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notizia del 27/02/2004 messa in rete alle 22:26:44
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Gela, i tre giorni infernali della politica
“Ho preso la decisione di sbloccare l’attività di gestione provvisoria del Comune con una mia determinazione. Ieri c’è stato un atto del Consiglio comunale che indicava come si sarebbe potuto sbloccare l’iter per il carnevale. Allora io credo che si possano anche sbloccare i contributi per le ragazze madri, i bisognosi, per i lavori, per i rifiuti, per tutte le questioni importanti di questa città. Il mio quindi non è solo un provvedimento sul carnevale, ma un provvedimento generale”.
Con queste parole giovedì mattina, nel corso di una conferenza stampa convocata di fretta e furia alle 12,30 presso il suo ufficio, Crocetta ha annunciato che la notte gli ha portato consiglio ma anche lo ha risollevato l’atto di indirizzo specifico posto in essere dal Consiglio comunale che in sostanza sblocca la situazione d’impasse dell’amministrazione. Non si tratta più di riconoscere i debiti fuori bilancio che avrebbero portato alle calende greche la possibilità di operare da parte dell’amministrazione, ma con la sua determinazione il sindaco di fatto prende atto degli equilibri di bilancio e blocca l’avanzo che servirà a coprire finanziariamente i provvedimenti di spesa assunti dalla giunta. Crocetta in questo fa presente di essersi assunta tutta la responsabilità ma è stato confortato da alcuni pareri legali.
Così i suoi timori di vedere bloccata per un anno l’attività amministrativa ora sono definitivamente scongiurati. “Credo che ieri sera in Consiglio comunale, al di là della polemica, si sia fatta della politica – ci ha dichiarato il sindaco – c’è stata una presa d’atto che la situazione finanziaria si è sbloccata, in particolare per il carnevale, e quindi lo sarà anche per altro come il problema dei giovani, delle ragazze madri, dei lavori pubblici, delle manutenzioni. Quindi firmo una determinazione, confortato da pareri legali, con la quale mi assumo la responsabilità di continuare l’esercizio provvisorio. Il Comune intanto ha pagato i debiti, ha accantonato i fondi e dall’altra ha avviato la procedura per il riconoscimento formale dei debiti fuori bilancio previa la procedura di equilibrio finanziario che abbiamo già avviato al Consiglio comunale”.
Non è di tutti i giorni trovare un sindaco che assieme ai suoi assessori distribuisce volantini per denunciare ostruzionismi che ingessano l’attività amministrativa comunale. Lo aveva promesso e lo ha mantenuto. Mercoledì scorso nella tarda mattina al cambio del turno dei dipendenti del Petrolchimico il sindaco Rosario Crocetta si è recato dinanzi ai cancelli dell’ingresso A degli operai distribuendo volantini con un titolo che è tutto un programma politico: “Non fermeranno il Rinascimento di Gela”.
Ma oltre a fare volantinaggio, il primo cittadino nella stessa giornata a sera in piazza Umberto I ha tenuto un comizio presente una marea di persone che più volte con applausi hanno sottolineato i suoi discorsi. “Vogliono paralizzare la città – era scritto sul documento che ha costituito oggetto anche di manifesti murali – è questa la linea scelta dal centro destra che di fronte all’attività fattiva e laboriosa che ha svolto la giunta, cerca in nome della politica del tanto peggio tanto meglio di paralizzare gli atti del Comune”. Perché Crocetta ha deciso di scendere tra la gente in un momento molto delicato della sua sindacatura? Il motivo è semplice. Stretto all’angolo del ring si sente ingessato e impotente a portare avanti il suo programma politico, si vede bloccate tutte le sue deliberazioni che significano lavoro, ma anche investimenti pubblici e servizi alla gente. Il suo è il disperato tentativo di ottenere quella solidarietà e l’aiuto morale della gente, di quella gente che lo portato a ricoprire quella carica esclusivamente per dare risposte e soddisfare i bisogni della collettività.
La sua, proprio nel comizio di piazza Umberto, l’ha definita una missione, una scelta come una persona può scegliersi di farsi sacerdote. E lui afferma di credere in Dio e per questo la sua azione amministrativa è e rimane una missione. Parole forti e denunce gravi pronunciate a gran voce con tanto di nome e cognome dinanzi ai microfoni delle emittenti locali e ripetute ai cronisti delle testate giornalistiche locali e regionali. Cosa è successo di tanto grave per indurre il primo cittadino a scendere in piazza e dinanzi ai cancelli della fabbrica e chiedere l’aiuto della gente?
