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Corriere di Gela | Gli sperperi della vergogna
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notizia del 11/03/2011 messa in rete alle 21:17:41
Gli sperperi della vergogna

A Roma infuria parentopoli e affittopoli. All’Atac e all’Ama centinaia di assunzioni di amici e amici degli amici hanno provocato deficit colossali mentre le autorità stanno a guardare quando non sono direttamente implicate. Pare che Milano voglia seguire il buon esempio che le proviene dalla capitale. In Sicilia abbiamo un vero e proprio esercito di funzionari, di deputati, di impiegati nullafacenti, di operai al servizio della Regione. Se ho ben capito mi pare di aver appreso dalla trasmissione televisiva Presa Diretta che in Sicilia abbiamo un dipendente dalla regione o dai comuni ogni 259 abitanti. Nella sede della Fiera del Mediterraneo chiusa ormai da parecchi anni permangono 34 impiegati tenuti li solo per non far niente. C’è l’Esa e tanti altri carrozzoni che nessuno ha il coraggio di abolire.

Il parlamento siciliano spende il doppio di denaro della Regione Lombardia che pure ha il doppio di abitanti. Le spese per la sanità sono ingenti e in proporzione superano quelle delle altre regioni. In Sicilia abbiamo pure una immensa riserva di manodopera dipendente dalla Regione ( mi pare che si chiami Rsu) che viene adibita, magari con stipendio ridotto, per servizio di anticamera a vari deputati e perfino nelle chiese. E’ un vero schifo che fa vergognare tutti i siciliani onesti. Abbiamo superato ogni limite di decenza. Cosa fanno i nostri deputati anche quelli a noi più vicini? Affezionati come sono alla loro poltrona ed al relativo stipendio meno che pensano a risanare il bilancio ed a mettere un po’ di ordine in mezzo a tanto disordine. Se dipendesse da loro ci metterebbero la firma perché tale stato di cose duri in eterno. Ed a questo punto io mi chiedo: cosa fa questo nostro popolo che forse addirittura non è a conoscenza della gravità della situazione? Non si indigna? Non reagisce? I popoli del Nord Africa sono in subbuglio perché reclamano un po’ di democrazia. Non sembri esagerato paragonare la situazione italiana a quella del Nord Africa. Abbiamo una larvata democrazia, ma abbiamo un tasso di disoccupazione specialmente giovanile che fa spavento.

Il tenore di vita si è notevolmente abbassato. Si potrà obiettare che ci troviamo in mezzo ad una crisi mondiale che non ha precedenti. Ma mentre gran parte dei cittadini fa fatica ad arrivare a fine mese, i ricchi si arricchiscono sempre più sorretti da un governo compiacente e connivente. Il capo di questo governo, l’uomo più ricco d’Italia, si sente legittimato dal voto popolare ad essere sopra la legge alla quale riesce da sempre a sottrarsi. E quel che è peggio è sorretto da una moltitudine di uomini che sgovernano il paese. E’ arrivato il momento di ribellarsi ad un intollerabile stato di cose. Ognuno di noi specialmente siciliani deve prendere per le orecchie i propri deputati e pretendere da loro che facciano subito le leggi indilazionabili che il popolo si aspetta. La parola d’ordine deve essere quella delle donne nel mese di Febbraio:” Se non ora, quando?”. I nostri deputati devono impegnarsi, ora e non domani, ad approvare le leggi necessarie per ridurre a 50 il numero dei deputati adeguando il loro stipendio a quello delle altre regioni,abolire tutti gli enti inutili, l’Esa, la Fiera del Mediterraneo,razionalizzare l’Rsu, fare una politica a favore delle classi più povere, puntare i piedi contro il disinteresse del governo nazionale. E se a questo disegno si oppone la Lega di Bossi, ricordiamole che prima dell’unione d’Italia il più grande centro industriale d’Italia non era né Milano né Torino ma Napoli e che a Palermo la famiglia Florio possedeva la più grande flotta del Mediterraneo. Questo lo diciamo non perché siamo animati da una assurda nostalgia borbonica ma per il rispetto delle vicende storiche che hanno portato all’unità d’Italia.

Più volte ho sentito esprimere questi concetti al più illustre concittadino di Gela il ministro Aldisio il quale se ne è valso per ottenere dal Governo De Gasperi l’autonomia regionale come giusta riparazione per i troppi torti subiti e per il colpevole abbandono da parte del Nord. Purtroppo quell’autonomia oggi è rimasta svuotata di significato un po’ anche per colpa degli amministratori siciliani. Noi siamo per l’unità della nostra patria ma non accettiamo la tracotanza degli uomini della Lega che stanno condizionando il governo Berlusconi. I leghisti non parlano più come una volta di secessione, ma dobbiamo dire loro che non ci hanno mai impauriti. Amiamo Roma ma siamo orgogliosi di essere siciliani. A me fa rabbia il vederci governati dagli uomini della Lega che si rifiutano di celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia e mi indigno quando vedo Berlusconi indsossare il fazzoletto verde della Lega in occasione dell’approvazione del federalismo fiscale. Siamo caduti troppo in basso ed è veramente arrivata l’ora perché gli italiani aprano finalmente gli occhi. Ai nostri deputati infine dobbiamo dire che se non si affrettano a emanare le leggi da noi richieste, alle prossime elezioni daremo loro la lezione che si meritano.


Autore : Antonio Corsello

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