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notizia del 07/07/2013 messa in rete alle 21:40:50
Disoccupazione al 42% ma noi tutti a goderci la partita della legalità
Ragazzi, è tutto a posto, è stato solo uno spiacevole equivoco. Il segretario del Partito democratico, Romano, dopo dieci giorni di dimissioni, ha deciso di tornare al suo posto “per assicurare un futuro migliore alla città”. Grazie, ma forse ne avremmo fatto a meno. Che poi il “futuro migliore alla città” lo dia un’amministrazione di centrosinistra perennemente lacerata al suo interno, abbiamo qualche dubbio. L’ammini-strazione di Gela è come una diligenza su una strada sterrata del vecchio West: cammina adagio per evitare di rompere gli assi delle ruote, ma proprio per questo è soggetta agli assalti di chi vuole salirci sopra: da Pensiero libero all’Udc, al neopresente Megafono, che dovrebbe rappresentare, col suo unico consigliere Trainito, quel “rafforzamento ed allargamento” della maggioranza avviata verso un futuro radioso, verso il sol dell’avvenire.
In verità tutto è tornato come prima, con quel centrosinistra che governa ormai Gela da venti anni e che continua ad amministrare con pochi soldi e poche idee, grazie anche al fatto che non c’è quasi opposizione né in consiglio né fuori. Né i cittadini gelesi hanno ben imparato l’arte di protestare: ci si lamenta nei bar o tra amici, per le strade dissestate, per l’acqua che manca, per l’inquinamento, per la sanità bistrattata, per ogni cosa, ma tutto resta lì, ai lamenti senza costrutto. Magari si fa una preghiera in più alla Madonna di turno, ma protestare in modo organizzato, per carità, questo no.
Intanto la disoccupazione, a Gela, ha raggiunto l’enorme percentuale del 42%: quattro gelesi su dieci sono senza lavoro, e tra chi lavora in modo autonomo si cerca di resistere per non chiudere. Il lavoro è l’argomento principe per qualunque amministrazione, per qualunque forza politica si presenti ai cittadini. Ma se ne parla troppo poco, e troppo poco si elaborano progetti. Meglio ubriacarsi con una bella partita di calcio “antiracket ed antimafia” e non pensare ad altro. Attenzione, serve di sicuro anche la lotta alla mafia e per la legalità, ma non in modo esclusivo. Vorrei vedere, ogni dieci dibattiti e manifestazioni sulla legalità, un paio di dibattiti sul lavoro e sullo sviluppo produttivo del territorio. Vorrei vedere l’amministrazione che sbatte i pugni sul tavolo, per esempio, a Palermo per la questione degli enormi ed assurdi vincoli delle zone Sic e Zps che impediscono lo sviluppo dell’agricoltura. Perché è inutile, miei cari, parlare ogni giorno di legalità se metà dei cittadini è disoccupata, se le mense delle organizzazioni caritatevoli sono sempre più affollate, se le famiglie non arrivano più neanche al venti del mese. La legalità ha anche bisogno di una tavola apparecchiata, perché mangiare pane e legalità non riempie lo stomaco.
E allora, spremiamoci il cervello per creare occasioni di lavoro, per dare occupazione ai nostri giovani, al di là e al di fuori dalle poltrone e dalle medagliette, al di là e al di fuori di maggioranze e minoranze. Senza ciò, rischiamo tutti di fare la figura delle comparse di una commedia all’italiana.
Autore : Giulio Cordaro
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