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Corriere di Gela | Strisce rosse dalla vergogna, Prg e libertà di stampa
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notizia del 28/11/2005 messa in rete alle 21:52:46
Strisce rosse dalla vergogna, Prg e libertà di stampa

Dopo le lunghe discussioni in Consiglio comunale, l’Amministrazione comunale pasticciona di Gela ha alla fine deciso di ritirare la delibera sulle “strisce blu”: mancavano pareri tecnici e di controllo, non ci si metteva d’accordo sui prezzi della sosta, si è infine scoperto che non si potevano utilizzare gli undici precari ex dipendenti della Florida Service, la cooperativa che in passato gestiva il servizio.
Il problema dei parcheggi nel centro storico è esploso in questi giorni, ma lo si conosceva da anni, e ne abbiamo trattato a lungo da queste colonne. Un’amministrazione seria, e non pasticciona, avrebbe dovuto programmare prima la realizzazione del grande parcheggio all’Orto Pasqualello (che risolverà il problema una volta per tutte) o in alternativa del parcheggio Arena, e solamente dopo tali strutture avrebbe dovuto dare inizio ai lavori di Piazza Roma e Piazza Salandra. Oggi, con la frittata ormai fatta, si cercano soluzioni che obiettivamente è difficile trovare, a meno che non si pensi di fare parcheggiare i cittadini alla zona industriale, da dove verrebbero trasportati in centro con un elicottero-navetta che potrebbe paracadutarli di fronte al negozio scelto per gli acquisti.
Quando parlo di amministrazione pasticciona non temo smentite: bilanci preventivi che si approvano a fine anno, storni e impinguamenti impossibili da fare perché scadono il 30 novembre, annunci di problemi risolti che risolti non sono, assoluta carenza di programmazione, liti continue all’interno della maggioranza. Se questo significa la legalità e lo sviluppo di cui si parla, c’è da stare poco allegri.
A proposito di legalità, ogni tanto mi chiedo che fine abbia fatto il Piano Regolatore Generale, annunciato con i soliti strombazzamenti mediatici qualche mese fa, e di cui si sono perse le tracce.
Mi pare che ancora non sia possibile prenderne visione, e che l’iter per la sua approvazione sia stranamente “rallentato”. Il Prg è uno strumento di legalità, indispensabile per lo sviluppo della città: perché allora, con criteri di massima trasparenza, non viene pubblicizzato, discusso con le forze politiche e sociali, e si continua ad andare avanti con l’adozione di varianti? La risposta potrebbe forse darla la Direzione investigativa antimafia, che dopo l’elezione dei revisori del Comune ha certamente in grande considerazione i fatti di Gela.
Ma i fatti di Gela, quelli conosciuti oltre Ponte Olivo, sono essenzialmente due: il sindaco della legalità, che appare ormai su tutti i canali televisivi grazie all’incessante lavoro di Klaus Davi, profumatamente pagato con i soldi dei cittadini, e il Gela Jt, che nonostante le difficoltà societarie ottiene buoni risultati sul campo di gioco.
E proprio il Gela Jt ci aggancia ad un fatterello avvenuto nei giorni scorsi, epilogo di una penosa vicenda avvenuta lo scorso anno, quando la squadra era gestita da Romano e Cammarata. Essere criticati, anche se tecnicamente e costruttivamente, dà sempre un po’ di fastidio. E’ normale che ognuno di noi abbia piacere ad essere riverito, gratificato, in alcuni casi osannato.
Per la serie “non disturbate il manovratore”, la dirigenza del Gela Jt, lo scorso anno, impedì ad alcuni operatori dell’informazione di svolgere il proprio lavoro al campo sportivo. Canale 10 organizzò una trasmissione televisiva, alla quale parteciparono anche il sindaco Crocetta e l’assessore Donegani, invitando tutti i giornalisti sportivi, per dibattere l’argomento della libertà di informazione. Ma due giornalisti, adducendo motivi diversi, ritennero di non partecipare, e presentarono poi querela nei confronti del direttore di Canale 10, Franco Infurna, e del conduttore Giuseppe D’Onchia, perché Infurna, riprendendo le parole del Presidente Ciampi, esortò i giornalisti a “tenere dritta la schiena e non piegarsi davanti ai potenti”.
Orbene, quella querela è stata ora archiviata, perché prima il Gip, poi il Gup del Tribunale di Gela hanno stabilito che quella esortazione non costituisce reato. Non esprimiamo giudizi sulla infelice iniziativa dei due colleghi querelanti, ma la decisione dei magistrati di Gela assume una rilevanza chiara e netta e deve servire da esempio e da riflessione. Chi svolge l’importante funzione di giornalista non deve mai perdere di vista l’obiettività dei giudizi e la capacità di esternarli. Si possono scrivere cose che danno fastidio a qualche “potente”, ma se è ciò che si pensa va comunque scritto: non ci si può mettere la benda per far finta di non vedere.
E soprattutto, la libertà di informazione va difesa nei confronti di tutti coloro che la vogliono utilizzare a proprio uso e consumo. Quando qualcuno (specialmente in ambito sportivo) attua il cosiddetto “silenzio stampa” non fa altro che un atto illiberale e di censura, oltre che ridicolo. Un atto che ci ricorda certi regimi dittatoriali, ma che non ha alcuna possibilità di riuscita. Perché la stampa, quella vera, non si può mai ridurre al silenzio


Autore : Giulio Cordaro

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I Vostri commenti
Non si parla di piano regolatore generale perche probabilmente non ci si riesce a mettersi d'accordo se accontentare l'uno o l'altro amico se il letto di terreno può o non puo essere remunerativo alla vendita, grazie al favore di qualcuno per la variante,per una manciata di voti o per l'amico più influente. Caro Giulio,perdona il mio darti del caro,ma lo faccio perchè come giornalista ti stimo critichi l'uno e l'altro polo senza discriminazione questo non vuol dire che potresti essere di visione politi di centro,ma sollevi i problemi e le questioni di fondo cosi per come sono.Non vivo più a gela motivi di lavoro ma non dimentico la mia Gela anche se a saputo darmi solo prove dolorose da affrontare,ma in lontananza vi osservo.

Autore: sara  picceri
data: 29/11/2005
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