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notizia del 01/07/2003 messa in rete alle 22:35:48
I socialisti discutono su una possibile riunificazione
Il passaggio dei Liberalsocialisti nel centrosinistra, la loro affermazione, l’exploit di Nuova Sicilia e la tenuta del Nuovo Psi hanno alimentato negli ambienti socialisti l’ipotesi di una riunificazione. Sono tutti provenienti dal ceppo del Garofano. Insieme, nel collegio sud della provincia, hanno totalizzato il 21,39% dei voti, così distribuiti: Liberalsocialisti: a Gela 2.055 voti, nel collegio sud 2.478, in tutta la provincia 3.011; Sdi: 638 voti a Gela, 2.209 nel collegio sud, 5.147 in tutta la provincia; Nuova Sicilia: 3.810 voti a Gela, 7.832 nel collegio sud, 14.016 in tutta la provincia; Nuovo Psi: 1.191 voti a Gela, 2.441 nel collegio sud, 3.146 in tutta la provincia.
Nuova Sicilia é addirittura il quinto partito in Provincia.
I quattro partiti sono stati interpellati dal Corriere di Gela, facendoli pronunciare su un’ipotesi di riconciliazione. La ricomposizione della diaspora socialista é possibile in una collocazione nel centro-sinistra, passando magari attraverso una fase di equidistanza dai due poli.
Abbiamo raccolto le dichiarazioni di Piero Lo Nigro (Liberalsocialisti), Pietro Lenza (Sdi), Pino Federico (Nuova Sicilia) ed Enzo Antonuccio (Nuovo Psi). Nessuno ha escluso a priori la possibilità di una riconciliazione. Ma non sarà cosa facile.
Piero Lo Nigro (liberalsocialisti)
– E’ vero che il processo di unificazione dei socialisti si sta accelerando dopo le iniziative dei liberalsocialisti?
"E’ vero anche perché a livello nazionale hanno compreso che un’Italia senza un’area socialista non ha motivo di esistere. In atto le anime di pensiero vanno dalla sinistra all’area moderata e financo alla destra stessa, però non hanno ancora trovato un luogo politico di riferimento ideologico. La storia però ci dice che l’area di riferimento politico culturale è la sinistra ma la classe dirigente socialista ha la capacità di trovare i propri spazi. Solo che non condivide l’impostazione di certa sinistra e mi riferisco ai Girotondi e ad una parte del sindacalismo integralista".
– Attraverso quali condizioni può ricostituirsi la casa socialista?
"Io affermo che se si pongono delle condizioni si sbaglia ancora una volta. E’ il pensiero socialista che deve trovare con-forto in tutte le anime moderate e centriste. Siccome c’è una parte della sinistra ipocrita, è giusto che anche questa sinistra perda la propria pelle, come anche la propria pelle debbono perdere quella fascia di socialisti che ha pensato di salvaguardare le proprie posizioni ossia le poltrone. Noi siamo pronti a sfidare chiunque in un progetto di autonomia ma che ci vede ricomposti a sinistra. Noi siamo forze sparute a destra, a centro e a sinistra e se non facciamo una seria riflessione rimarremo tali, ma se per un istante abbandoniamo le po-sizioni di ancoraggio o di merito, riusciremo a coinvolgere un’area di pensiero che è intorno al 10% e che è la base storica di riferimento. La questione socialista non può passare attraverso il bipolarismo di destra o di sinistra, ma va nella rimodulazione di un cartello proporzionalista che vede lo sbarramento nel pensiero del-l’unità socialista che è area laico riformista con uno spazio ed un ruolo a sinistra".
– I prossimi passi per avviare una discussione comune quali saranno?
"Già ci sono. Le posso annunciare che come dirigenti regionali a Roma abbiamo avuto non solo contatti, ma abbiamo avuto l’idea di compattare l’area socialista, di verificare quali dirigenti avrebbero dato la loro disponibilità ad un percorso del genere e che va dallo Sdi all’area riformista di Formica, ad altre anime federaliste autonomiste".
– Cosa significa oggi essere socialisti?
