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notizia del 24/03/2008 messa in rete alle 20:33:01
Nuovi messaggi per una Sicilia moderna
Non avevo mai assistito, nella piazza di Gela, ad un applauso prolungato per ben 3 minuti, continuato, nonostante l’oratrice proseguisse nel declinare la sua idea di Sicilia con quella voce piacevolmente roca, autorevole e impreziosita da una tonalità siciliana tipica della nostra terra.
Il comizio di Anna Finocchiaro non andava perduto, raramente si assiste ad un rinnovamento nelle idee e nei toni così riccamente partecipato e convinto, tipico di quelle madri che decidono di scendere in campo per prendersi cura dei loro figli quando questi si fanno male da se stessi.
Il discorso della nuova candidata al governo della regione siciliana merita qualche riflessione, non necessariamente esplicativa ma certamente di sottolineatura di alcuni passaggi che sono alla base di un nuovo modo, anche sofferto, di vedere e voler vedere la nostra terra.
I temi centrali sono principalmente due, tra loro correlati e sinergici, il primo: sviluppare la Sicilia non con opere o servizi nuovi ma migliorando ciò che esiste, migliorare la viabilità stradale, ferroviaria, l’efficienza della pubblica amministrazione, le risorse idriche, le cooperazioni anche scolastiche con i paesi del Mediterraneo ed i loro popoli. Concetto questo che separa il senso dell’opera dal senso del bene derivabile. In una società che consuma a ritmi folli dobbiamo centrare le azioni sul miglioramento di ciò che abbiamo e che oggi non genera servizi e ricadute positive, più che inventarci nuove infrastrutture che ci allontanano ancor di più dalla loro fruizione, sia perché dilatano i tempi di realizzazione sia perchè pongono nuovi problemi di gestione e di impatto. Concetto semplice e più che verosimile.
Il secondo punto: Bisogna far diventare conveniente produrre nella legalità e nelle regole, ossia non basta declinare sani principi di etica comportamentale e lavorativa, bisogna renderli convenienti rispetto ai comportamenti antagonisti, a costo di escogitare tattiche che li rinforzino. La Finocchiaro ha fatto cenno a incentivi per le aziende siciliane che scelgono di operare con protocolli di trasparenza e avversione alle mafie, favorendo anche il rapporto di queste con le pubblica amministrazione e le gare pubbliche. In altre parole, utilizzando un termine specifico, creare un approccio “autopoietico” al tema del lavoro nella legalità, ossia creare forme di convenienza verso la legalità che si autoalimentino in autonomia e non si reggano solo sull’etica dichiarata ma lasciata sola nelle pieghe reali di ogni giorno. Una forma concreta di progettare la legalità in un territorio disilluso come il nostro.
Una particolare emozione ha pervaso la piazza quando Anna Finocchiaro ha invitato ad affidare la Sicilia non più a patrigni ingenerosi ma alle madri che sanno prendersi cura dei loro figli. Metafora forte ma vera, a giudicare le mancate occasioni mai colte e la mai concretizzata potenzialità che questa terra sa di avere, senza mai esprimerla.
E’ un modo diverso di pensare la politica, che in quanto modo nuovo, genera qualche bradisismo (e anche il Partito Democratico non ne è immune) ma si pone come nuova possibilità per iniziare un cammino, anche faticoso, che non abbia più tutori o padrini a cui dover estendere ringraziamenti ed ossequi per quello che fanno o peggio per quello che potrebbero fare e non fanno. Per i siciliani ed i gelesi che non disperano che una nuova fase possa innescarsi, l’incontro con Anna Finocchiaro non è stato un semplice comizio di apertura ma la riscoperta del fatto che forse è arrivato il momento di affidare a delle madri il destino di questa splendida terra.
Autore : Sebastiano Abbenante
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