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notizia del 06/03/2005 messa in rete alle 22:17:51
Ci sono buchi e buche
Sui buchi, fatti nell’Emmenthaler o nel Groviera, gli svizzeri (che non sono scemi) ci hanno campato e camperanno ancora. Dei buchi neri si parla di continuo, in astronomia, per capire come possa “svanire” la materia stellare. Di altri tipi di buchi non è il caso di parlare, per delicatezza verso i lettori.
Gela era famosa, qualche anno fa, per i buchi delle pallottole che vagavano per la città, e ogni tanto qualcuno, per sbaglio, ci restava secco. Il ricordo di quei buchi è ancora vivo nell’immaginario collettivo, visto che la città è ancora ricordata come città della guerra di mafia (e oggi è nota come città dell’antimafia, tanto per non perdere il ricordo).
Ma il progresso avanza impetuoso, e siccome esistono le pari opportunità, a Gela dai buchi si è passati alle buche. Le buche che, violente e impietose, sono spuntate settimana dopo settimana, in tutte le strade del centro e della periferia, nei quartieri residenziali come in quelli popolari.
Mai, a ricordo d’uomo, Gela si è trovata in una simile situazione di incuria: gli automobilisti sono obbligati a repentini e pericolosi zig-zag per evitare danni alle sospensioni e agli ammortizzatori, mentre una rilassante passeggiata è diventata più pericolosa che nel centro di Baghdad.
Naturalmente, in caso di danni, i cittadini potranno sempre chiedere il risarcimento al Comune: nessun problema, anzi... l’amministrazione (è un atto dovuto) resisterà in giudizio, pur sapendo di perdere, e pagherà qualche congrua parcella all’avvocato di turno, nominato “per difendere gli interessi della collettività”.
Tutto questo avviene, nel 2005, nella città della legalità e dell’antimafia, città nella quale i diritti dei cittadini vengono di continui calpestati. Un esempio di queste ore: i tifosi della curva, al campo sportivo, minacciano di disertare il prossimo incontro perchè la rete realizzata dal Comune impedisce una chiara visione della partita.
Il ragionamento è semplice: io pago il biglietto per “assistere” ad uno spettacolo sportivo, quindi non mi possono frapporre ostacoli alla “visione” di ciò per cui ho pagato. Se pago per vedere e poi non vedo, dovrei quanto meno essere risarcito. Invece al Comune si continua a prendere tempo, come del resto si è fatto per il manto erboso, rifatto in ritardo rispetto all’inizio del campionato, con il risultato che per due mesi il terreno non è stato utilizzabile e oggi siamo allo stesso punto di prima, con un pantano buono per girare le comiche, come negli anni ‘30.
E non dimentichiamo (l’abbiamo già scritto otto mesi fa) le condizioni dell’ingresso del “Vincenzo Presti”, con quintali di fango ad ogni pioggerella e con l’assenza di corrimano ai botteghini, corrimano che sono presenti in tutti gli stadi e sono di costo irrisorio, qualcosa che si potrebbe realizzare in paio di giorni.
Queste carenze, dalle buche nelle strade alla situazione del “Presti”, sono il sintomo di una amministrazione sempre pronta a blaterare la propria presunta legalità ma disimpegnata, invece, nella cura degli interessi dei cittadini, i quali sono calpestati nei propri sacrosanti diritti, e considerati, mediaticamente, alla stregua di “spettatori” delle gesta di chi amministra, che mai come ora è lontano dall’esigenze collettive.
Voglio augurarmi che i tifosi della curva siano al loro posto, nonostante le difficoltà di visione, domenica prossima, perchè la loro assenza penalizzerebbe la squadra, che in questo caso non ha colpa. Ma non mi dispiacerebbe, vedere qualche striscione che ricordi all’amministrazione le sue responsabilità.
Autore : Giulio Cordaro
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