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| notizia del 19/04/2013 messa in rete alle 22:31:16 Alla ricerca del senso civico Il senso dell’appartenenza ad una comunità credo debba consistere in valori comuni, comportamenti comuni, solidarietà reciproca (ove possibile). Credo che la comunità gelese, negli ultimi venticinque anni, abbia fatto parecchi passi indietro. Non voglio certo buttare le solite “palate di fango” sulla città, ma certo non viviamo in quella che qualcuno ha tentato di spacciare come “la città più bella del mondo”. Il gelese medio, che in città è rappresentato dalla maggioranza degli abitanti, ha dei difetti divenuti ormai congeniti negli ultimi anni: la riluttanza al rispetto delle regole, da qualunque parte provengano, il tentativo di sopraffare gli altri per avere un vantaggio personale, la rassegnazione di fronte ai soprusi, la mancanza di senso civio riferito alle regole di convivenza civile e al rispetto del prossimo. Probabilmente sono, questi, elementi che si verificano anche in altre città, ma ciò non può certo essere di consolazione. Per fortuna ci sono centinaia di giovani che, grazie al buon lavoro della scuola, sono stati educati in modo civile. Ma permangono sacche di giovani che ancora mostrano atteggiamenti da “bulletti”, giovani che si dedicano a furti e scippi, ed impinguano le fila di una microcriminalità che, invece di diminuire, sembra tendere ad un pericoloso aumento. In quanto al rispetto delle regole di civile convivenza. E’ sufficiente notare come si sviluppa il traffico veicolare a Gela. Vetture parcheggiate obliquamente che ostruiscono la carreggiata e rallentano il transito, motorini che sorpassano a destra, sensi unici che rappresentano solo “consigli”, e via dicendo: quel che conta è fare il proprio interesse, gli altri si arrangino. Ma il lungo preambolo mi serve per raccontare un episodio avvenuto qualche giorno fa in città. Protagonisti sono stati un giovane nordafricano, in possesso di regolare permesso di soggiorno, venditore ambulante di quelle povere cose che gli permettono di sbarcare il lunario, e un non meglio identificato romeno, ubriaco come spesso succede agli individui della sua etnia. Il romeno, dopo avere scelto due articoli, pretendeva di non pagarli. Di fronte alle rimostranze del nordafricano, il romeno (ubriaco) è andato in escandescenze, pestando in malo modo l’ambulante e accanendosi contro di lui con schiaffi, pugni e calci. Ed ecco il punto: alla scena hanno assistito numerose persone, ma nessuna è intervenuta per fermare il pestaggio, nessuno ha avuto la coscienza di fermare la reazione violenta del romeno, che poi se ne è andato indisturbato. Ho raccontato a qualcuno quest’episodio, e quasi tutti i miei interlocutori mi hanno risposto che, se fossero stati presenti, non sarebbero intervenuti: insomma, si sarebbero fatto gli affari propri. E allora, scusate, ma c’è qualcosa che proprio non va. Significa che si è completamente dimenticato il senso civico, che non si conosce più la solidarietà, che siamo ormai dominati dall’egoismo. E quando in una comunità si perdono i valori essenziali del vivere insieme, c’è da preoccuparsi seriamente. Autore : Giulio Cordaro » Altri articoli di Giulio Cordaro |
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