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notizia del 28/04/2013 messa in rete alle 22:46:47
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Politici d’altri tempi: Aldisio, padre dell’Autonomia siciliana
Con quello su Salvatore Aldisio, iniziamo la pubblicazione di una serie di medaglioni su personaggi politici – gelesi di nascita o di adozione – non più tra noi e che, vivendo nel secolo scorso e in parte di questo, hanno lasciato un’impronta nella comunità in cui sono vissuti. Non saranno biografie didascaliche su quello che hanno fatto (o non hanno fatto) di buono, ma piuttosto ci occuperemo brevemente del profilo etico-culturale-politico-sociale ed umano che ha caratterizzato la loro esistenza, nonché dei tratti che hanno lasciato come testimonianza della loro presenza terrena.
Iniziamo questa carrellata con il ricordo del gelese più autorevole e noto dell’era moderna e contemporanea: l’on. Salvatore Aldisio, uno dei primi collaboratori di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, divenuto per la prima volta parlamentare nel 1921, a soli 31 anni e per questo soprannominato u picciriddu.
Aldisio – che durante il Governo provvisorio di Salerno ricoprì l’incarico di ministro dell’Interno, con l’avvento della Repubblica, fu prima ministro dei Lavori pubblici e, successivamente, della Marina mercantile – fu un esempio di coerenza e di integrità personale e politica e seppe affrontare con dignità e coraggio le difficoltà (e pure gli stenti!) che gli derivarono dalla sua netta opposizione al fascismo, durante il cui ventennio, facendo parte del gruppo degli aventiniani, fu sottoposto a rigida sorveglianza da parte della milizia mussoliniana, che gli concedeva solo il permesso di andare nella sua azienda agricola, in contrada Passo di Piazza e, sporadicamente, di fare qualche viaggio a Palermo.
Totò – come confidenzialmente veniva chiamato da parenti, amici e conoscenti – nacque nella nostra città il 29 dicembre 1890, da Gaetano Aldisio e Gaetana Trevigne, appartenenti ad un’agiata famiglia gelese. E’ morto a Roma il 27 luglio 1964.
Conseguì due lauree: la prima in Giurisprudenza, la seconda in Agraria.
Maturò la sua prima formazione culturale e politica nel movimento cattolico gelese, entrando, da subito, in contatto con don Luigi Sturzo, che nella vicina Caltagirone, andava sviluppando le prime elaborazioni politiche e sociali del popolarismo democratico cristiano.
Aldisio, di cui il prossimo anno ricorre il 50° anniversario della morte, ha lasciato un segno indelebile nella storia della nostra città e della Sicilia, di cui nell'agosto 1944 venne nominato Alto Commissario.
Oltre a disporre il finanziamento per la realizzazione di decine di opere pubbliche, specialmente nelle aree più colpite dai bombardamenti della 2ª guerra mondiale, è unanimemente riconosciuto e ricordato come il padre dell’Autonomia siciliana, avendo, nella sua qualità di autorevole membro dell’Assemblea Costituente, proposto, sostenuto ed ottenuto l’approvazione dello Statuto Autonomo della nostra Regione, contemporaneamente al varo della Costituzione repubblicana, così da svuotare di significato le iniziative di quanti, come Andrea Finocchiaro Aprile, avrebbero voluto la Sicilia separata dall’Italia, con la conseguente nascita di un nuovo Stato indipendente, magari federato con gli Stati Uniti.
La sua natìa Gela, nel corso del tempo, lo ha voluto sempre più ricordare alle nuove generazioni, intitolandogli il villaggio che sorge a nord del vecchio centro storico, il tratto più lungo del corso principale (da via Matteotti al Cimitero monumentale) e, da ultimo, innalzandogli una statua bronzea nella piazza antistante il Palazzo municipale, (opera del maestro Antonio Insulla) e un Centro Studi.
Autore : Elio Cultraro
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