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notizia del 24/10/2008 messa in rete alle 22:22:40
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E in Consiglio si torna ad annaspare
Il Question time continua a far acqua da tutte le parti. Anche ieri sera (mercoledì 22 ottobre) nulla di fatto per il venir meno del numero legale. Uno strumento cui un po’ tutti i consiglieri annettevano una grande importanza e la sede più adatta per interagire con l’amministrazione attraverso le interrogazioni, interpellanze e mozioni, già al suo nascere ha cominciato a manifestare le prime pecche. Assenze degli interroganti da una parte e stanza di risonanza per denunciare fatti politici trasversali, episodi di intolleranza politica, attacchi alla persona, dall’altra. Che c’entra tutto questo col Question time? Proprio nulla. E’ inammissibile che consiglieri interroganti o proponenti pur sapendo che il tal giorno andranno trattate le loro mozioni o interrogazioni, risultino poi assenti. Nella prima seduta furono ben 7 le interrogazioni che non poterono essere trattate per l’assenza dei proponenti. L’ottava a firma di Trainito-Greco-Scuvera, su proposta dei quest’ultimo (l’unico presente) venne confinata anch’essa in coda all’ordine del giorno. Ieri sera le ultime sei interrogazioni sono slittate pure ad altra data per l’assenza dei proponenti. Il presidente Di Dio, dopo la votazione per gli scrutatori, ha dato la parola al capogruppo di Democrazia e socialismo Paolo Cafà invitandolo ad illustrare la sua interrogazione. L’ex assessore ai servizi sociali ha voluto informare l’assemblea civica di un increscioso episodio occorsogli a seguito della sua posizione espressa in Consiglio sulla questione dei colori del Gela calcio. Si è trattato di un atto di intimidazione vero e proprio. Ha raccontato di essere stato insultato mentre usciva dal Tribunale, da una persona che era a bordo di una macchina. Con fare minaccioso gli ha intimato di smetterla di occuparsi del Gela Calcio. “Questi fatti succedono – ha detto Cafà – perché purtroppo la politica è caduta in basso e perché le stesse istituzioni hanno finito per perdere autorevolezza. Bisogna stigmatizzare il modo sbagliato di concepire la politica. Nel momento in cui manca l’autorevolezza delle istituzioni, diventiamo tutti bersaglio facile dei facinorosi”. Ha ribadito che bisogna lavorare nel rispetto reciproco evitando di trasformare il Consiglio comunale come un luogo dove regolari i propri conti e polemizzare l’un contro l’altro strumentalmente. Ha richiamato infine l’episodio che vede protagonisti il presidente Di Dio ed il suo vice Nastasi. Per Cafà bisogna essere capaci di sanare queste spaccature che accadono tra rappresentanti di Istituzioni, evitando di minacciare ricorsi alla magistratura. “Con serenità – ha concluso Cafà – è bene affrontare ogni discussione in Consiglio attraverso un dibattito chiarificatore”. Di Dio ha espresso subito la sua solidarietà verso Cafà per l’increscioso episodio, poi nel richiamare la questione che lo vede in contrapposizione con Nastasi si è detto subito disponibile a discuterne in aula anche a microfoni accesi ed a spiegare punto per punto il suo comunicato. Ha preannunciato che si sarebbe allontanato dall’aula, prevedendo che il dibattito si sarebbe spostato sulla vicenda. Il capogruppo Pd D’Arma si è associato a Di Dio solidarizzando con Cafà e nel richiamare l’episodio riguardante la grossa frattura tra lui e Nastasi, ha auspicato che ogni fatto di natura politico-amministrativa venga affrontato in aula, sede ideale evitando che si vada a finire nelle aule dei tribunali. Dopodiché Di Dio, come aveva preannunciato, lascia l’aula, e va Nastasi a presiedere la seduta. Appena il tempo di mettere ai voti la mozione di Cafà che viene a mancare il numero legale.
Autore : Nello Lombardo
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