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notizia del 12/07/2006 messa in rete alle 22:30:41
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Speziale vice all’Ars
L’on. Lillo Speziale (nella foto) è il nuovo vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana. Lo si è saputo nella tarda serata di giovedì 6 luglio, ma lo ha comunicato direttamente l’ex presidente del gruppo parlamentare Ds all’Ars nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Comitato comunale Ds. All’incontro con i giornalisti c’erano il segretario dei Ds Franco Liardo, il vicesindaco Peppe Arancio, il presidente dell’Asi Rossano Gennuso, il consigliere comunale Gaetano Orlando e molti attivisti politici. Speziale è stato eletto dal cartello di centro sinistra forte dei suoi 35 voti, ai quali se ne sono aggiunti altri 5 oltrepassando il quorum. Un voto scontato ma non tanto un quanto quella carica era molto ambita dalla Margherita, ma alla fine è prevalsa nel centro sinistra la volontà di premiare il nostro concittadino per la sua lunga militanza nei Ds e per il buon lavoro fatto durante il suo mandato di presidente del gruppo parlamentare Ds all’Ars. Un po’ tutti i partiti politici hanno espresso felicitazioni al parlamentare gelese per il prestigioso incarico istituzionale ottenuto, un riconoscimento del buon lavoro e l’impegno profuso nella sua azione parlamentare. A conclusione della conferenza stampa ci siamo intrattenuti con lui per porgli alcune domande.
– Onorevole Speziale, intanto congratulazioni per il prestigioso incarico. Sicuramente pur dovendo mantenersi al di sopra delle parti, nell’esercizio del suo mandato istituzionale un occhio di riguardo per Gela lo avrà sicuramente.
“Gela non è un corpo estraneo rispetto al resto della Sicilia. Quando si fanno le leggi, vanno elaborate con la caratteristica dell’astrattezza e della genericità, tuttavia bisogna sapere cogliere le esigenze che si muovono all’interno della società ossia nella dinamica sociale. La mia cultura politica, la mia palestra che è stata il consiglio comunale di Gela, mi porta naturalmente a produrre in norme le esigenze ricorrenti ed ilo luogo deputato a questa specifica attività è il parlamento regionale.
A tal proposito mi voglio richiamare a due questioni. Primo voglio riferirmi all’incontro in stabilimento in occasione della presentazione della fontana posta all’ingresso est della città, dove ho detto che esiste una gigantesca questione che riguarda il rapporto tra l’Eni e la Sicilia, tra l’Eni e la città. In quel contesto ho detto pubblicamente che uno dei primi atti che mi impegno a fare è una mozione per riaprire un tavolo di trattative con l’Eni attorno ad una serie di problemi che vanno dalle aree dimesse dello stabilimento, all’utilizzo del gas metano, all’utilizzo dell’energia elettrica, delle acque calde e di centrale. Se la mozione poi necessita di supporti normativi per rendere realizzabili nel nostro territorio i processi di rapida metanizzazione, il rapido utilizzo di aree dimesse per affidarle direttamente alla gestione dell’Asi permettendo così l’insediamento di nuove piccole e medie imprese, allora mi farò carico di predisporre anche una norma di accompagnamento.
L’Eni è un potere forte nella Sicilia, che agisce nella nostra città e tuttavia deve sapere che deve fare i conti con le esigenze della collettività. La storiella che perde non è più vera e siamo tutti convinti che ha margini di guadagno consistenti, frutto del lavoro dei nostri dipendenti e dei sacrifici della nostra comunità, e che è assolutamente necessario che ci sia una corretta restituzione alla nostra comunità che deve avvenire attraverso politiche di sviluppo. Nessuno è disposto a questuare dietro la stanza dell’amministratore delegato dell’Eni questo o tal’altro provvedimento, ma tutti siamo disposti a fare una battaglia perché l’Eni tenga conto delle esigenze della Sicilia e in tale contesto tenga conto delle esigenze della nostra città. Una seconda questione è quella che riguarda i distretti agro-alimentari. Noi pensiamo di dovere dare vita in Sicilia a grandi distretti agro-alimentari che permettono di colmare deficit di bilancio nella bilancia commerciale. Se ci fosse infatti in Sicilia una bilancia commerciale, rileveremmo subito una esposizione in due settori: la chimica fine e la secondaria e nel settore dei prodotti agro-alimentari. Riguardo a questi ultimi è veramente paradossale che la Sicilia acquista prodotti agro-alimentari che in origine vengono prodotti in Sicilia e che divengono agro-alimentari in Emilia Romagna per essere rivenduti in Sicilia nella grande linea di distribuzione siciliana. Noi dobbiamo stabilire di intercettare e di verticalizzare la distribuzione. Se ciò richiederà una norma di accompagnamento, la faremo. Se ci dovrà essere raccordo con l’Unione europea ci adopereremo in tal senso. Ormai tutte le norme vanno concordate nel quadro europeo. Solo così daremo risposte alla nostra comunità gelese e siciliana”.
