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notizia del 05/02/2011 messa in rete alle 22:14:03
Legalità per i Servizi sociali, Ok del Consiglio al protocollo
La proposta di protocollo di legalità nel settore dei servizi sociali passa con il solo voto della maggioranza. Su diciotto presenti, a dire sì sono stati in 15, ad astenersi in tre (Trainito, Maganuco e Lo Nigro). Non si poteva far di meglio. Il protocollo di legalità per il quale il suo proponente, Rocco Giudice (nella foto), si era dichiarato soddisfatto quanto meno per avere sollevato un problema degno di attenzione, è stato presentato in aula lunedì 31 gennaio “completamente stravolto” – a detta delle opposizioni.
Nella conferenza dei capigruppo si era sposata una linea molto più coraggiosa, sicuramente molto più vicina a garantire i lavoratori del sociale, ma approdato in Consiglio, quel testo che era stato condiviso anche dalle opposizioni, non era più quello redatto nella mattinata.
Contestati, sempre dalle opposizioni (Di Dio, Gallo, Trainito, Pingo) in particolar modo i punti 3 e 5. Si sosterrebbe da parte loro che in sostanza quel protocollo di legalità non ha aggiunto o modificato nulla rispetto a quanto era per prassi per l’amministrazione comunale. Il consigliere che aveva avuto l’idea di entrare nei meandri burocratici dei servizi sociali a fin di bene, nel proporre il suo protocollo di legalità, sicuramente non pensava che si sarebbe creato un vespaio ed in cuor suo deve doveva ritenersi appagato. Anzi ad apertura del suo intervento, dopo che consiglieri di maggioranza si erano lasciati andare a lunghe dissertazioni sulla bontà ed importanza del documento o sulla opportunità di un suo ritiro fortemente voluto e richiesto dalle opposizioni, Rocco Giudice visibilmente imbarazzato ma deciso nel suo incedere ha detto di ritenersi soddisfatto, quanto meno per avere sollevato il problema, ma ha aggiunto anche di essersi reso conto che, essendo in gioco tante componenti, per l’approvazione del protocollo di legalità, non si poteva andare oltre certi limiti. “Ero certo che la mia proposta non sarebbe passata, così come l’avevo elaborata – ha continuato Giudice – democrazia vuole che un documento va arricchito con il contributo di tutti per poi alla fine essere condiviso nel suo complesso. Quando altri ti pongono delle questioni, ti trovi ad un bivio e lì, dal confronto deve nascere un certo equilibrio. Devo dire che solo ora alcune cose le ho capite fino in fondo, ma non posso accettare l’affermazione gridata che questo documento non porta a casa niente, né che l’amministrazione non abbia recepito nulla. L’avere condiviso il punto 5 e 6 non è cosa da poco. Voglio solo aggiungere che non è il documento che avevo sognato, ma il documento possibile. Ritirarlo? Assolutamente no, perché non si possono buttare via alle ortiche cinque giorni di lavoro”.
Quindi non c’è da cantare vittoria, ma non è cosa da poco che per la prima volta si riesce a condividere un progetto alla cui elaborazione vengono chiamati a partecipare amministrazione e consiglio comunale, creando uno strumento di democrazia rappresentato dal “protocollo di legalità”. A sottolinearlo soprattutto il sindaco Fasulo quando nel suo intervento finale ha ringraziato tutti per avere aperto una strada più percorribile, esaltando il ruolo del Consiglio comunale, sede importante di incontro di volontà politiche e da cui partono le proposte.
“Il bello è che, al di là di alcune argomentazioni estemporanee e di certi comportamenti, questo documento è stato il frutto di una elaborazione comune e di confronto e si rivela quanto mai importante per il futuro per la regolamentazione dei rapporti tra Comune e chi si trova a gestire il sociale. Ringrazio i consiglieri proponenti ed in particolar modo Rocco Giudice. Da questo momento in poi sarà più facile per l’amministrazione lavorare perché un percorso diviene più agevole. Alle opposizioni dico che non è stata l’amministrazione a proporre questo documento e pertanto vi chiedo di apprezzare chi ha avuto la capacità di fare la proposta. Noi per parte nostra facciamo un plauso”.
