|
notizia del 21/09/2013 messa in rete alle 20:59:34
L’informazione che non ti aspetti
Non esistono più i grandi giornalisti di una volta, e se alcuni sono rimasti, sono ben pochi. E’ da qualche tempo che, abituato ad ascoltare i telegiornali Rai (ma anche Mediaset e Sky), provo un crescente fastidio. Da giorni va avanti la ignobile manfrina della “tenuta” o meno del governo a causa della presunta decadenza di Berlusconi da senatore. E ogni giorno, mattina e sera, i telegiornali ci propinano le minacce di Gasparri o Alfano e le banalità di Epifani e Renzi. Ora, dico, se Epifani dichiara “le sentenze vanno rispettate, la legge è uguale per tutti”, è una sua apprezzabile opinione, si può essere o meno d’accordo, ma farglielo dire (e farcelo ascoltare) dieci volte al giorno, francamente è un po’ troppo. E’ che i giornalistucoli del piccolo schermo, molti sicuramente raccomandati, hanno bisogno di frasi “a effetto” per riuscire a tirar fuori un servizio, e pungolano i politici di turno a ripetere le solite banalità.
Non parliamo poi dei servizi di cronaca. A un uomo che, in un terribile incidente stradale ha perso la moglie e i suoi tre figli, la cronista bischera chiede: «Cosa prova in questo momento?».
Ma cosa vuoi che provi, imbecille!
Come minimo vorrebbe buttarsi da un viadotto dell’autostrada e se non lo farà sarà solo perché ha fede in Dio o fiducia negli psicologi.
Ma viviamo nella società mediatica dei proclami, e c’è un sottile e perverso gioco tra politici (ma anche uomini pubblici, manager, sportivi, ecc,) e giornalisti. I primi hanno bisogno che la stampa amplifichi al massimo le loro “sparate”, quindi giocano a chi la spara più grossa per colpire l’opinione pubblica. I secondi, i giornalisti, hanno bisogno delle “sparate”, degli annunci roboanti, per scrivere articoli o fare servizi televisivi ad effetto.
Ecco dunque le mitragliate di annunci. Di recente ho sentito (non me ne ero accorto…) che questa Giunta regionale è la migliore dal dopoguerra. Bell’annuncio, di sicuro. Peccato che però la Sicilia, in quanto a sviluppo economico, sia ancora allo stesso livello di un anno fa, se non peggio, nonostante la Confindustria della legalità sia ben rappresentata nel governo regionale. Da Palermo, annunci quasi giornalieri, ma carne al fuoco ben poca e risoluzione dei problemi men che meno.
E un annuncio particolare, ed inquietante, è venuto da parte del procuratore di Caltanissetta Lari durante un convegno a Chianciano, in Toscana, dell’antimafia “modello esportazione”. Lari ha annunciato che ci sono “centri occulti” (la cosa non è nuova…) che si servono dei siti on line per delegittimare la “vera antimafia”, come appunto Confindustria.
Si tratta, secondo Lari, di “centri di potere” collegati con la mafia che “tendono a gettare sospetti e fango su chi l’antimafia la fa davvero”. Bell’annuncio, forte e duro, proveniente da un magistrato serio e preparato. Ma che ha alcuni risvolti ambigui. Quali sono questi fantomatici “centri occulti”? Qual è la “vera antimafia”, e chi, eventualmente, le dà la patente? I “centri di potere” sono solo quelli collegati con la mafia o esistono anche i “centri di potere” collegati all’antimafia? Chi si permette di criticare qualche esponente dell’antimafia è automaticamente iscritto ai centri di potere mafiosi?
In pratica, chiunque osi criticare la “vera antimafia” va indagato come esponente di organizzazioni mafiose? Attendiamo le risposte ai prossimi annunci.
Autore : Giulio Cordaro
» Altri articoli di Giulio Cordaro
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|