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notizia del 08/02/2003 messa in rete alle 21:39:19
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Paralisi annunciata?
Una seduta, quella di lunedì scorso, che non si discosta gran che dalle altre che l’hanno preceduta. Si è iniziato con le solite comunicazioni di Presidente e consiglieri, poi le interrogazioni e le mozioni con le solite bacchettate al centro destra da parte di Peppe Di Dio (nella foto) quando dopo quasi cinque ore di dibattito si è arrivati al terzo punto all’ordine del giorno, ossia all’approvazione delle varianti per la realizzazione dell’aeroporto Federico II, si è inceppato il percorso. Data l’ora tarda e per vederci meglio sul problema, è stato chiesto il rinvio della seduta a mercoledì 5 febbraio.
Intanto in aula consiliare, nella parte riservata al pubblico c’era una rappresentanza di abitanti del quartiere “Gattano”. Chiedevano all’amministrazione di non essere dimenticati. Strade e fogne nella loro zona sono ancora una chimera. E’ il presidente del consiglio comunale a prendere la parola e a dare comunicazione ai consiglieri che il redattore del Prg è stato messo in mora dall’assessorato regionale che minaccia il ricorso al commissario ad acta. Per i Ds interviene Miguel Donegani che bacchetta l’amministrazione rea di non avere dato seguito ai suoi programmi come il risanamento e la valorizzazione dei quartieri. Il consigliere della Quercia indica in proposito il quartiere Scavone e la zona residenziale di Manfria, due quadri emblematici dove si riesce a vivere a fatica. Anche l’ex presidente del consiglio comunale Paolo Cafà interviene per leggere quella che ha definito una lettera anonima la quale mette a nudo una “mala amministrazione”. Vengono messi a nudo grosse lacune dell’amministrazione Scaglione in fatto di applicazione della legge in tema di appalti. Salvatore D’Arma infine è latore di una mozione sulla disastrosa condizione del porto di Gela. La parte del leone, come la solito, la fa il consigliere della Margherita Di Dio il cui intervento è tutta un’accusa nei riguardi di coloro che con le proprie esternazioni fuori dal Palazzo, remano contro l’istituzione Consiglio comunale. Conclude quindi invitando tutti ad abbassare i toni della polemica.
Si registrano anche interventi del vice presidente del Consiglio comunale Angela Galioto e del consigliere Udc Rocco Celona, stanco di attendere una risposta di tre mesi fa ad una sua interrogazione. Ma per comprendere meglio cosa sta succedendo in consiglio, dove il clima è costantemente surriscaldato tra maggioranza e minoranza, basta ascoltare le dichiarazioni di Orazio Consiglio e Peppe Di Dio, per l’opposizione e di Massimo Catalano per la maggioranza.
– Consiglio, chi sono coloro che denigrano le istituzioni? Sono fuori dal Palazzo?
“Sono fuori ma anche dentro al Palazzo. E’ questa la sede dello scontro politico, della dialettica, ma non è permesso ad altri che pur facendo parte dell’Ente comune si inseriscono nel mondo della politica. Mi voglio riferire a funzionari e burocrati che rallentano alcuni processi e mettono in difficoltà l’esitazione degli atti. Poi ci sono altri organi che beneficiano della politica in quanto da essa hanno ricevuto incarico di un certo rilievo. Mi voglio riferire al presidente del collegio dei sindaci revisori, il quale non può stare al posto in cui siede. Si è troppo intrufolato nei problemi prettamente politici che non gli competono” .
– E il presidente del Consiglio comunale chiamato in ballo cosa c’entra?
