Corriere di Gela | Indigniamoci e tiriamo fuori l’orgoglio!

Indigniamoci e tiriamo fuori l’orgoglio!

Di giornalisti, come del resto in ogni categoria, ci sono varie specie: ci sono i fedeli trasmettitori delle “veline” di partiti e forze dell’ordine, gli impiegati “mezzemaniche” e anche quelli che ad ogni costo cercano la verità diversamente da ciò che si vuol far credere, cioè i giornalisti di inchiesta, quelli che rendono gloriosa la professione.

Nella storia, ogni qual volta una dittatura o un regime autoritario ha preso o si è preparato a prendere il potere, ha sempre pensato bene di controllare ed asservire la stampa ai suoi voleri, mettendo a tacere le voci libere, di dissenso, con le buone o cattive maniere. Il capogruppo dei senatori grillini Crimi (Crimi…nale?) ha dichiarato, scusandosi subito dopo, che i giornalisti “gli stanno sul c...o”: cosa avrà voluto dire? Forse che la stampa dovrebbe finirla di dimostrare che il suo Movimento gestito da due paranoici senza costrutto ha portato in Parlamento un manipolo di ignoranti intruppati come burattini e privi di senso dello Stato? Bene, se è così sono ben felice di stare ul c…o a Crimi e a quelli come lui, che della democrazia hanno una visione perlomeno alterata.

E in quanto ad alterazione mentale, il musicista Franco Battiato (foto) ha dato grande prova dichiarando che le troie non stanno, come tutti pensavamo, nei settori a loro riservati degli allevamenti suini, bensè in Parlamento, dove sono “disposte a tutto”. Anche lui, subito dopo, ha tentato di scusarsi, ma la frittata era fatta.

Battiato è un grande musicista, così come Zichichi è un grande scienziato. Ma perché non tornano a fare il proprio mestiere? Perché si sono fatti irretire dalle necessità mediatiche del Governo siciliano, dando prova di non avere consuetudine con la politica e soprattutto con l’amministrazione? Voglia di autocelebrarsi? Può darsi, ma Zichichi è già stato silurato, Battiato è vicino alla definitiva caduta (quella di stile c’è già stata).

Oggi va di moda ostinarsi a voler fare e far fare qualcosa di diverso da ciò che si sa fare. Il grigio Bersani, addirittura, è arrivato a ipotizzare un ministero per Milena Gabanelli e don Ciotti. La Gabanelli è un’ottima giornalista, ma come ministro non so se sarebbe in grado di lavorare bene. E don Ciotti, prete antimafia mediatico, cosa potrebbe fare da ministro? Mi scuso per queste riflessioni di carattere nazionale, forse fuori luogo in un periodico locale, ma è più forte di me: quando sento certe cavolate da gente che ci dovrebbe governare, e quindi dovrebbe avere competenze e comportamenti superiori alla media, mi vengono i brividi.

E sono gli stessi brividi che provo, e torniamo a Gela, quando sento il Sindaco affermare che “non ci sono soldi”, quando sento che per la giornata del FAI, in cui si aprono al pubblico i siti e i palazzi di solito chiusi, a Gela rimane chiuso al pubblico il Parco Archeologico “per mancanza di personale”; quando vedo le aziende agricole che ogni giorno chiudono i battenti mentre i Forconi continuano a farsi prendere in giro dalla Regione; quando vedo crescere i disperati che per racimolare qualcosa vanno a rubare i portafiori nei cimiteri; quando osservo le migliaia di disoccupati che hanno rinunciato anche ad organizzarsi, tanto non si ottiene niente lo stesso; quando mi accorgo che la “semplificazione” della burocrazia al Comune di Gela ha maledettamente complicato le procedure; quando osservo che uffici pubblici come l’Agenzia delle Entrate continuano ad essere una babele infernale per i cittadini e gli utenti. Potrei continuare a lungo, ma sarebbe solo un’inutile sofferenza. Lo ripeto: serve uno scatto d’orgoglio e soprattutto una sana e forte indignazione, che ci porti a reagire, in modo civile ma duro, contro il disastro che ormai si è abbattuto nella nostra città. Svegliamoci!

Autore : Giulio Cordaro

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