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notizia del 26/05/2008 messa in rete alle 22:00:13
L’abbraccio di Collura e Di Dio a Federico
“In un momento di squallore della politica – afferma Collura – ho criticato soprattutto all’interno del Pd il metodo adottato in occasione delle elezioni nazionali, regionali ed anche provinciali. Quando mancano i riferimenti ideali, allora uno si indirizza verso un riferimento territoriale, che è Pino Federico. Perché Gela, che ha avuto per dieci anni la presidenza della provincia, non vuole perderla. Ed è questo l’umore che sento in città. Di qui la mia scelta di appoggiare la lista Federico”.
Quando a Peppe Di Dio, presidente del Consiglio comunale gli chiediamo se sta per aderire all’Mpa e se ha piazzato due suoi uomini in una lista d’appoggio a Federico (Gianfranco D’Aleo e Diego Iaglietti), va su tutte le furie dichiarandosi sempre super partes.
“Gli uomini a me vicini – ci risponde – sono solo miei amici. Ma lei pensa che io posso impedire loro di fare un percorso nel centro destra o di iscriversi in liste centriste? Non vi è dubbio che ho degli amici nella lista Dc-Liberali, ma ho anche amici da altre parti. Non potevo impedire che ciò avvenisse. Quando si parla di adesione all’Mpa è solo fantasia dei giornali. Io non ho mai fatto alcuna dichiarazione di adesione all’Mpa. Voglio essere chiaro anche con lei come ho fatto con altri giornalisti. Io sono un organo super partes e devo fare delle scelte per rappresentare al meglio l’interesse del territorio. Gela non deve perdere il presidente della provincia chiunque esso sia. In questo caso le maggiori possibilità le ha Pino Federico. Quando era presidente un nisseno il rapporto era di 90 a 10, dacchè è subentrato Collura si è arrivati almeno al 50%. Noi abbiamo bisogno di un presidente di garanzia rispetto al nord della provincia. E questo è Pino Federico e poi tenendo conto che alla regione c’è il centro destra, lui al meglio potrà servire la città”.
Riguardo al fatto che il suo punto di riferimento on. Piscitello stia per passare all’ Mpa glissa la domanda sostenendo che è vero che gli è molto vicino e aggiunge che l’esponente politico è uscito dal Partito Democratico per fondare un’associazione politica. Prima di congedarsi da noi Di Dio vuole puntualizzare che è un uomo di garanzia, la seconda carica del territorio e che lavora per dare serenità governabilità. “La collaborazione con l’amministrazione Crocetta – conclude Di Dio – deve obbligatoriamente continuare perché non è venuto meno il rapporto di lealtà e di fiducia nei confronti del sindaco e dell’amministrazione”.
Sin qui le precisazione di due esponenti critici tra i più autorevoli del Pd che hanno fatto una scelta diversa in questa fase di confusione. I quali, all’indomani della presentazione delle liste per le Provinciali, ad evitare equivoci e strumentalizzazioni, avevano diffuso, ognuno per proprio conto, un comunicato stampa. Questo è quello del presidente uscente della Provincia Filippo Collura: “Sono apparse in questi giorni notizie stampa circa miei presunti trasferimenti a questo o quel partito, che male hanno interpretato la mia posizione politica che è, al momento, di forte critica e di autonomia rispetto ai metodi adottati dalle segreterie dei partiti (in particolare del Pd) in occasione delle recenti consultazioni nazionali e regionali, e di quelle provinciali.
Chiedo pertanto, per il futuro, di essere consultato personalmente prima di diffondere notizie che mi riguardano, al fine di evitare distorsioni o errate interpretazioni del mio pensiero”.
Questo, invece, il comunicato (“Di Dio: “Non c’è nessuna rottura con l’amministrazione comunale”) diffuso dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe Di Dio: “Ruolo super partes in Consiglio comunale, rinnovato rapporto di fiducia all’amministrazione comunale. Il presidente Giuseppe Di Dio ha chiarito la sua posizione dopo le ultime vicende politiche. “Bisogna distinguere il ruolo istituzionale che rivesto in Consiglio comunale dalle competizioni elettorali, in quanto essendo un organo super partes, ho il dovere di non scegliere in funzione agli schieramenti ma in relazione a chi può rappresentare al meglio gli interessi della città di Gela e del suo comprensorio. Questo perché un gelese può garantire equilibri istituzionali tra il nord e il sud della provincia”.