"Per me rappresenta ancora un valore perchè possiamo dare ancora un contributo. Il valore del socialismo è un valore supremo. Il problema è che è stato confuso con una certa lottizzazione anche del socialismo del potere confondendosi con l’idea nobile del socialismo inteso come valore assoluto e che in Italia, Spagna e Francia sta venendo rivalutato"
Pietro Lenza (segretario Socialisti De-mocratici Italiani)
– I Liberalsocialisti di recente hanno lanciato una iniziativa tendente a ricomporre la casa comune socialista. Anche lo Sdi è interessato a questo progetto?
"E’ vero che si sta parlando di ricomporre la diaspora per arrivare ad una unità socialista, ma non è vero che siano stati i liberalsocialisti a lanciare l’iniziativa. Devo dire che Salvo Andò a livello siciliano da parecchio tempo si sta occupando di questo problema auspicando un ritorno alla casa socialista. E’ grave che in Europa si parla di socialismo europeo, mentre in Italia non c’è un partito socialista, ma tante anime frantumate. Nei fatti ciascuno si comporta in maniera contraria rispetto a ciò che afferma. E’ apprezzabile che i liberalsocialisti nel corso della campagna elettorale per l’elezione del presidente della Provincia si sono schierati con Filippo Collura. Il che fa pensare ad una idea di cominciare a ripercorrere un camino lasciato qualche tempo fa. Ma a livello regionale hanno chiesto a Cuffaro di far parte ufficialmente della giunta di governo. Allora dobbiamo metterci d’accordo. O si fa un discorso di natura politica all’interno del panorama nazionale, oppure si va avanti a piccoli passi i periferia come si sta facendo a Gela e Caltanissetta con i liberalsocialisti. La strada giusta deve partire da un progetto comune. Vedi ad esempio il discorso che Claudio Martelli e Rino Formica stanno portando avanti con Socialismo e libertà. Non si tratta di un movimento ma di un punto di partenza per richiamare tutte le anime socialiste attorno ad un progetto comune".
– A suo giudizio, esistono forze politiche che remano contro questo tentativo di ricomporre la casa socialista?
"Non credo, ma non c’è neppure una linearità di comportamenti. L’interesse di molti è quella di salvaguardare delle posizioni. E qui hanno sbagliato tutto. Se le rendite di posizione devono ancora durare nel tempo, allora la diaspora socialista continuerà all’infinito".
– Qual è il messaggio che il segretario dello Sdi, a livello locale e provinciale si sente di lanciare?
"Io dico che si può cominciare a lavorare ma non su cose definite, ma su percorsi e progetti comuni da definire assieme. Sarà necessario ritrovarci attorno ad un tavolo di discussione. Niente forme di imposizione".
Pino Federico (Nuova Sicilia)
"E’ una domanda che ci siamo posti da tempo – afferma Pino Federico presidente del consiglio comunale ed esponente autorevole di Nuova Sicilia – il vero problema è trovare dei percorsi che siamo validi ed acetati da tutte le componenti socialiste sparse qua e là. Credo che occorra elaborare un progetto progressista ed unitario. E’ un po’ l’augurio che tutti i socialisti ci diamo. Non è facile ma l’importante è che il discorso sia stato avviato e siamo attenti sull’evoluzione dei fatti. Ognuno di noi ha una propria identità do-po la dissoluzione del partito socialista. Adesso occorrerà esaminare questi progetti sperando che portino ad una riaggregazione realizzando un forte partito, ossia una risorsa di cui la Nazione non potrà fare a meno”.
– Tradizionalmente i socialisti hanno trovato una loro collocazione nell’ambito della sinistra o del centro sinistra, mentre Nuova Sicilia e i liberalsocialisti fino a qualche tempo fa orbitavano attorno al centro destra. Può questo costituire un ostacolo alla ricomposizione.
"La prima cosa da valutare – afferma Fe-derico – è il progetto di percorso che occorrerà seguire. Un progetto che superi aspetti personalistici e che indichi il percorso che vogliamo dare. Noi siamo stati dentro la Casa delle libertà dandoci un’autonomia e questo la gente lo ha capito dandoci fiducia e consensi. Adesso i nostri leader regionali sono al lavoro e so che ci sono degli scambi di idee per arrivare a determinare le condizioni per una unificazione in piena autonomia e libertà".