Per Crocetta è ora di finirla con la politica politicante e la casa delle Libertà non può continuare ad impedirgli di governare “ricorrendo ai soliti giochetti” ricorrendo direttamente o per interposte persone (rilievi dei sindaci revisori – n.d.r.) a trovare cavilli da azzeccagarbugli ingessando l’azione amministrativa che nei mesi recenti è riuscita a tradursi in uno sblocco di importanti lavori che attendevano da anni di essere avviati. La rabbia di Crocetta si era manifestata già nella prima conferenza stampa della mattinata del martedì, ossia il giorno successivo alla seduta consiliare nel corso della quale dopo una serie di schermaglie, sospensione dei lavori e incontri tra i capigruppo, si è deliberato di trasmettere alla corte dei conti ed all’Assessorato regionale agi enti locali gli atti che la giunta aveva deliberato negli ultimi dieci giorni di dicembre. Una conferenza stampa convocata per le 12,30, molto tesa con un Crocetta irritato ma lucido e consapevole dei passi che avrebbe dovuto e voluto fare. La risposta a chi ha voluto sfidarlo pensando di intimorirlo è stata quella che ha pensato lui stesso a trasmettere gli atti “incriminati” alla procura della repubblica sottolineando a gran voce che alla fine chi sbaglia paga. Ma ad infastidire e soprattutto preoccupare il primo cittadino è la paralisi amministrativa per la questione del presunto buco di 25 miliardi.
Gli unici soldi che si potranno spendere saranno stipendi al personale comunale e servizi d’emergenza. Un fatto grave che non succede in nessuna altra parte del mondo. Un organo che si arroga – secondo il primo cittadino – il diritto di stabilire priorità ed imporre scelte amministrative che non sono quelle volute dall’amministrazione. Si vuole l’applicazione di una normativa nazionale nel momento in cui ne esiste una regionale e obbligatoria per gli Enti locali. Ed a questo punto sventola una pagina del regolamento di contabilità laddove all’articolo 17 comma 10 sancisce che gli storni dei fondi che si riferiscono allo stesso servizio sono “effettuati con atti dell’organo esecutivo”, ossia per questa operazione è la giunta comunale competente “ad adottare il provvedimento di spesa cui lo storno è connesso”. Rabbia, ma soprattutto delusione per il risultato cui è giunto il consiglio comunale.
“Mi sarei aspettato un atteggiamento politico – afferma Rosario Crocetta il riferimento al deliberato consiliare – e la politica non può abdicare al proprio ruolo che è quello di discutere i fatti. C’erano degli organismi tecnici che accusavano altri organismi tecnici di avere operato in modo difforme. C’è un regolamento del consiglio comunale e non capisco come non si è neppure tentato di entrare nel merito. Mi sarei aspettato che la politica avesse questa capacità di governo dei fatti, mi sarei aspettato che si discutesse nel merito. Invece no, si è abdicato al proprio ruolo insinuando sospetti. La partita quindi non è formale, ma è un tentativo di paralisi della città per poi accusare l’amministrazione di non aver saputo operare. Io non ci sto. Questa amministrazione ha operato in un anno un vero e proprio cambiamento, sbloccando lavori importanti.
Non consentiremo a nessuno di bloccare questo cambiamento. E’ ora che la politica rispetti i ruoli e non può paralizzare chi è stato eletto. Sembrerebbe che a qualcuno dispiaccia che noi operiamo e risolviamo i problemi della gente”. Se da un canto il primo cittadini è risentito per i comportamenti del consiglio comunale, dall’altro è molto più infastidito ed “addolorato” per il modo subdolo con cui il collegio dei revisori pretenda che prima si riconoscano gli ottanta debiti fuori bilancio che richiederanno forse mesi e mesi e che tra l’altro si tratta di debiti ormai liquidati, e poi si debba passare alla presa d’atto dell’equilibrio di bilancio. Ora bisognerà spiegare a chi ha già assunto impegni che la copertura finanziaria delle at-tività carnevalesche non c’è, ed al tempo stesso corre grosso rischio la raccolta dei rifiuti solidi urbani. La decisione di rinviare alla Corte dei conti ed all’Assessorato agli enti locali le delibere di giunta varate nell’ultima decade di dicembre e nel mese di gennaio è scaturita dalla volontà del consiglio comunale nella seduta del 16 febbraio scorso. Parec-chi i consiglieri assenti del centro sinistra.
