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notizia del 19/10/2012 messa in rete alle 21:53:14
Sicilia12: ultime battute, candidati al rendez-vous
Manca pochissimo al voto per il rinnovo dell’Ars e dei 90 deputati e dovremmo circostanziare il tutto con un rigorosamente solenne ingresso “nel vivo” della campagna elettorale. Ebbene, non abbiamo ovviamente la presunzione di asserire che non sia affatto così ovunque, ma a Gela non lo è di certo. Anzi, viene da chiedersi se è mai iniziata davvero una campagna elettorale da queste parti. Totale assenza o quasi di comizi, piattaforme programmatiche non pubblicizzate, sconosciute ai più, praticamente inesistenti. Se non fosse per l'affissione selvaggia dei manifesti e la diffusione ossessiva degli spot elettorali in tv, nemmeno ci accorgeremmo che fra qualche giorno ci tocca andare alle urne per votare.
Se la mafia con i suoi delitti e la cruente lotta fra le cosche nell'ultima decade del secolo scorso, ha letteralmente inibito un paio di generazioni gelesi che oggi stentano, non a caso, a rappresentare una classe dirigente attenta e lungimirante, sono bastati invero alcuni sonori fischi al candidato gelese alla presidenza della regione durante un mini-show che anticipava una nota kermesse canora cittadina, per scoraggiare la dozzina di candidati al parlamento regionale a non sottrarsi al pubblico confronto, anche a costo - in un clima così difficile e contrario - di passare per autentiche facce toste.
Rare le eccezioni al riguardo ed a cui va riconosciuto comunque un plauso, laddove la stragrande maggioranza è apparsa persino terrorizzata dall'eventualità di un corale dileggio. Tutti hanno preferito presentarsi solo ai propri (presunti) elettori e simpatizzanti “invitati” in riunioni apparentemente aperte a tutti ed allestite non foss'altro che per mostrare i muscoli, o meglio per dare parvenza di ciò, senza però guadagnare una qualche certezza ed avere il polso della situazione. Per questa via, altresì, è mancato in questa città sostanzialmente il contraddittorio fra i diversi candidati, arrivando al paradosso di affidarsi alle cose non dette, facendole passare come promesse in ogni caso non fatte. Sarebbe questo il cambiamento rispetto al, seppur recentissimo, passato? E' forse questa la rivoluzione culturale invocata da tutti gli aspiranti?
Magari all'ultimo momento ci smentiranno e le cartucce elettorali, rimaste ancora per lo più inutilizzate in canna, verranno polverizzate a raffica nell'ultima settimana. Magari sono state già sparate, ma evidentemente a salve, tanto da non andare a bersaglio. A Gela, insomma, il dibattito elettorale non è – neanche minimamente – decollato e forti dubbi permangono sulla probabilità che ciò accada nel breve lasso di tempo che rimane. Ad agitare le acque ci proverà sicuramente Beppe Grillo il prossimo martedì, dopo aver finora riempito pressocché tutte le piazze isolane in cui ha comiziato. Quello che fino a ieri passava per il messia dell'anti-politica, diventa quasi per incanto in Sicilia e, quindi in anteprima nazionale (leggasi elezioni nazionali 2013), uno dei protagonisti politici più in voga – tra neo proseliti e vecchi detrattori – arrivato quasi a rubare la scena a chi ambisce alla guida della regione. Va da sé che, con questi presupposti e nel mutismo generalizzato di coloro che si candidano ad essere i rappresentanti popolari nelle istituzioni, dalle urne capiremo verosimilmente cosa gli elettori gelesi (e siciliani) non vogliono. Di cosa vogliono, invece, alla fine di questa surreale fiera non rimarrà che la voce del silenzio.
Autore : Filippo Guzzardi
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