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| notizia del 13/11/2011 messa in rete alle 21:10:49 Mia zia Concettina Mia zia Concettina, “a za’ Cuncittina” per come è conosciuta, ha ormai la veneranda età di 84 anni, ma ha la mente ancora lucida e nonostante sia capace, più o meno, solo di leggere e scrivere, non rinuncia a tenersi aggiornata: segue ogni giorno i notiziari delle emittenti locali e chiacchiera con le “comari” e i vicini di casa che vanno a farle visita, commentando i fatti che avvengono in città. Fatti dei quali spesso danno spiegazioni un po’ diverse da quelle “ufficiali”: la voce del popolo, che spesso porta fuori strada ma altrettanto spesso porta alla verità non dichiarata. Quando vado a farle visita, e avviene abbastanza spesso, devo confessare che mi mette in difficoltà, con quel suo modo schietto di dire le cose, con quella saggezza che hanno i nostri anziani e che forse noi abbiamo un po’ perso per strada. Proprio ieri abbiamo commentato l’andamento della città, e mi ha subito chiesto: – “Ma che dici, u’ niputi, che si dimitteru tutti l’amministratura? S’avìanu stuffatu i travagghiari, o si stavanu sciarriannu?” – “Ma no, zia, soltanto occorre fare spazio a nuovi assessori per rinforzare l’amministrazione”. – “E picchì? Allura chiddri ca c’eranu nun sa firavanu?” – “Ma no, zia, c’era l’Mpa che voleva un assessore in più, i socialisti pure, e alla fine l’amministrazione funzionerà meglio”. – “Sarà comu rici tu, u niputi, ma a mia mi pari a storia du levati tu ca mi ci mettu iu, e tuttu ‘n capu a testa do populu”. – “Non è così, zia, abbi fiducia che le cose miglioreranno”. – “Sarà, u niputi, ma spiegami pirchì stu sinnacu, quannu l’attaccanu, rispunni sempri tranquillu, soru soru, pari ca tutti cosi ci sciddricanu. Ma mai s’incazza bonu bonu? Chiddru i prima era sempri ‘ncazzatu, facìa burdellu unna veni veni, si mittiva a tutti intra na scarpa e un faciva passare a nuddru”. – “Guarda, zia, hanno caratteri differenti, il nuovo sindaco è più moderato, tende a fare il mediatore tra le diverse esigenze dei partiti e dei gruppi”. –“Sarà, u niputi, ma a mia mi pari ca c’ave i c… i sugheru”. – “Zia, ti prego, non dire parolacce, e soprattutto non prendertela col nostro sindaco, che ha il difficile compito di amministrare una città come Gela senza neanche avere grandi risorse economiche”. – “Ah, veru, u dissi chi ‘a comune è senza sordi. Ma iu vulissi sapiri, pirchì ‘a comune unn’ave sordi? I cristiani un paganu i tassi, o i sordi si li mangiaru?” – “Vedi, zia, la gente, bene o male, le tasse le paga, ma la vecchia amministrazione ha lasciato le casse vuote. E’ per questo che oggi il sindaco non ha soldi per le scuole, per i servizi pubblici, per l’assistenza, per pagare i fornitori. Non è colpa sua”. – “Va bene, u niputi, ma allora pirchì unn’u dici chiaru? Iddru a’ddiri o populu, chiaramente, ca nunn’avi sordi pirchì si li mangiaru chiddri i prima”. – “Ma zia, politicamente questo non lo può dire, sarebbe un problema” – “Ma si è u veru, u niputi, pirchì unn’u po’ diri?” Ecco, mi sono reso conto che non posso competere con la semplicità della zia Concettina, che vede le cose dal suo punto di vista di vecchia signora del popolo che non sa nulla di bilanci comunali, di coalizioni, di rimpasti, di dichiarazioni programmatiche, di dimissioni. Ma forse, nella sua semplicità, la zia ha compreso che i problemi della città vanno affrontati senza i troppi arzigogoli della politica e dei suoi riti, puntando il problema e portandolo a soluzione. E, soprattutto, dicendo la verità. Autore : Giulio Cordaro » Altri articoli di Giulio Cordaro |
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