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| notizia del 03/04/2005 messa in rete alle 22:47:43 La vista corta dei nostri politici Smettetela, cari consiglieri comunali, assessori, esponenti di partito, politici e politicanti di ogni livello, di discutere, arrabbiarvi e accapigliarvi sul futuro di Gela. Vi arrampicate sugli specchi per trovare soluzioni al futuro economico della città, ma non vedete a oltre un palmo dal vostro naso. Dissertate sul petrolchimico, sull’indotto, sullo sviluppo della nuova imprenditoria, sulla contrattazione negoziata, ma senza cavare un ragno dal buco. Ogni tanto vi ricordate del comparto agricolo, diventato debole e in crisi, ma non riuscite a trovare soluzioni. E la stessa cosa avviene per il turismo e per i beni culturali, per non parlare dell’artigianato ormai scomparso e del commercio in difficoltà. Sembrate tante formiche in movimento senza una precisa direzione, vi affannate a rilasciare alla stampa dichiarazioni “importanti”, ma non avete neanche la più pallida idea di come dovrà svilupparsi il futuro economico di Gela. Meno male che, per la legge non scritta della compensazione, c’è a Palermo qualcuno che pensa al vostro posto ed è pronto a togliervi le castagne dal fuoco: si tratta di menti sopraffine, che risiedono all’Assessorato regionale al Territorio e che, dopo lunghi studi e analisi, hanno finalmente tirato fuori il coniglio dal cilindro. Era fin troppo semplice: il futuro di Gela è nel Lago Biviere! Non in fondo al lago, visto che di acqua non ce n’è poi tanta, ma tutto intorno, dove insiste la zona SIC, cioè un’ampia zona vincolata, di rispetto ambientale, che sarà il vero toccasana per l’economia dei prossimi secoli. Tanto è vero che al Territorio, con un lampo di genio, stanno pensando di aumentare la zona vincolata di altri settemila ettari, circa 160 volte l’intera superficie della Città del Vaticano. E’ vero, c’è qualche azzardata protesta degli agricoltori, perché questi settemila ettari fanno parte della cosiddetta “fascia trasformata”, sono un brulicare di serre, danno tremila posti di lavoro. Ma si sa, i contadini sono sempre duri di comprendonio, e se si fissano su un’idea difficilmente si convincono a cambiarla. Ma che cosa vogliono, poi, questi agricoltori? Non si rendono proprio conto che il mondo cambia, progredisce, si affina? No, non si rendono conto, e nonostante il settore sia in crisi loro sono sempre lì, cocciuti, a coltivare pomodorini e altri ortaggi. Poverini, non capiscono che il futuro, per loro e per le loro famiglie, non è nel duro lavoro dei campi, ma nell’ambiente. Il Biviere, se passerà la linea della Regione, diventerà la più grande area vincolata della Sicilia, e attirerà frotte di turisti, ambientalisti, no-global pentiti e intellettuali in crisi d’identità, che scorrazzeranno felici a Bulala, Mignechi, Passo di Piazza inseguendo farfalle e appostandosi per guardare gli uccelli di passaggio. Dovranno dormire, e quindi si potranno riempire i nuovi alberghi in costruzione a Gela. Dovranno anche mangiare, e quindi aumenterà il giro d’affari di ristoranti e trattorie, che però si riforniranno di generi alimentari a Vittoria e nel ragusano, dove, poveri scemi, continueranno a coltivare le serre e ad allevare bestiame. Dopo il turismo culturale, il turismo architettonico, il turismo sessuale, tutte cose un po’ stantie o illegali, Gela finalmente sarà il capofila del turismo ambientale, che assieme al turismo della legalità farà di noi la città più ricca dell’isola. Scordandoci, finalmente e definitivamente, dei pomodorini. Autore : Giulio Cordaro » Altri articoli di Giulio Cordaro |
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