“Per via di una dichiarazione rilasciata ai mass media. Sul fatto dello scontro politico nell’aula consiliare da lui denunciato, che ben venga e su questo mi ritrovo d’accordo. Ciò fa bene alla democrazia. Io invece lo richiamo benevolmente quando rimprovera i consiglieri responsabili di attaccare le istituzioni. Qui no sono d’accordo perché non c’è stato nessun consigliere di maggioranza o minoranza a rendersi colpevole di ciò. Invece noi siamo bombardati da gente esterna. Quindi il Presidente deve difendere il Consiglio nella sua interezza e prendere posizione nei riguardi di quei signori che attaccano le istituzioni”.
Peppe Di Dio: “C’è un comportamento irriguardoso e irrispettoso nei confronti della massima espressione democratica di questa città, il Consiglio comunale. Delegittimando e destabilizzando il civico Consesso, viene a mancare alla città un riferimento certo e istituzionale. E la storia mi insegna che quando mancano riferimenti certi istituzionali, subentra l’anarchia, il malaffare, obiettivi personali. C’è un sistematico tentativo col richiamo al regolamento, di imbavagliare il Consiglio comunale. Un consigliere nell’arco di cinque minuti dovrebbe discutere di interrogazioni, di mozioni, di interpellanze. Come è possibile? C’è sempre un richiamo al regolamento per imbavagliare il consigliere comunale. Poi c’è il tentativo subdolo di alcuni soggetti che non hanno né la facoltà né il diritto di potere interloquire con il Consiglio comunale. Se si chiede ai consiglieri il rispetto del regolamento, lo si dovrebbe a maggior ragione a coloro i quali debbono interloquire con i consiglieri. Perché non si chiede il rispetto del regolamento per il fatto che non viene mai fornita risposta alle tante interrogazioni”.
– Di Dio è una polemica col Presidente del Consiglio comunale Pino Federico?
“No assolutamente. Prima di tutto è una polemica con me stesso che mi sento onorato della legittimazione popolare. Ma mi rendo conto che sono inerme ed inefficace rispetto a questo mandato. Quindi la polemica è verso di me, il presidente, verso il sindaco, ma soprattutto verso i consiglieri di maggioranza i quali stanno abdicando supinamente ad un ruolo in virtù di una appartenenza politica. E questo è di una gravità assoluta”.
– Come si esce da questa situazione. Quale il percorso?
“Il percorso l’ho già indicato nel passato. Ho sempre sostenuto che il Consiglio è un organo corporativo, assembleare ed ha l’obbligo importante rispetto al richiamo del regolamento ed alle leggi, di essere organo corporativo a prescindere da maggioranza ed opposizione. Fin quando i partiti politici intervengono sulle Istituzioni e i consiglieri prenderanno i “pizzini” facendosi manovrare come pupi dalla politica, non usciremo mai da questo cul de sac”.
A Massimo Catalano, consigliere di Forza Italia, esponente di spicco della maggioranza, abbiamo chiesto se si è sentito toccato dalle dichiarazioni del consigliere della Margherita Peppe Di Dio e se condivide l’opinione che il consiglio viene imbavagliato con il richiamarsi al regolamento. Ecco cosa ci ha risposto.
“Sicuramente ha puntato l’indice su tutti i colleghi di maggioranza. Ci siamo sentiti toccati su delle esternazioni che non depongono a nostro favore e di riflesso a tutto il Consiglio comunale. Certo stiamo attraversando un periodo di fibrillazione generale e ciò si riversa sull’intero consiglio. Riguardo al fatto che il Presidente richiama i consiglieri ad attenersi al regolamento riguardo ai tempi del loro intervento, dico questo. Parecchie volte quando il regolamento non viene rispettato, i consiglieri di minoranza sono i primi a stigmatizzare eventuali errori del presidente. Se invece il presidente fa del regolamento una legge per tutti, si grida al Presidente che viene considerato rigido. Il problema è un altro: ognuno di noi vorrebbe degli spazi che non sempre si conciliano con l’economia dei lavori consiliari e quindi poi si fanno queste rimostranze nei confronti del presidente che tutto sommato conduce degnamente i lavori consiliari”.
Autore : Nello Lombardo
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