|
notizia del 06/11/2004 messa in rete alle 20:15:29
L’ipocrisia zoppa della politica
Il Presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, è stato rinviato a giudizio. L’interessato ha risposto che, comunque, non si dimetterà e che prega, perché ha fiducia nel Signore. Forse spera in un miracolo? O che lo Spirito Santo illumini le menti e le coscienze dei giudici che dovranno sentenziare sul suo operato?
Lasciamo perdere un attimo le implicazioni “divine” del caso, e poniamo attenzione al dilemma delle dimissioni. Enzo Bianco, uomo di punta della Margherita ed ex ministro dell’Interno, sostiene che Cuffaro, a seguito del rinvio a giudizio, dovrebbe dimettersi, perché avrebbe difficoltà a rappresentare la Sicilia “azzoppato nell’onore”.
Comprendo l’esternazione di Bianco, che assieme al resto del centrosinistra sarebbe ben felice di un disastro politico alla Regione con conseguenti elezioni regionali nel 2005, con un anno di anticipo, ma rifiuto di capire per quale motivo Cuffaro sarebbe “azzoppato nell’onore”.
E ripeto a me stesso, per rinvigorire la convinzione, che (art.27 della Costituzione) il cittadino non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Dunque Cuffaro, in atto, non è colpevole: lo sarà, eventualmente, se sarà definitivamente condannato. E allora per quale straccio di motivo dovrebbe dimettersi? E per quale motivo il suo onore è “azzoppato”?
Ho la netta sensazione che non sia terminata, anzi stia riprendendo vigore, l’opera di “distruzione” politica di personaggi scomodi attuata mediante il braccio di taluni magistrati “giustizialisti”.
In tempi non lontani sono state distrutte, con questo sistema, brillanti carriere politiche di personaggi che, successivamente, sono stati giudicati innocenti, ma ormai non avevano più futuro, né voti, né influenza. E non si pensi che io voglia difendere Cuffaro: non è mio compito e comunque saranno i magistrati a giudicarlo. Ma non sopporto l’ipocrisia politica di chi si ostina a chiedere, interessatamente, le dimissioni di personaggi indagati o rinviati a giudizio. Si rileggano la Costituzione e la smettano di fare i moralisti a comando.
Autore : Giulio Cordaro
» Altri articoli di Giulio Cordaro
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|