alla mediazione del consigliere della Margherita Peppe Di Dio e del socialista Rosario Italiano che sono per la ricerca di una soluzione che contemperi la posizione di Crocetta e quella di Catalano e Bonura-Di Dio.
Una seduta consiliare tutta focalizzata sulla questione della soppressione della polmare e della polfer disposta con decreto del capo della polizia. A cavalcare la tigre della contestazione a quel decreto nei giorni scorsi era stato il neomovimento Sicilia democratica creato dall’ ex assessore regionale ai beni culturali Salvatore Morinello che aveva lanciato il grido d’allarme ritenendo quel provvedimento una inversione di tendenza sul fronte dell’attenzione al problema della carenza di forze dell’ordine nel nostro territorio. Molto tiepidi gli altri partiti, mentre fortemente preoccupato il sindacato di polizia sia a livello regionale che provinciale. Ignazio Di Dio e Peppe Bonura che sotto l’egida di Sicilia democratica, si sono costituiti in gruppo consiliare, hanno portato in Consiglio comunale questo argomento che nei giorni scorsi era diventato oggetto di discussione nella stampa locale. Anche se l’argomento è meritevole di attenzione, è l’impalcatura e le modalità della protesta che ci sono sembrati deboli perché il risultato cui si è pervenuti è il risultato di una azione di compromesso e non un atto unitario frutto di riflessione e confronto democratico.
Purtroppo va sottolineato un fatto, cioè come nella nostra città la politica tende ad estremizzare e strumentalizzare argomenti che meriterebbero prima uno studio attento e una valutazione dei percorsi da intraprendere, per poi attuare una strategia comune concertandola unitariamente tra forze politiche e sindacali. E’ ovvio che un’azione che trovi il riscontro democratico di quante più forze politiche, sindacali, delle istituzioni locali e provinciali si presenta solida come proposta e rappresentativa degli interessi generali della città. La domanda quindi che ci si pone e che un po’ tutti si pongono è: il documento venuto fuori a conclusione della seduta consiliare seppure quasi all’unanimità (contrario solo il voto di Orlando) che valore avrà? Al di là di ottenere un incontro con Prefetto e Questore per chiarire i termini della questione (politica o tecnica?) quali altri risultati potrà avere? Ma c’era veramente bisogno di scomodare il Consiglio comunale per affrontare una battaglia che avrebbe potuto lasciare tutti contenti qualora si fosse trovata una intesa molto semplice: ampliare la pianta organica del Commissariato di polizia di Gela e non ci sarebbero più stati problemi, perché il problema è tutto lì. Mentre il sindaco Crocetta esulta per il provvedimento di razionalizzazione del personale di polfer e polmare aggregato al Commissariato e stessa cosa fa Renzo Caponetti dell’associazione antiracket, Sicilia democratica urla che il problema non è tecnico ma politico perché anche se se il decreto porta la sola firma del capo della polizia, ciò è avvenuto solo perché c’è stato un “ordine” del Ministro.
E’ probabile che la soluzione al problema dell’incremento della pianta organica del Commissariato verrà di qui a qualche giorno perché Gela è al centro dell’attenzione del governo e lo aveva affermato il sottosegretario Rosato nella sua ultima visita nella nostra città. Contravvenire a quell’impegno significherebbe una perdita di credibilità per il governo che ha recepito molto bene come la nostra città sia diventata la città dell’antimafia. Una annotazione per concludere su questo argomento. Che in una fase di grave crisi finanziaria del nostro Paese ci sia la necessità di razionalizzare le risorse è comprensibilissimo, però attenzione, occorre vigilare chè veramente ciò che passa sotto forma di razionalizzazione (accorpamento di polizia ferroviaria e polizia di frontiera al Commissariato di Polizia) non debba tradursi nel breve e medio periodo in una beffa: una pianta organica ferma a 101 unità e che divenuta per via dell’accorpamento di poco meno di 150 unità, venga alla fine considerata “in esubero” con conseguenze catastrofiche. Infatti per via dei trasferimenti ad altra sede (possibili) e per i pensionamenti si passerebbe tranquillamente da 150 a 101 unità. E’ questo il timore da scongiurare e su questo tutti debbono battersi e subito. E infine, nessuno si azzardi ad arrogarsi alcun merito perché altrimenti non si è capito proprio nulla. Le battaglie solitarie non servono e ne sappiamo qualcosa in quanto le abbiamo sempre perse a nostre spese. Questo lo debbono sapere le singole forze politiche, i sindacati e lo stesso sindaco Crocetta. Più coralità non guasta, altrimenti ogni iniziativa sarà solo strumentale e di mera propaganda politica. Vogliamo a questo punto essere ottimisti ed avere fiducia per i risvolti che avrà la questione del momento.
Ma torniamo alla seduta consiliare dove si sono registrate alcune novità, come l’uscita da Forza Italia del consigliere Francesco D’Aleo che è pervenuto a quella “decisione per abbracciare pienamente il progetto politico del Movimento per le Autonomie – è scritto nel documento depositato alla presidenza del Consiglio – allettato dalle non meno recenti adesioni che altri, prima di me, hanno già manifestato, intendendo dal mio piccolo contribuire a fare dell’Mpa un grande partito del popolo dei Siciliani, capace di dare giusto risalto alle esigenze della Sicilia e dei siciliani. E' stato per me motivo di grande orgoglio aver fatto sinora parte di un soggetto politico, Forza Italia – conclude D’Aleo – che ritengo sia stato un grande partito, oggi forse superato, nella complessa e difficile realtà della Sicilia, da nuove e più ambite forme di rappresentazione dei bisogni collettivi che è dovere di qualunque soggetto politico correttamente interpretare e soddisfare pienamente”.
Il colpo di scena giunge quando Giuseppe Collura si dichiara indipendente in Consiglio pur mantenendo la sua fede alla Margherita. Il suo intervento (vedi documento in 3ª pagina) è un atto di accusa ed una presa di distanze dal presidente della Provincia.
Nel corso della seduta, i consiglieri Peppe Bonura e Ignazio Di Dio comunicano che dal 7 novembre avrebbero fatto parte del gruppo consiliare denominato “Sicilia democratica”.
Autore : Nello Lombardo
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