“Rispetto ad alcune dichiarazioni di amici del Partito Democratico – ha continuato il presidente Di Dio – in riferimento a presunti imbarazzi che la mia posizione può creare, specifico che sono assolutamente disponibile a eliminare tali imbarazzi assumendo ancora più marcatamente un ruolo istituzionale al di sopra delle parti, sottraendomi ad alcuna appartenenza politica”.
“In riferimento al mio rapporto con il sindaco Crocetta - conclude il Presidente - e con l’aministrazione tutta, sottolineo che il rapporto continua. Una figura istituzionale come il presidente del consiglio non può che lavorare per mantenere rapporti equilibrati e gli interessi del territorio, garantendo governabilità. Per queste considerazioni il mio rapporto con l’amministrazione comunale è saldo, anche in virtù del fatto che non è venuto meno né la fiducia, tantomeno gli impegni pre-elettorali sottoscritti”.
Crocetta è sempre più solo. Ma non è tutta colpa sua. In questi giorni si è sforzato di usare il bilancino per dosare i posti in giunta e rimettere tutto in equilibrio con la nomina ad assessori di Fava e La Folaga, ma la situazione di fibrillazione è destinata a riproporsi subito dopo i risultati elettorali delle provinciali. Lui però avrebbe il coltello dalla parte del manico, perché chi ora gli ha voltato le spalle con la scusa di appoggiare il candidato gelese (Leggi Pino Federico-Mpa-Centro destra) per legittimi motivi di campanile, a dispetto della propria collocazione politica di centro sinistra e alla fine dovesse venire fuori sconfitto, potrebbe ricevere pan per focaccia. Cioè, quei centristi come il presidente del Consiglio comunale Di Dio (ex Margherita), Collorà (Rosa Bianca), il presidente della provincia Collura (Pd), Ferrara (Dc), Trufolo (Pli), soggetti che insieme che hanno unito le forze creando una lista a sostegno di Federico presidente nell’area Mpa. Qualora tutti questi dovessero registrare un flop e quindi ritornare tra le braccia di Crocetta, potrebbero ricevere il ben servito.
Si tratta di piccoli espedienti che non interessano alcuno. Infatti, Trufolo che parla anche a nome di tutti i centristi dice che non è più tempo di parole e che comunque vadano le elezioni provinciali bisogna andare ad un azzeramento della giunta. Del programma del sindaco – ribadisce – al di là della legalità e della lotta alla mafia, tutto è da rimettere in discussione perché non è stato ai patti. Aveva promesso l’ingresso di un loro uomo in giunta ed invece li ha fatti sbattere. Di qui la stizza di Grazio Trufolo che forte dell’appoggio degli altri della cordata gli manda a dire: “Siamo tutti concordi nel chiedere al sindaco di mandar via gli attuali assessori e che si dia mano ad una nuova giunta istituzionale con persone di area, ma esterne ai partiti, formulando un programma condiviso da tutti i partecipanti per creare sviluppo ed occupazione. Niente appartenenze. Lui, il sindaco ha la forza e l’autorità di realizzare questo disegno. Chiediamo una giunta di larghe intese”. E se il sindaco rifiuterà questa proposta perché è sempre stato contrario alle coalizioni incolori e fatte di tecnici, che succederà?
“E’ molto semplice – replica Trufolo – non è escluso che si possa arrivare ad una sfiducia morale e politica nei confronti del primo cittadino”. Come interpretare questi segnali che arrivano a Crocetta da parte dei centristi? Anche chi si intende di politica e si sforza di interpretarla incontra difficoltà a leggere dentro i fatti che giorno dopo giorno vanno manifestandosi. Ciò che è nero oggi potrebbe diventare grigio o bianco domani. Per ora c’è di certo che un’ampia area di centro per le elezioni provinciali si è schierata apertamente per il candidato di centro destra Pino Federico con la giustificazione o motivazione – come dicono loro della sua gelesità. Persino il presidente uscente della Provincia si schiera con Federico e lo fa perché ritiene che al di là dell’appartenenza politica, è l’unico gelese che possa garantire una vittoria alle prossime elezioni
Autore : Nello Lombardo
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