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notizia del 27/09/2004 messa in rete alle 20:45:29
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Giovanna Cassarà, primo assessore donna comunista
La prima risposta è un secco e deciso “no”. Un impegno troppo grande. Non appena si era sparsa la notizia riportata su tutti i giornali, aveva deciso di opporre un rifiuto. Un po’ infastidita, Giovanna Cassarà (nella foto) o forse sorpresa quando si è parlato di un suo prossimo impegno a carattere pubblico senza che ancora fosse stata ufficialmente informata. Trascorrono due giorni di tensione, tutti a valutare i pro e i contro per l’assunzione di quell’incarico. Dopo essersi consultata con marito, madre, figlio, qualche parente e chissà quale altro Santo, alla fine decide di fare il grande passo e di abbracciare quello che lei definisce il compito più gravoso che abbia mai deciso di abbracciare. Tripudio nel partito.
Questa giovane signora che a piccoli passi si è costruita un’immagine di valente avvocato, con un trascorso nel quale ha svolto funzioni di vice procuratore onorario presso il Tribunale di Gela, ma anche come componente dell’ex Coreco provinciale.Una carriera che la vede tra i più capaci professionisti del foro e che ora dovrà dividersi tra il privato e il pubblico. Giovanna Cassarà non fa mistero della sua età. Dice subito di avere 41 anni, il marito Salvatore e dipendente della Provincia, un figlio di 11 anni.
Ha fatto gli studi classici per poi iscriversi in giurisprudenza presso l’Università di Catania dove si laurea nell’88 e fortunatamente – è lei ad affermarlo – riesce subito a superare il difficile esame di Stato per l’esercizio della professione. Non ha mai pensato di fare l’insegnante nonostante abbia fatto un concorso a cattedre vincendolo ma di cui poi ha perso le tracce non essendone per nulla interessata, presa com’è a portare avanti questo suo ruolo, quello di avvocato, probabilmente per un desiderio inconscio di seguire le orme di suo padre anche lui avvocato affermato, morto quando ancora lei era piccolissima.
– Preferisce il penale o il civile?
“Non saprei scegliere. Entrambe le branche”
– E’ difficile esercitare la professione di avvocato a Gela?
“Difficile nel senso che occorre avere molto tempo a disposizione e poi perché c’è molta concorrenza. E poi occorre essere disponibili con i clienti”.
– In genere la donna preferisce darsi all’insegnamento e lei ci ha mai pensato?
“ Non ci ho mai pensato perché sono stata attirata di più dalla passione per l’avvocatura. Ho fatto il concorso a cattedre per le discipline economiche e giuridiche. Ho superato l’ultimo concorso e non mi sono preoccupata più di tanto per vedere come sono combinata in graduatoria”.
– A quindici anni dalla sua attività, anche se i consuntivi si fanno quando si è già in pensione, si ritiene quindi soddisfatta e appagata?
“Mi sento sicuramente gratificata e realizzata. Sognavo ad esempio di avere una bella casa e ci sono riuscita
– Perché ha scelto di militare nel Pdci?
“Lo ritengo congeniale ai miei valori. Come non pensare alla gente meno abbiente, che suda e lotta per vivere per difendere valori di civiltà e di eguaglianza, contro i soprusi”.
– Vuol dirci quando ha iniziato a far politica?
“Io mi sono avvicinata alla politica quando il mio partito era Rifondazione comunista. Quando si determinò la scissione a seguito della decisione di Bertinotti di uscire dal governo, io scelsi di far parte dei comunisti italiani condividendo la tesi di Cossutta. Per me Bertinotti sbagliò”.
– Come ha ricevuto la notizia che Crocetta le avrebbe assegnato la delega di assessore?
“Devo premettere che non ho mai avuto velleità di ricoprire cariche politiche, prestigiose come quella di assessore. Non mi ritenevo capace di conciliare il lavoro con la famiglia, col sociale. Mi pesa riuscire a lavorare bene in tutti questi campi. Mai avrei pensato di ricoprire l’incarico di assessore”.
– Le ha telefonato il sindaco?
“Ho saputo tutto dai giornali. Ciò mi ha molto irritata in quanto avrei voluto prima essere contatta dal partito per comunicare la mia disponibilità visto che tutti sapevano che non ero disponibile. Per tal motivo sono stata costretta a rispondere ai giornalisti che non sapevo nulla. Il partito mi informò successivamente che c’è stata una fuga di notizie ed un equivoco. Il sindaco mi telefonò venerdì della scorsa settimana invitandomi ad andarlo trovare al Comune perché voleva parlarmi. In quella sede trovai l’on. Morinello e il presidente del Partito Salvatore Crocetta. Il sindaco mi disse delle sue intenzioni. Manifestai subito la mia perplessità e dissi subito di no perché ritenevo di non essere all’altezza o comunque perché ritenevo quell’incarico troppo pregno di responsabilità”.
– Quale è stata la reazione immediata del sindaco?
“Sorpresa ed incomprensione. Si chiedeva perché questa ostilità con lui. Gli ho subito spiegato che non si trattava di ostilità, anzi lo ringraziai per la fiducia”.
– Poi cosa è successo?
“Appena siamo usciti dal suo ufficio, sia Morinello che il senatore Crocetta hanno insistito invitandomi a ripensarci perché il partito aveva bisogno di me e no sarei dovuta sottrarre. Si sosteneva che per via delle mie competenze avrei potuto dar lustro al partito ed avrei potuto servire bene la città. Ho assicurato che ci avrei ripensato. Ho avuto tre giorni di travaglio. Parlare col marito, col figlio che mi strappò addirittura il giornale, con la mamma, la suocera, qualche amica”.
– La sua decisione quando l’ha comunicata al sindaco?
“Lunedì sera a telefono perché lui era fuori sede per motivi istituzionali. Ho comunicato che martedì mattina sarei andata al Comune per firmare e giurare. Ho accettato dopo alcune rapide consultazioni col partito che tutto intero mi sosteneva”.
– Che delega le è stata assegnata?
“Ancora non so perché ci sono stati tempi molto ristretti. Il sindaco è dovuto partire per Lodi
per partecipare alla carovana antimafia. Posso dire che sono esclusi i lavori pubblici e la manutenzione. Posso aggiungere che il sindaco al suo rientro si sarebbe consultato con gli altri partiti per un eventuale rimpasto e subito dopo avrebbe specificato la mia delega”.
Autore : Nello Lombardo
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