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notizia del 04/06/2012 messa in rete alle 22:15:21
Nuove rogne per Fasulo
Alla fine i nodi vengono al pettine e vanno comunque sciolti, anche se molto complessi. Come quello stretto meno di due anni fa dall'allora consigliere provinciale del Pd Angelo Fasulo, la cui ambizione a diventare sindaco di Gela, dapprima legittimata dalle primarie, è stata poi definitivamente sanzionata dal corpo elettorale in due turni.
Va dato atto che quel nodo fu stretto alla luce del sole, con un'alleanza tra Pd e Mpa decisa a Gela, ma con tanto di benedizione a Palermo. Ora che nel capoluogo e nella politica regionale i rapporti tra i due sono sostanzialmente cambiati, però – specie in ottica elettorale con l'imminente appuntamento con le urne previsto verosimilmente per questo autunno al fine di rinnovare l’Ars – quest'alleanza si presta a fare da boomerang, rivoltandosi contro gli stessi beneficiari di allora, come nel caso appunto del primo cittadino gelese, oggi perloppiù costretto a barcamenarsi nel bel mezzo di una morsa tra i due partiti citati e rispettivi riferimenti, tanto a livello locale – comprensorio compreso (vedi Niscemi) – quanto in ambito regionale.
E proprio le ultime vicende regionali hanno indotto il deputato del Pd all’Ars Donegani a sollecitare una verifica politica a Gela, senza per questo postulare necessariamente una fuoriuscita dell’Mpa dall'esecutivo cittadino. Gli ha risposto per le rime Federico, suo collega e leader a Gela e in provincia del movimento autonomista, e altrettanto ha fatto il sindaco Fasulo, del suo stesso partito.
Federico, nel precisare che il suo partito non è attaccato alle poltrone, pronto anche a togliere il disturbo se tale è quel che comporta la presenza degli assessori in quota Mpa in giunta, invita praticamente Fasulo a fare chiarezza. Così è di fatto con il primo cittadino che interviene puntualmente a negare la necessità di una verifica politica. Pensare che ciò sia frutto di una forma di riconoscenza di un sindaco messo più volte in difficoltà dalla dialettica interna al suo partito, alimentata dal doppio giudizio sul premio di maggioranza e che ha trovato un ottimo alleato nel partito di Federico e Lombardo, è semplicemente fuorviante. In politica non esiste la riconoscenza. Del resto, se così fosse la verifica nella giunta Fasulo sarebbe già avvenuta senza inviti a mezzo stampa.
A Gela anche i bambini sanno che Fasulo è sindaco grazie alla grossa mano d'aiuto di Donegani e del suo circolo di riferimento. Basti pensare che in occasione delle primarie, Speziale era praticamente avanti in tutti i gazebo (o quasi), guadagnandosi un netto vantaggio, eccezion fatta sicuramente per il gazebo di Piazza dei Martiri, targato 1° circolo Pd, che da solo ha ribaltato il risultato. Donegani non lo ha fatto certo per spirito altruistico, avendo come obiettivo primario sconfiggere l'avversario (Speziale) tanto quanto se non più che far vincere il candidato a sostegno (Fasulo). Ma che questi, cioè Fasulo, ne abbia tratto i maggiori vantaggi è fuor di dubbio. La scesa in campo di un parlamentare regionale come Speziale peraltro ha enfatizzato l'evento, con una partecipazione dei cittadini notevole, entrando de facto nella storia della città.
Ma allora cosa bolle realmente in pentola? In gioco ci sono le elezioni: è chiaro. Ma non solo. Donegani e Federico sono oramai ufficialmente avversari in corsa. Entrambi si ricandideranno e, soprattutto, in una condizione che molto probabilmente vedrà i rispettivi partiti non alleati. Ed è proprio questo il punto di domanda, la cui risposta del sindaco Pd lascia almeno per un attimo interdetti. Invero, se questa è stata sempre la posizione di Donegani – con tanto di referendum svolto – e poco sorprende la sua richiesta, oggi lo è ufficialmente anche del segretario regionale ed ex margheritino Lupo il quale, per chi non lo sapesse, proviene dal mondo sindacale della Cisl. Quella stessa Cisl che a livello locale ha contribuito non poco alla elezione di un altro ex margheritino qual è appunto Fasulo. Non solo, è anche la linea sposata dall'altro sponsor del Pd a Fasulo in campagna elettorale, cioè l'europarlamentare e presidente dell'assemblea provinciale del Pd nisseno, Rosario Crocetta, il quale - sganciatosi dalle posizioni di Lumia in merito -, ha disertato l'assemblea regionale non condividendo più le ragioni e l'opportunità di una mozione di sfiducia che aveva pure sottoscritto e nel spiegarlo in una apposita intervista, ha definito deleteria per il suo partito l'alleanza con Lombardo, riducendolo ad un partito litigioso nella sua classe dirigente distante dalla base e dall'elettorato di riferimento. Un partito dilaniato che scende al 7,5% a Palermo e le cui lotte intestine all'interno dell'alleanza con l'Mpa sono costate la non riconferma di un sindaco della legalità vicinissimo a Crocetta come Di Martino a Niscemi. Senza dimenticare l'attacco diretto e frontale dell'assessore Casano, fedelissimo di Crocetta, ai danni del collega D'Aleo, in quota Mpa, per l'area mercatale.
Quell'area mercatale su cui D'Aleo aveva già minacciato di dimettersi in passato, in segno di protesta in ordine alla scelta di destinarla benché provvisoriamente nel quartiere Marchitello. E non meno importanti, infine, i ripetuti inviti a dimettersi, sulla questione dell'acqua, da parte di Idv e Sel, cioè i naturali alleati del Pd nel centro-sinistra immortalato nella foto di Vasto. Attacchi da non sottovalutare solo perché provenienti da forze politiche extra consiliari (cioè non presenti nel civico consesso). Se è per questo neanche Udc, Pid, Api, Pli e Psi lo erano e lo sono diventate solo dopo le elezioni amministrative.
In definitiva, in un relativamente breve lasso di tempo, di fibrillazioni ce ne sono state e molte ne mancano all'appello, senza considerare quelle che non affiorano in superficie. Il negarlo da parte del Sindaco non è il voler mettere la testa sotto la sabbia: appuriamo che è semplicemente il suo modo di procedere. La nomina ad esempio, di Renato Mauro, leader di Pensiero Libero, a direttore generale dell'ente, ha messo d'accordo tutti nel non condividere tale scelta, Mpa compreso: anzi, Mpa in testa. Insomma, da buon moderato - più “democristiano” che democratico – Fasulo dialoga con tutti, perché si ritiene il “sindaco di tutti”. Anche se eletto dai cittadini e non più dai partiti, tende a far coincidere l'essere il “sindaco di tutti gelesi” con l'essere il “sindaco di tutti i partiti”. Un sindaco, per dirla tutta, da “Prima Repubblica” e, a seconda dei punti di vista e dei gusti di ognuno, non sarebbe a rigore neanche un difetto se non fosse per quella rivoluzione culturale sbandierata ai quattro venti in campagna elettorale: non ci sembra proprio il caso.
Autore : Filippo Guzzardi
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