Enzo Antonuccio (Nuovo Psi)
– Architetto Antonuccio, da qualche anno a questa parte, sia a livello nazionale che regionale si registrano tentativi di riconciliazione fra le varie anime socialiste sparse nei vari partiti e movimenti a partire dal centro destra al centro sinistra. E’ reale e percorribile questo processo di riunificazione che sembra essere stato lanciato dai liberalsocialisti?
"Credo proprio di sì e le condizioni esistono proiettate a medio termine. Lavorare oggi per raggiungere questo obiettivo fra tre-quattro anni. In effetti la prova sarà l’anno prossimo con le elezioni europee. In questo caso non c’è il sistema maggioritario ma quello proporzionale puro. Non si è costretti a fare scelte di campo, e sicuramente il 4 luglio prossimo in cui è stata convocata la direzione nazionale del partito affronteremo a Roma proprio il tema delle europee. Si tratta di un test fondamentale dove pensiamo di trovare punti comuni e presentarci uniti. Poi devo precisare che non è stata iniziativa dei liberalsocialisti lanciare l’idea della riconciliazione fra le varie anime socialiste, ma esiste già a livello nazionale nei due congressi celebrati sul tema della riunificazione, la volontà di costituire un polo laico-socialista-riformista. In effetti con l’apporto dei repubblicani e dei liberali, il riferimento è il Nuovo Psi con Gianni De Michelis. Si è fatto il tentativo anche in Sicilia con l’aggregazione all’interno dell’Assemblea regionale di Nuovo psi, Patto per la Sicilia e Liberalsocialisti, ma è stata un’operazione numerica più che una scelta politica. E ciò perché occorreva una maturazione. Tutti ci riconosciamo che siamo di sinistra però abbiamo delle collocazioni per cui c’è un distinguo vero e proprio. Per esempio secondo alcuni c’è l’opinione che all’interno dell’aggregazione di sinistra si può vincere questa crescita se ci uniamo, altri invece sosteniamo – come il Nuovo Psi – che non possiamo condividere queste scelte con chi è stato il nostro carnefice o comunque ha dimostrato e continua a dimostrare di essere tale. Vedi situazione dello Sdi a livello nazionale e anche a Gela. Se si guarda il dato ultimo provinciale lo Sdi è sceso al 2,2%. Quindi all’interno di questo polo di centro sinistra lo Sdi viene soffocato e la gente non capisce c’è confusione tra Ds e Sdi. Si è ritornati alla situazione ambigua e controversa di quando De Martino disse che votare comunisti o socialisti era la stessa cosa. Allora la gente fece la scelta di votare comunisti ed ora la questione si è molto più radicalizzata nel senso che lo Sdi è quasi del tutto scomparso. Nelle passate provinciali aveva avuto 14 mila preferenze, recentemente ha dimezzato i consensi. Ciò significa che la scelta dello Sdi di collocarsi a sinistra non è la scelta condivisa dall’elettorato né dai socialisti. Noi invece possiamo dimostrare che abbiamo avuto dei consensi. Da tre anni sulla scena abbiamo raddoppiato o triplicato le preferenze, il che significa che l’elettorato ci premia. Non è la nostra scelta, siamo un partito di sinistra collocato in un’area che non è la nostra".
– Senza aspettare l’input nazionale, si può iniziare a livello regionale e provinciale a lavorare per questo obiettivo di riunificazione? Cosa direbbe lei ai liberalsocialisti, ai militanti di Nuova Sicilia ed allo Sdi?
"Noi dobbiamo trovare i punti che ci trovano concordi e che ci uniscono. Incontrarci sulle scelte politiche. Ne abbiamo molti in comune senza precostituire maggioranze o aggregazioni che finiscono col diventare numeri ed interessi dove poi ci scontriamo. Non condivido la scelta dei liberalsocialisti che pensano di collocarsi liberamente a sinistra o a destra. Seguo le indicazioni congressuali anche quando non li condivido. In conclusione, le scelte politiche non debbono avvenire con un taglio personalistico ma devono essere frutto di ragionamento e comprensibile alla gente" .
Autore : Nello Lombardo
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