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notizia del 22/11/2010 messa in rete alle 21:51:58
ll Consiglio mette una pezza ai debiti del comune
Il consiglio comunale nella seduta del 18 novembre scorso, con il voto unanime di 22 consiglieri presenti (Pdl, gruppo Sicilia, Di Dio e Lo Nigro hanno scelto di non partecipare al voto abbandonando l’aula) ha autorizzato il Comune di Gela a rinegoziare con la cassa depositi e prestiti 33 mutui scadenti oltre il 2013, contratti per un importo di 41 milioni di euro. Ad illustrare questa scelta dell’amministrazione è stato il sindaco Fasulo.
Con questa operazione il comune potrà tirare una boccata di ossigeno perché la sua rata semestrale si ridurrà da 2,4 milioni a 1,7 milioni di euro. In tal modo si libereranno risorse per circa 1,3 milioni di euro annui che potranno essere investiti per potenziare servizi essenziali. Inoltre verrà facilitato il raggiungimento dell’equilibrio finanziario ed il rispetto del patto di stabilità. Le opposizioni hanno stigmatizzato questa scelta di ricorso ai mutui per tamponare la situazione disastrosa delle finanze comunali, annunciando di noon partecipare al voto. Molto critico Di Dio che ha denunciato ancora una volta la difficoltà del consigliere nell’esaminare gli atti che gli vengono recapitati notevolmente in ritardo e spesso privi degli allegati e il non rispetto dei termini nella notifica di convocazione. La Pingo ha rincarato la dose chiedendo di sapere di chi è la responsabilità del “disastro economico” del comune. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gallo e Trainito. Deliberata anche l’immediata esecutività, dovendo, la richiesta alla Cassa depositi e prestiti, essere fatta entro le ore 12 del 19 novembre.
Rasentata la rissa nella seduta di question time del giorno prima.
A scatenare la bagarre, la mozione del capogruppo consiliare del Pdl Trainito che aveva chiesto la revoca delle commissioni consiliari permanenti perché a suo parere la maggioranza non aveva rispettato il diritto delle minoranze essendosi assicurata tutte le presidenze consiliari. Le motivazioni addotte da Trainito non sono piaciute al capogruppo del Pd Giuseppe Arancio, sostenendo che non c’era stata nessuna arroganza e lo statuto ed il regolamento erano stati pienamente rispettati. L’affermazione di Pellitteri secondo cui per varare atti di fondamentale e vitale importanza per la città, non esistono barriere politiche, e l’intervento di Fabio Collorà che si è chiesto a quel punto chi fosse maggioranza e chi minoranza, ha scatenato un putiferio per il riferimento alle vicende del Pd dopo la sentenza del Tar. In sostanza Collorà si è chiesto perché Fasulo oltre a contare sui consiglieri che lo hanno sostenuto nelle elezioni, si accorda anche con quelli di altre liste. Il consigliere Pd Casano si è spinto oltre provocatoriamente proponendo la revoca del vicepresidente Udc Cirignotta (la cui alleanza non viene riconosciuta da pezzi del Pd). Proposta insostenibile per il presidente Fava che è stato costretto ad alzare la voce più volte per mettere ordine in aula. Alla fine la mozione di Tranito è stata bocciata con 12 voti contro, 6 favorevoli e 3 astenuti. Ma andiamo per ordine.
La seduta ha inizio con la illustrazione da parte di Enrico Vella, della mozione riguardante gli Rmi il cui contratto scadrà il prossimo mese. Trattandosi di una questione molto delicata dal punto di vista sociale, Vella invita il presidente del consiglio Fava a convocare una seduta monotematica urgente per affrontare la questione anche con la presenza della deputazione locale. Seguono gli interventi di Di Dio, Di Stefano, Casano, Ventura Giuseppe, Arancio, Giudice, Gallo, Gulizzi e l’assessore Giuseppe D’ Aleo. Di Dio nel plaudire all’iniziativa del collega Vella, sottolinea la grande risorsa rappresentata da questi lavoratori che espletano con eccellenza le mansioni chiamate a svolgere. Di Stefano auspica un loro futuro inserimento nel mondo del lavoro in forma definitiva. Casano ne elogia le qualità, frutto del loro impegno formativo e si augura un loro possibile inserimento negli appalti dei comuni. Anche Giuseppe Ventura parla dell’opportunità di affrontare assieme alla deputazione il problema dell’inserimento di questi lavoratori in posti non precari ma definitivi. Arancio e Giudice concordano di riprendere l’argomento in una seduta monotematica alla presenza dei deputati regionali. Gallo va oltre proponendo l’istituzione di un gruppo di lavoro che tenga i collegamenti con Palermo.
L’assessore Giuseppe D’ Aleo ritiene fondamentale creare un tavolo tecnico allargato portando la dialettica a Palermo. Ritiene infine importante creare delle cooperative sociali di secondo ordine che possano espletare servizi fino a 200 mila euro. La deputazione dovrà farsi carico di modificare la legge che anziché parlare di facoltà dei comuni, dica con chiarezza che c’è l’obbligo di fornire risorse specifiche alle cooperative dove essi lavorano. La mozione passa con 27 voti su 27 all’unanimità.
La seconda mozione viene illustrata da Terenziano Di Stefano che facendosi interprete dell’esigenza delle imprese fornitrici del comune di avere onorate le proprie fatture che rimangono inevase per anni, propone l’istituzione di un certificato di credito. Invoca la stipula di un protocollo d’intesa tra banche e comuni in virtù del quale un’impresa creditrice nei riguardi del comune, possa ottenere da un istituto di credito una anticipazione della somma vantata esibendo il “certificato di credito”. In tal modo l’impresa realizza immediatamente quanto le spetta scontando la somma vantata. La proposta di Di Stefano trova tutti concordi ed anche l’assessore D’Aleo che si impegna ad avviare un percorso in questa direzione.
Autore : Nello Lombardo
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