|
notizia del 12/07/2006 messa in rete alle 22:32:42
Abbeveratoi in piazza, da brivido
Decoro urbano: il termine dice già tutto. Si tratta di quegli interventi realizzati per rendere più “decoroso” l’aspetto dei centri urbani. Dovrebbero essere quindi interventi pensati, studiati, promossi per abbellire le vie e le piazze cittadine.
Non sempre è così, nella nostra città. Non me ne vogliano architetti e ingegneri, che di sicuro più di me hanno il senso di tali interventi, ma da profano credo di avere anch’io in qualche modo il senso del “bello”, un senso ovviamente soggettivo, ma che mi porta a un paio di considerazioni.
La prima riguarda il vico Santa Lucia, dove da qualche mese è in corso un intervento, appunto, di “decoro urbano”. Dopo parecchio tempo in cui i lavoro erano nascosti da una palizzata in lamiera, la palizzata è scomparsa e, meraviglia delle meraviglie, è comparso, al centro della piazzetta, un abbeveratoio. Proprio così, non una fontana, o magari una fontanella, ma proprio un abbeveratoio, del tipo di quelli che si usavano in campagna nei decenni passati, e che oggi sono sottoposti a tutela perché sono simboli del passato rurale della città.
Forse il senso di tale realizzazione sta proprio nella simbologia rurale, ma un abbeveratoio per animali in pieno centro cittadino fa venire i brividi. Se è questa la linea che seguirà l’amministrazione comunale in tema di decoro urbano, c’è da aspettarsi che la sala convegni di Piazza Calvario venga eliminata per riportarla alla sua antica funzione, ossia una grande stalla al servizio dell’ormai perduto Palazzo Ducale. E in Piazza Umberto? Saranno inseriti ai quattro angoli delle grandi tinozze per produrre ricotta? Metteranno ai muri degli antichi palazzi gli anelli di ferro per legare asini e muli?
Alcuni abitanti del cosiddetto “grattacielo” del Calvario sostengono che affacciarsi dalle finestre che danno sul Corso è diventato difficile, perché si deve obbligatoriamente vedere “l’orrore del Vico Santa Lucia”. E qui nasce un’altra considerazione. Quando si fanno interventi di decoro urbano, nelle città civili, si discutono e si concordano con gli abitanti, che in fin dei conti di quel decoro urbano sono i fruitori. A Gela tutto questo non è stato mai fatto, a Gela non si tiene in alcun conto il parere dei cittadini. Non sappiamo quali interventi verranno realizzati a Piazza Salandra, sul Corso, in Piazza Umberto, in Piazza San Francesco. L’amministrazione non ha avuto l’accortezza di presentare i progetti ai cittadini, forse perché ritiene che i cittadini non siano in grado di capire, o di avere il “senso del bello”.
Ma quel che (forse) non capiscono i cittadini, lo vedono i turisti, e fanno considerazioni per le quali qualcuno dovrebbe almeno arrossire di vergogna, se non sprofondare.
Mi riferisco al palazzo di Via Navarra Bresmes, che fa angolo con la Via Cairoli. Lì è stato realizzato un intervento di “decoro urbano”, con il rifacimento della facciata del secondo piano, ma lasciando incredibilmente fatiscente la facciata a piano terra e al primo piano, e causando così un altro “orrore” a pochi metri dal Palazzo di Città.
Non si comprende come, al Comune di Gela, abbiano potuto autorizzare lavori fatti in tale maniera, né come li abbia autorizzati la Sovrintendenza ai Beni Architettonici. Si comprende, invece, il risultato, che è sotto gli occhi di tutti ed è oggetto di scherno da parte dei forestieri che visitano la città: un grande palazzo fatiscente, indecoroso, con l’ultimo piano ben rifinito e intonacato.
Il Comune di Gela non avrebbe potuto imporre la realizzazione dell’intera facciata? Attendiamo risposte da parte di ingegneri, architetti ed amanti del “decoro urbano”. A patto, però, che non dimentichino mai il “senso del bello”.
Autore : Giulio Cordaro
» Altri articoli di Giulio Cordaro
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|