Tuoni e fulmini per l’ex presidente del consiglio comunale Peppe Di Dio, che, prima di andarsene perché su quel documento non se la sentiva di esprimere un voto, ha voluto far conoscere il suo pensiero.
Parole forti, le sue, molto accalorate sicuramente, ma alla fine si è scusato per la foga e per le parole di biasimo. “Mi astengo da questa votazione – ha continuato rivolgendosi sempre verso i colleghi della maggioranza, ma senza mai puntare lo sguardo verso il sindaco Fasulo seduto di qualche metro alla sua sinistra – una votazione che mi sembra una pantomima. Per me questa è una proposta di illegalità. Il Comune non può dire agli operatori sociali: non vi pago perché non ci sono i soldi. E’ proprio questo il risultato di ciò che state facendo. E’ come se voi state dicendo alla gente di andare a rubare. Non potete così prendere in giro la città”. Mentre stava per andarsene il presidente Fava lo ha pregato di fermarsi ancora per una decina di minuti, cosa che Di Dio ha fatto.
Subito dopo è intervenuto il consigliere Salvatore Gallo dichiarando di condividere quanto avevo affermato Di Dio. Ha rivolto i complimenti a Giudice, ma si è detto stupito che si siano persi giorni preziosi per discutere e due conferenze di capigruppo, per poi giungere alla stesura di un documento che in aula viene presentato completamente stravolto. “Quando al punto 3 si dice previa disponibilità di cassa, – ha detto Gallo – non è cambiato assolutamente nulla. Giudice a questo punto farebbe bene a ritirarla quella proposta. E’ una vera e propria presa in giro per operatori e lavoratori sociali. Mi meraviglio come Giudice questa sera abbia portato questa proposta completamente diversa da quella di giovedì scorso. Altro che protocollo di legalità. E’ una presa in giro bell’e buona. Se rimarrà così non la voterò”.
Anche per Gaetano Trainito quel documento é arrivato in aula completamente stravolto. “Avevo chiesto dei chiarimenti – ha continuato il capogruppo Pdl – ed il chiarimento c’è stato. Chiedo comunque al consigliere Giudice di ritirare la sua proposta, perché in questo modo non si aiutano i disabili. Non si cambia affatto l’esistente. Non ho ancora capito se i disabili ad avere diritto al trasporto siano quelli che hanno il 100% di disabilità o anche coloro che ne hanno l’80%”.
Il consigliere Maria Pingo si è appellata alla onestà intellettuale dell’Amministrazione perché dica con chiarezza quando non c’è copertura finanziaria su un bando di gara.
Il consigliere Peppe Arancio ha chiesto al presidente Fava di leggere il documento per sottolinearne la bontà di alcuni punti che rivestono una fondamentale importanza.
Richiama il punto 1 laddove si parla di esclusione dagli appalti, affidamenti, ecc. e dell’introduzione di alcuni parametri qualitativi a difesa dei lavoratori, l’obbligo della ripartizione di emettere il provvedimento.
Dello stesso tenore l’intervento di Vella che ha voluto sottolineare come la proposta di protocollo di legalità di Giudice sia stata capace di affrontare tutta una problematica complessa a salvaguardia dei diritti dei lavoratori del sociale. Gli ultimi interventi sono stati quelli di Nuccio Cafà e di Piero Lo Nigro che hanno raccomandato all’amministrazione il rispetto dell’ordine cronologico in tutti i settori. Ma riguardo ai servizi sociali occorre dare priorità.
Ha chiuso il dibattito, la replica dell’assessore ai servizi sociali Fortunato Ferracane che ha apprezzato pubblicamente le argomentazioni di Cafà e Lo Nigro, mentre correggeva alcune affermazioni della Pingo che, a suo giudizio, è incorsa in un equivoco.
Ha chiarito che quando lei parla di copertura finanziaria, in effetti si tratta solo di disponibilità di cassa.
Poi riguardo al bando cui hanno fatto riferimento Trainto e Di Dio, esso è servito solo per fare una ricognizione di quante persone vogliono utilizzare il servizio.
Autore : Nello Lombardo
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