Ad eccezione del consigliere Giordano mancavano tutti gli altri. Un deliberato, quello assunto dal consiglio con il solo scopo di conoscere se gli atti in questione sono da considerarsi legittimi come sostiene l’amministrazione oppure no, come afferma l’organo di revisione presieduto dal rag. Angelo di Bartolo. Il dibattito in aula è stato pacato, sereno ma non avendo toccato il merito della questione, si è concentrato sulla eventualità di inviare gli atti anche alla magistratura come proponeva il consigliere Di Giacomo, oltre che agli Enti Locali ed alla Corte dei conti. Il consiglio comunale si è comportato come Ponzio Pilato lavandosene le mani e abdicando ad un minimo di discussione per capire quali fossero le ragioni dei revisori e quelle dell’amministrazione.
E’ probabile che dietro questa linea di condotta si nascondesse la prudenza della stragrande maggioranza dei consiglieri di non addentrarsi in campi tecnico-legali ed amministrativi verso i quali erano in parte o del tutto impreparati. C’è voluta la sospensione dei lavori di poco più di un’ora per trovare un accordo fra i capogruppo. Alla fine è prevalsa la proposta del capogruppo consiliare di Forza Italia Franco Giudice che prevedeva il rinvio degli atti solo ai primi due organi regionali.
Il giorno successivo si è avuta un’altra seduta dove sono state presentate alcune interrogazioni da parte del consigliere ds Salvatore D’Arma e del consigliere di Forza Italia Massimo Catalano. Quest’ultimo infine chiede l’approvazione di un atto di indirizzo con cui il Consiglio delibera che per partecipare ai corsi delle attività sportive, gli iscritti non dovranno pagare alcuna quota contributiva. Al momento del voto, non c’era il numero legale e si è rinviato dapprima di un’ora e successivamente di 24 ore.
Poi è stata la volta del capogruppo consiliare forzista Franco Giudice che ha letto la relazione al piano regolatore generale come vice presidente della commissione. Altro argomento affrontato è stato il problema acqua con un intervento del consigliere Giordano del gruppo della Margherita. Una relazione molto minuziosa che ha dato un quadro della situazione idrica nella nostra città dei bisogni e delle urgenze per arrivare ad ottenere acqua potabile nei nostri rubinetti. Poiché ad essere coinvolti nel problema ci sono vari Enti oltre che responsabilità amministrative, è stato deciso di rinviare il dibattito ad altra data quando sarebbero stati presenti un congruo numero di consiglieri comunali.
Mercoledì la replica del Consiglio comunale al comizio preserale di Crocetta
La giornata delle forti polemiche di mercoledì si è chiusa con la seduta di consiglio dedicata alle dichiarazioni del sindaco crocetta dal palco di piazza Umberto.
Angela Galioto, con interventi pacati e mirati è riuscita a portare il Consiglio sulla constatazione, attraverso le spiegazioni del segretario generale Antonella Liotta, che la decisione di inviare gli atti alla Corte dei conti ed all’Assessorato regionale enti locali non comportava alcun blocco dell’attività amministrativa. Venivano così bollate di strumentalizzazione quanto messo in giro sulla paventata paralisi comunale a seguito dell’iniziativa del Consiglio.
L’assessore Donegani, presente con il suo collega Orazio Consiglio in rappresentanza dell’esecutivo, ha tenuto a ribadire che nè lui nè altri, sindaco compreso, avevano addebitato all’iniziativa del Consiglio il paventato blocco dell’attività amministrativa, precisando di essersi tutti rivolti a contrasti con l’organo tecnico (nella fattispecie con il Collegio dei Revisori). Sono intervenuti anche la Pingo, Catalano, Italiano, Cirignotta, Arancio, D’Arma, Bonura e Giuseppe Di Dio.
Si è quindi votato un atto d’indirizzo con cui si dava via libera all’edizione del Carnevale 2004.
L’indomani la schiarita con il provvedimento “sblocca-paralisi” del sindaco.
Autore : Nello Lombardo
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