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notizia del 18/04/2005 messa in rete alle 21:44:10
Gela provincia, politici sordi
Il desiderio di Gela di diventare capoluogo di provincia è antico. Risale agli inizi del secolo scorso, e dopo cento anni rimane inappagato. Ma se prima della seconda guerra mondiale Gela era un centro agricolo di media importanza, dagli anni sessanta in poi è diventata la quinta città della Sicilia per popolazione, ma soprattutto un centro economico di grande importanza per l’industria e per l’agricoltura specializzata.
Le segrete cose della politica locale sono per i soli addetti ai lavori, che non sempre fanno gli interessi collettivi, ma spesso invece fanno quelli di bottega (la propria e quella di qualcun altro).
Per i politici locali, nessuno escluso, sentire parlare di Provincia di Gela è come avere attorno una mosca fastidiosa, che non si vede l’ora di scacciare o schiacciare. Non se ne parla nei congressi, non se ne parla nei convegni, vige la consegna del silenzio assoluto: a furia di non parlarne, la gente dimentica il problema e al massimo rimangono tre o quattro cocciuti rompiscatole, come il sottoscritto, che nessuno ascolta.
Il vecchio comitato per Gela provincia è in pieno letargo; il Sindaco, che doveva mettersi a capo del nuovo movimento, pensa a tutt’altro (magari il Prefetto non gradisce turbamenti dell’ordine pubblico…); Speziale e Morinello, probabilmente, stanno già facendo la conta dei voti che dovranno prendere l’anno prossimo nella zona nord della provincia; rimarrebbe Ventura, che però è stranamente assente sull’argomento, forse per non turbare gli equilibri interni a Forza Italia; nessun partito ha preso a cuore la questione.
Il problema è proprio questo: gli equilibri, spesso precari, non vanno toccati. Il quieto vivere varrà pure, perbacco, il sacrificio della Provincia di Gela, che viene fatta abortire prima ancora della sua fecondazione.
Qualcuno si chiederà perchè dovremmo fare la Provincia di Gela. E’ semplice: soprattutto per avere a Gela quei servizi che oggi ci vengono prestati solo a Caltanissetta. Tutto qua, senza nessun astio o nessun campanilismo nei confronti dei cugini nisseni che, anche loro, sono costretti a vivere in una realtà economicamente disastrata e burocraticamente inefficiente.
E’ inutile che ci si prenda in giro con sedi zonali dei vari uffici: abbiamo le sedi zonali dell’Inps, dell’Inail, della Camera di Commercio, abbiamo il Commissariato di Polizia, abbiamo lo sportello del Catasto, la sezione dell’Ufficio del Lavoro, la Condotta agraria, ma sono solo pannicelli caldi, perché la lavorazione delle pratiche e la discussione sulle pratiche avvengono sempre a Caltanissetta, ed è lì che bisogna andare se si vuole risolvere il problema. Quando poi riusciamo ad avere un ufficio pubblico tutto per noi, come l’Agenzia delle Entrate, soffriamo per la mancanza di personale, quel personale che a Caltanissetta è in esubero.
Gela potrebbe rinunciare al giusto desiderio di diventare Provincia solo se i nostri rappresentanti politici (che sono stati eletti per interpretare le istanze dei cittadini, non lo dimentichino) saranno in grado di portare veramente i servizi a Gela. Ma credo sarebbe bene parlarne in modo approfondito, magari con un convegno nel quale si venga a spiegare con chiarezza la propria posizione e si prendano precisi impegni. Caltagirone è già pronta a diventare provincia, e i diversi schieramenti politici stanno lavorando insieme per raggiungere l’obiettivo. E’ troppo sperare che anche a Gela si faccia altrettanto?
Autore : Giulio Cordaro
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