– Considerato che lei ha toccato temi economici che riguardano lo sviluppo della Sicilia e in particolar modo il nostro territorio, vorremmo che lei ci illustrasse quali azioni dovranno essere portate avanti a livello regionale per prendere misure riguardo alle carenze infrastrutturali esistenti e ci riferiamo al mancato completamento dell’autostrada Gela-Siracusa, il porto di Gela di là da venire, la mancanza di un aeroporto per il celere trasferimento delle merci prodotte a Gela ai mercati del nord e di arterie viarie nuove per consentire uno sviluppo turistico che tuttora langue.
“Io non penso a quello che dobbiamo fare, ma a quello che abbiamo fatto e che poi altri hanno disfatto. Parliamo del porto su cui gravavano 130 miliardi di finanziamento che fu definito dal governo Capodicasa. In cinque anni il governo di centro destra non è riuscito a far passare la questione dell’impatto ambientale del porto ed ora rischiamo di dovere rimodulare nel POR 2007-2013 un nuovo intervento sul porto perché nel frattempo i 130 miliardi sono stati destinati da questo governo ad altre finalità. Anche per l’agricoltura si fece tantissimo. Allora si pensava a fare le dighe, ma nessuno pensava a come fare giungere l’acqua alle terre dei contadini. Ebbene noi e sempre durante il governo Capodicasa e con un mio intervento, ci fu un finanziamento di 90 miliardi per la rete irrigua della piana di Gela, adesso in fase di completamento. Ma torniamo alla tematica portuale per la quale io penso che vada sicuramente rilanciata. Il porto di Gela può avere tante altre ambizioni e già da qualche anno grazie agli interventi degli associati, della stessa capitaneria di porto e della nuova illuminazione realizzata dal Comune, si sta presentando con una nuova veste. Non si tratta di grandi cose, ma che danno il senso che il mare è una opportunità per noi. Per tal motivo ci siamo battuti in tempi non sospetti per recuperare i 30 miliardi dell’Eni per fare il porto”.
– Vogliamo spendere una parola sulla crisi politica tra centro sinistra, da una parte e ds dall’altra con il sindaco crocetta? Sembra che sia rientrata. Un suo commento.
“A Gela la campagna elettorale ha aperto un dibattito che non si è sviluppato solo sui temi di carattere regionale ma ha avuto riferimenti a fatti amministrativi, a comportamenti che in modo particolare hanno investito la sinistra, a strappi che erano stati acclarati nell’ambito della sinistra. Tutto questo era chiaro agli occhi degli elettori i quali hanno dato un giudizio. Noi abbiamo detto fin da subito che si deve tenere conto e rispetto del giudizio degli elettori. La stampa per semplificare ha detto che c’era un problema tra Speziale e Crocetta. Questo è un modo di semplificare e banalizzare le cose. Il problema invece è complesso. Nessuno di noi voleva mettere in discussione l’assetto dell’amministrazione. Ciascuno di noi e in particolare i Ds hanno il diritto-dovere di rispondere alla domanda che ci viene dalla città, che è quella di correggere il tiro, di dare più attenzione alla possibilità di assicurare i servizi. Utilizzare un’amministrazione ha un senso se dà risposte alla comunità. Non solo deve fare buona politica, ma anche buona amministrazione da cui si trae poi un giudizio complessivo. Questa è la questione che abbiamo posto con la dovuta forza. La nostra funzione critica nei confronti dell’amministrazione nella quale siamo presenti, rientra nel nostro ruolo che non è contrapposizione o negazione di cose fatte. Abbiamo aperto un dibattito dal quale lo stesso sindaco ha riconosciuto che è questo il ruolo che compete ai Ds e che si tratta di un metodo corretto di interpretare i rapporti con la politica considerando questi stimoli critici un fattore che arricchisce il contributo all’amministrazione comunale. A questo punto speriamo che questo scoppio di fine legislatura sia uno scoppio che possa rendere più concreti e rispondenti ai bisogni della comunità l’azione amministrativa”.
– Vediamo di tradurre quanto da lei detto. I Ds sosterranno il sindaco per questo scorcio di consigliatura partecipando attivamente alla gestione della cosa pubblica, metteranno alla prova il sindaco Crocetta e se le cose andranno per il giusto verso, lo ricandideranno, a meno che non ci sia, come sembra da precise dichiarazioni da lei rilasciateci la settimana scorsa, una posizione precostituita con cui si afferma che comunque Crocetta non è il vostro candidato a sindaco per la prossima consigliatura.
“Questo è prematuro. Il dibattito oggi deve concentrarsi il più possibile a risolvere i problemi della nostra comunità e concentrare tutte le risorse perché questi problemi possano essere affrontati e risolti. Subito dopo si farà una valutazione congiunta.
Autore : Nello Lombardo
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