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notizia del 18/03/2012 messa in rete alle 21:26:47
Ostaggio della politica
L'attuale forma di governo locale prevede un duopolio tra organi legittimati democraticamente (eletti). L'impressionante mole di atti dell'esecutivo cittadino approvati dall'organo consiliare, anche in materie più “battagliere” (bilanci, atti di spesa e programmazione) dove è prevalso il timore di essere esposti all'accusa di “boicottaggio politico” e di “irresponsabilità istituzionale” agli occhi del cittadino-elettore, testimonierebbe come ancor oggi la bilancia continui a pendere leggermente a favore del primo cittadino eletto dal popolo e non dai partiti.
Specie se è il caso di un sindaco eletto al 1° turno: l'uscire rafforzato dalle urne, può infatti sollecitare un'azione più sganciata dal cartello elettorale e l'allestimento di un proprio staff assessoriale in giunta. Basti pensare, per farsene un'idea, alla 2ª (breve) sindacatura di Rosario Crocetta. D'altra parte, non è poi detto che un sindaco, benché eletto al ballottaggio, non abbia una personalità tale da sottrarsi in ogni caso alla tenaglia partitica: vedi la 1a volta di Crocetta, in una fase non distante da quella della sua elezione (tramite Tar), fino al termine del suo primo mandato.
Archiviata, però, la “stagione dei sindaci” durante la quale molti sono stati i primi cittadini che hanno svolto per intero il loro mandato, ma senza che tale condizione di stabilità si traducesse nella auspicata governabilità, giusto l'ultima fase dell'esperienza Crocetta ci ha insegnato come il sindaco, anche dopo un'affermazione netta, sia andato a ricercare una maggioranza in consiglio “diversa” da quella degli sponsor partitici in campagna elettorale.
Il discorso non è cambiato, anzi appare più convincente, nell'attuale sindacatura targata Angelo Fasulo, non foss'altro per il continuo malessere all'interno di quella che fu la coalizione elettorale, frutto anche dei due gradi di giudizio (Tar e Cga) a cui si è ricorso. Tanto che, l'attuale primo cittadino, pur vantando sulla carta una maggioranza bulgara, sembra intento a mantenere una certa diffidenza ed a cercare appoggio anche nella risicata minoranza, con in testa quel “Pensiero Libero” caro al direttore generale, Renato Mauro, incaricato da Fasulo solo qualche mese prima che lo stesso andasse in pensione da dirigente comunale. Quella dell'ingresso in giunta di un esponente del più numeroso gruppo consiliare di opposizione è un'eventualità che ancora non convince del tutto le segreterie locali di MpA e PD più disposte, almeno per il momento, ad appoggiare - in linea di principio - un governo sostanzialmente bicolore.
Ritornano a vedere la luce, dal tunnel dove si erano infilati i partiti, pratiche e dinamiche consociative tra Sindaco (decision-maker) e Gruppi consiliari (party gatekeeper), col risultato di delimitare la sfera d'azione discrezionale di entrambi ed ingabbiare soprattutto l'azione amministrativa del primo cittadino. Un Sindaco ancora eletto dai cittadini, ma recluso, intrappolato da logiche che scaturiscono da una forma di “Governo Conteso” anche da un consiglio comunale che (a prescindere dal tipo di maggioranza presente) si pone quale soggetto in competizione col Sindaco, con la smania di chi vuole riappropriarsi di un ruolo che la legge ha continuato nel frattempo ad assegnargli.
Un sindaco ostaggio ed incline a crogiolarsi nella trappola istituzionale, senza badare a cercare nuove soluzioni e vie d'uscita. Ad esempio, un'ipotesi che potrebbe aiutare a smistare le troppe deleghe concesse a ciascun assessore, legandola al contempo all'esigenza di un rafforzamento della maggioranza uscita dalle urne, potrebbe essere quella relativa alla figura (senza corrispettivo economico) dei “Coadiutori”: consiglieri della maggioranza, magari rimasti fuori da cariche importanti (presidente consiglio, assessori e presidenti di commissioni), che su indicazione del sindaco, di concerto con gli assessori interessati, coadiuvano quest'ultimi (come i sottosegretari di stato con i ministri) in determinate materie (a loro delegate).
Una tesi, quella del “governo locale conteso”, che non ha particolari pretese se non quella di profanare la tomba di un dibattito che in città rimane sepolto. E, chissà se fra i tanti o fra i pochi, tale lettura magari risulterà non indigesta a qualche riabilitata al civico consesso che, a dispetto della sua professione privata, dimentica che proprio una legge dello Stato incoraggia e considera, specificandolo espressamente, un dovere inderogabile del giornalista: l'esercizio di “critica” al fianco ed al pari di quello dell'informazione.
Autore : Filippo Guzzardi
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